Nel prossimo decennio i Light Combat Aircraft Tejas (LCA) Mk 1A e Mk 2 con 114 nuovi jet da combattimento da acquistare costituiranno la spina dorsale dell’Indian Air Force (IAF); contemporaneamente, gli aerei da combattimenti più anziani saranno gradualmente eliminati dalla linea operativa; l’obiettivo della IAF è di immettere in servizio il caccia di quinta generazione indigena Advanced Medium Combat Aircraft (AMCA) dopo il 2032, anno in cui è previsto il primo volo.
La IAF sta cercando di accelerare lo sviluppo e la produzione dello LCA da parte di Hindustan Aeronautics Limited (HAL). L’Aeronautica ha ordinato due lotti di venti aerei ciascuno di LCA Mk 1 allo standard IOC e FOC compresi otto velivoli biposto. Come è noto il programma LCA/Tejas si trascina da moltissimo tempo.
Una storia particolarmente tormentata
Gli studi iniziarono alla fine degli anni ottanta-primi anni novanta; il prototipo in versione monoposto volò nel 2001 mentre quello biposto nel 2009. La teorica entrata in servizio risale al 2015, ma appunto, sino ad ora, il LCA non è mai uscito dalla fase pre operativa. Più volte in questi anni il programma sembrava dover collassare anche perché la IAF aveva ed ha la necessità di eliminare dalla linea aerei come il MiG 21 bis ed il Jaguar. Ma alla chiusura definitiva del programma si sono sempre opposti i principali partiti politici e la potente HAL, giocando sul fattore nazionalistico (e lobbistico).
Problemi per gli LCA Mk 1
Infatti, la IAF prenderà in consegna gli ultimi quattro aerei nella configurazione operativa iniziale (IOC). Parimenti, si prevede la consegna di 5-6 LCA nella configurazione operativa finale (FOC) entro il mese di marzo del 2020. Peraltro, la IAF intende stipulare il contratto di acquisto per 83 LCA Mk 1A entro la fine dell’anno corrente. Questi Mk 1A dovrebbero ricevere un radar Elta EL/M-2052 AESA ed un pod di protezione elettronica EL/L-8222 ECM pod nonché la capacità di rifornimento in volo.
In realtà, la produzione dello standard FOC era già iniziata ma sono stati riscontrati diversi problemi che hanno impedito di continuare le consegne, fino alla risoluzione dei medesimi.
L’HAL sta allestendo un’altra linea di assemblaggio in collaborazione con altra l’industria, al fine di poter aumentare la produzione degli LCA dagli attuali otto a sedici velivoli. Da notare come siano aumentati i costi; se per un LCA MK1 il prezzo era fissato a circa 23 milioni di dollari, per lo MK 1A il prezzo richiesto si aggira attorno ai 40 milioni di dollari. Ovviamente, per la questione dei costi si è scatenata una “battaglia” tra il 2017 e quest’anno tra IAF, Ministero della Difesa ed HAL; ognuno ha tentato di far valere le proprie esigenze, con la IAF che più volte ha minacciato di cancellare il programma.
La nuova versione Mk 2
La IAF è anche interessata ad accelerare lo sviluppo della LCA Mk 2 e dell’AMCA, che sono fondamentali per mantenere la sua forza di combattimento. Il LCA Mk 2 dovrebbe essere pronto nel 2022-23, e la IAF sta progettando di riprodurlo in grossi numeri.
Infatti, per la IAF e per la HAL il LCA Mk 2 è di importanza strategica in quanto costituirà il “ponte” tecnologico con il nuovo AMCA. Pertanto, sulla versione Mk 2 saranno investite ingenti risorse, sia per lo sviluppo, sia per evitare di ripetere il “calvario” sin qui patito dal LCA Mk.1.
Nelle intenzioni della HAL la nuova versione dovrebbe ricevere un radar AESA nonché sistemi elettronici, di protezione ed armamenti di produzione nazionale. Sono previsti anche un IRST ed un MAWS di nuova generazione. Tale versione dovrebbe avere una fusoliera più lunga per permettere l’installazione di un motore più grande e potente, e maggiore capacità di carico.
Come per il LCA Mk.1, la HAL vuole derivarne, oltre la versione biposto, anche una versione imbarcabile per le esigenze della Marina. C’è da dire che dopo un ciclo di prove tenuto un paio di anni fa con esito negativo, quest’anno, apparentemente, i test sono stati ripetuti con esito positivo. Infatti, il LCA è stato sottoposto a prove di decollo da uno ski jump costruito a terra ed ha simulato l’appontaggio con sistemi di cavi a terra.
L’AMCA
Come detto, l’obiettivo è riuscire a far volare l’AMCA nel 2032 e di poterne avviare la produzione di serie. Invero, l’India vuole limitare la dipendenza tecnologica dall’Estero; peraltro, i prodotti “indigeni” finora non hanno avuto gran successo.
Conseguentemente Nuova Delhi è costretta ad acquistare in Russia, Stati Uniti ed Europa sistemi d’arma avanzati. Tutt’al più è riuscita ad ottenere la produzione su licenza o delle partnership solo con la Russia. Da notare che sembra saltata la joint venture tra Sukhoi e HAL per costruire il caccia di quinta generazione Su-50 in allestimento indiano.