Il Governo di Copenaghen ha comunicato il prossimo ritiro del contingente militare schierato in Mali per il contrasto di movimenti indipendentisti islamisti.

Il dispositivo militare messo in campo dalla Danimarca prevedeva lo schieramento di forze speciali, un’unità medica, una sezione di cyber difesa ed un aereo da trasporto C-130 con equipaggi di volo e tecnici di manutenzione a terra.
Trattasi dell’ennesimo ritiro dal Paese Africano guidato da un Giunta provvisoria, di uno dei Paesi europei che contribuisce alla forza anti terrorismo Takuba.
I problemi in Mali sono noti e sono aggravati dalla gestione del potere della Giunta provvisoria che ha messo in discussione praticamente tutti gli atti compiuti dal precedente Governo.
Attualmente, Bamako ha pessimi rapporti anche con Parigi con la quale più volte si è andati agli scontri diplomatici aperti.
La situazione in Mali è degenerata allorquando la giunta provvisoria, che ha preso il potere con un golpe, ha “assunto” la Wagner, la società russa di contractors per servizi di sicurezza; la presenza russa ovviamente non è gradita ai governi occidentali che partecipano con i propri contingenti alla Task Force Takuba.
La Svezia ha già ritirato il suo contingente di forze speciali perché non intende collaborare con i Russi.
Peraltro, la situazione in Mali è lungi dal essere risolta; prova ne è il recente attacco subito dalla Base Operativa Avanzata di Gao dove è stanziato il contingente italiano; nel corso del attacco eseguito con mortai è deceduto un militare francese.
Lo stesso Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha convenuto con l’omologo francese Florence Parly sulla necessità di continuare a tenere alta l’attenzione sulla situazione in Mali, manifestando preoccupazione per la presenza strutturata di Wagner nell’area, auspicando un’azione forte e sinergica da parte dei Paesi UE che contribuiscono a Takuba.
Peraltro la situazione della Task Force Takuba è a dir poco fluida, poiché Norvegia, Portogallo e Ungheria che si erano detti pronte ad inviare uomini e mezzi sono in attesa di validazione da parte della giunta di Bamako e, pertanto, al momento non hanno ancora trasferito in Mali i propri contingenti.
Situazione complicata anche per la Germania che si è vista negare l’accesso dello spazio aereo maliano ad un suo velivolo da trasporto militare Airbus A400M con a bordo circa 80 militari.
Il piano di volo era già stato approvato da parte delle autorità di Bamako ma, proprio durante la crociera in alta quota, il Mali ha negato l’accesso.
L’aereo ha dunque dovuto raggiungere l’aeroporto spagnolo di Gran Canaria in attesa di chiarimenti tra i due Governi.
La Germania impiega in Mali quasi 1.200 militari che ricevono i rifornimenti dall’aeroporto di Niamey in Niger.
Almeno su questo fronte la situazione sembra avere trovato soluzione, dato che MINUSMA ha annunciato la ripresa dei voli dopo “una serie di proficue discussioni con le autorità maliane”.