Il programma di sviluppo del P1HH HammerHead, il drone derivato dal velivolo commerciale Piaggio Avanti, necessita almeno di altri 160 milioni di euro per arrivare alla produzione di un primo sistema completo: due velivoli, stazione a terra e relativa certificazione.
Il tempo ormai stringe ed entro la fine dell’anno verrà individuato l’acquirente di Piaggio Aerospace. Delle 19 aziende che inizialmente avevano mostrato il loro interesse in 11 hanno passato il primo step e sono state ammesse alla data room.
Le buone notizie riguardano anche l’aumento del portafoglio ordini a circa 600 milioni di euro e l’emissione di un primo ciclo di fatture per circa 50 milioni.
Recentemente è stato firmato un ordinativo da un cliente statunitense per un Piaggio Avanti EVO e sono in trattativa altri 70 milioni di euro di ordini.
Ritornando al drone P1HH, secondo quanto affermato durante la recente visita ad Albenga del sottosegretario allo sviluppo economico Paolo Manzella e dai sindacati locali, mancherebbero ancora un totale di 160 milioni di euro per ultimare la fase di sviluppo e procedere alla certificazione dal sistema.
Un passaggio chiave per la possibilità di commercializzazione dell’UAV che prevede la produzione di due velivoli e di una stazione di controllo a terra.
I costi dovrebbero essere divisi in 70 milioni per l’iter di certificazione e 90 milioni per aerei e stazione a terra.
Seppur lo stanziamento di 160 milioni per i P1HH sia stato annunciato a ottobre del 2019, assieme all’acquisto di nove P180 Avanti Plus istituzionali, proseguono ancora le interlocuzioni e conseguentemente i soldi non sono ancora arrivati.
La vicenda del P1HH è complessa non solo dal punto di vista prettamente “aeronautico”, con un esemplare precipitato al largo di Birgi, ma anche economicamente tenuto conto che gli sponsor principali erano gli Emirati Arabi Uniti con il fondo di investimento governativo Mubadala. Il “problema” è che gli emiratini hanno acquisito negli ultimi anni sistemi senza pilota sia di costruzione cinese (possibilmente armati e impiegati in Libia) e statunitensi.
A poco meno di due mesi dalla fine dell’anno, termine indicato dal commissario Nicastro per l’individuazione del nuovo proprietario, sarebbe importante capire se arriverà questo stanziamento di 160 milioni dato che impatta direttamente non solo i piani di occupazione presenti ma anche quelli futuri.
Forse si vuole aspettare proprio il nuovo proprietario per la definizione degli investimenti. Questo ulteriore ritardo non gioverà certamente al programma ed è praticamente scomparso dall’orizzonte il P2HH che sarebbe dovuto essere maggiormente tagliato per le esigenze dell’Aeronautica Militare.
Per approfondire: L’EuroGuardian di General Atomics