Dopo mesi di trattative, nella impossibilità di ottenere i motori diesel di produzione tedesca a causa del diniego del Governo di Berlino al trasferimento in Cina di tecnologia considerata sensibile, la Marina Reale Thailandese ha deciso di sospendere “temporaneamente” il programma per l’acquisto di tre sottomarini e di procedere, invece, a comprare fregate sempre allestite nei cantieri navali cinesi.
Nel 2017 Thailandia e Cina avevano siglato un accordo per l’acquisto da parte della Marina Reale Thailandese di tre sottomarini del tipo S26T, la variante da esportazione dei sottomarini 039A/041 Yuan in servizio con la Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione.
L’accordo di per sé era già particolare perché in realtà nasceva per due sottomarini, ma in corso d’opera la Cina “regalava” alla Thailandia un terzo battello.
Peraltro, nonostante la Marina di Bangkok abbia già inviato in Cina il proprio personale per l’addestramento iniziale al impiego dei sottomarini, l’accordo non si è mai materializzato per i problemi relativi l’apparato motore.
Infatti, i thailandesi avevano optato per i motori tedeschi diesel MTU396 ad alte prestazioni al posto dei motori diesel CHD620 di fabbricazione cinese che “lavorano” con un sistema di propulsione AIP (Air Independent Propulsion) di tipo “Stirling”, messo a punto dal “711 Research Institute-CSHGC.
Ma la Germania fino ad oggi non ha concesso la licenza di esportazione ai MTU396 alla Cina e, pertanto, la Thailandia impossibilitata ad ottenere i sottomarini con i motori desiderati, ha “temporaneamente” sospeso l’acquisto di questi sottomarini, “virando” invece su delle fregate sempre prodotte in Cina, pur spendendo di più rispetto ai preventivati SSK.
C’è da dire che in Cina le attività di costruzione di questi sottomarini sono già iniziate con il taglio delle lamiere e bisognerà capire quali riflessi avrà il cambio in corso d’opera delle scelte operate dalla Marina e dal Governo di Bangkok nei rapporti con Pechino.
Foto @Marina Reale Thailandese