fbpx
giovedì, Giugno 1, 2023

Airbus ed EURODRONE, ecco dove verrà prodotto, per chi e quando

Airbus formalizzerà entro breve il contratto già discusso e approvato tra le quattro nazioni partecipanti al programma EURODRONE il 19 novembre all’interno di OCCAR (Organisation for Joint Armament Cooperation).

Francia, Germania, Italia e Spagna con Airbus Germania come primo contraente assieme a Dassault Aviation e Leonardo lavoreranno sul primo drone sviluppato congiuntamente da più nazioni europee.

Per il programma, quando raggiungerà la piena attività, verranno creati quasi 7.000 posti di lavoro sparsi in tutto il Vecchio Continente.

Investimento da 60 milioni di euro a Manching per un nuovo polo logistico per velivoli militari

L’assemblaggio finale dell’EURODRONE avverrà presso il sito produttivo Airbus di Manching in Germania dove verrà allestita l’unica linea di assemblaggio “finale” in modo da garantire un contenimento dei costi di produzione.

Chiaramente i pezzi arriveranno da altre parti d’Europa in diversi stati di lavorazione. La fusoliera verrà assemblata ed integrata in Spagna prima di essere trasferita in Germania.

Presso Manching in Germania verrà svolto dunque l’assemblaggio finale nonché le prove di natura tecnica prima della consegne ai clienti.

Il centro di consegna sarà infatti sempre presso Manching.

La Germania sarà il primo paese per numero di velivoli con sette “sistemi” seguita dall’Italia a cinque mentre Francia e Spagna ne acquisteranno quattro ciascuno.

Per sistema si intende una stazione di controllo a terra e tre droni.

Il requisito complessivo è dunque di 60 velivoli senza pilota e 20 stazioni di controllo a terra.

Non è ancora stato rivelato il nome della società che si preoccuperà di fornire i 120 motori turboelica necessari.

Secondo l’attuale cronoprogramma il primo volo avverrà nel 2025 seguito dall’inizio delle consegne tre anni più tardi, nel 2028.

Il drone Made in Europe

Dati tecnici pubblicati da Airbus nel 2019

Il MALE sarà un drone bimotore turboelica specificamente sviluppato per svolgere missioni ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance) in tutte le condizioni meteo di notte e di giorno.

La presenza di 4 piloni subalari può indicare lo sviluppo di pod di missione oppure per armamento anche se su quest’ultima ipotesi non sono state date conferme.

Similmente a quanto già presente sul nuovo SkyGuardian/SeaGuardian anche il drone europeo dovrà essere pienamente in regola con le nuove regole del traffico aereo ottenendo la necessaria certificazione (STANAG 4671).

In linea di massima i paesi partner vogliono un prodotto con costi di acquisto e mantenimento inferiori all’MQ-9B Reaper.

CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI