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A Baghdad il C-RAM statunitense torna in azione

Nella tarda serata di ieri, Baghdad è tornata ad essere presa di mira da un nutrito lancio di razzi.

E’ stata presa di mira l’Ambasciata degli Stati Uniti ed il sistema C-RAM ivi dislocato è stato attivato, aprendo il fuoco contro i razzi in arrivo.

Fonti giornalistiche riportano che sono state udite distintamente almeno cinque forti esplosioni, di cui tre attorno all’Ambasciata ed un paio nella zona residenziale limitrofa, la cosiddetta Zona Verde.

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L’attacco è avvenuto in prossimità della ricorrenza dell’eliminazione del Generale Qasem Soleimani e il suo luogotenente Abu Mahdi al-Muhandis avvenuta il 3 gennaio di quest’anno ad opera di uav armati statunitensi.

E’ la terza rappresaglia che da novembre coinvolge obiettivi diplomatici e statunitensi in Iraq; questi attacchi sono stati rivendicati da una fazione sciita filo iraniana legata ai defunti Soleimani e al-Muhandis.

L’attacco non ha causato vittime ma solo danni materiali.

Caratteristiche del Counter Rocket Artillery and Mortar System (C-RAM)

Il sistema è costituito da un cannone Gatling M61A1 da 20 mm con sistema di acquisizione del bersaglio e controllo del fuoco. Ha un rateo massimo di fuoco pari a 4.500 coli al minuto; in condizioni operative spara tipicamente 300 proiettili per intercettare il bersaglio in arrivo impiegando munizioni M940 progettate per autodistruggersi oltre i 2 km per ridurre al minimo il rischio di danni collaterali.

I radar di ricerca e tracciamento sono in grado di rilevare un ampio spettro di minacce in arrivo tra proiettili d’artiglieria, mortaio, razzi e missili ed il sistema di comando e controllo del C-RAM è integrato con la rete di sensori, sistemi d’allarme e d’arma.

Il sistema è facilmente dispiegabile per via terrestre e via aerea con la squadra di servizio costituita da quattro uomini.

Foto social network

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