Secondo quanto riportano le Agenzie di stampa Reuters e Anadolu, la Turkish Petroleum (TPAO) ha richiesto ufficialmente alle autorità della Libia un permesso di esplorazione nel Mediterraneo centro -orientale.
La procedura sarebbe già in stato molto avanzata ed Faith Dommez, Ministro Turco per l’Energia, ha detto che l’esplorazione inizierà non appena il processo sarà completato.
E’ una mossa potenzialmente in grado di far detonare i rapporti critici che intercorrono tra Ankara e Atene, Cipro nonché Il Cairo, mentre in Libia lo scontro con Haftar, sostenuto dagli Emirati Arabi Uniti, ormai è aperto.
Peraltro, nei giorni passati il Ministro degli Esteri turco Hamy Aksoy ha accusato apertamente Grecia, Cipro, Egitto, Francia ed Emirati Arabi Uniti di aver costruito una “alleanza del male, perseguendo il caos e l’instabilità regionale nel Mediterraneo. Infatti, questi Paesi si sono opposti anche all’ennesimo tentativo di esplorazione petrolifero turco nelle acque cipriote, nonché protestato contro l’accordo militare tra Tripoli ed Ankara in violazione dell’embargo sulle armi deciso dall’ONU. I Ministri degli Esteri di questi cinque Paesi, riunti in teleconferenza, hanno fermamente condannato l’attivismo militare turco in Libia esortando Ankara a smettere di alimentare con armi e combattenti il governo di Tripoli.
Il Governo di Accordo Nazionale della Libia, guidato da Fayez al-Sarraj, riconosciuto a livello internazionale ha firmato un accordo con la Turchia nel novembre 2019. Tale accordo mira a creare una vasta zona economica esclusiva che copre la costa meridionale del Mediterraneo della Turchia sino alla costa nord-orientale della Libia, evidentemente, in acque in cui, attualmente, si sovrappongono le ZEE greche, libiche, egiziane.
Grecia, Cipro, Egitto ed EAU si sono opposti in modo feroce all’accordo e lo definiscono illegale, un’accusa respinta dalla Turchia. L’UE, spronata dalla Francia, si oppone anche all’accordo marittimo, ed anche Roma, sia pure più blandamente si è dichiarata contraria all’accordo turco-libico sulla ZEE e su quello dei confini marittimi. Peraltro, i rapporti tra Roma ed Ankara sono diversi anche alla luce del aiuto turco prestato in Somalia dai servizi di intelligence di Ankara nella liberazione della nostra connazionale Silvia Romano sequestrata in Kenya e finita in mano dei miliziani di al Shabaab, un movimento integralistico islamico fortemente presente nel Corno d’Africa.
Da notare che anche la NATO, per bocca del Segretario Generale Jens Stoltenberg ha detto ieri che l’Alleanza Atlantica è pronta a supportare il Governo di Accordo Nazionale della Libia, e che, nonostante sia formata da partner che su molte questioni hanno posizioni diverse, la Turchia rimane un Alleato importante.