Il Mali, dopo il colpo di Stato del 2021, il secondo in meno di due anni, ha radicalmente cambiato la propria posizione nei confronti delle nazioni occidentali annunciando più volte che la presenza di altri paesi non è ben accetta.
Allo stesso tempo però il Mali e la Giunta Militare accettano le operazioni dei mercenari russi del gruppo Wagner.
Questo quadro ha creato non poco attrito tra il Mali e la Francia con l’Unione Europea particolarmente attiva nel promuovere sanzioni contro lo Stato africano.
Le nazioni europee attualmente impiegate nell’Operazione Barkhane ed all’interno della Task Force Takuba hanno quindi deciso, unitamente al Canada, di ritirare le rispettive risorse dispiegate in modo coordinato.
A fine gennaio 2022 la Danimarca aveva già annunciato il ritiro del proprio contingente a causa del degradamento delle condizioni politiche.
Per queste ragioni ventinove tra paesi ed organizzazioni internazionali hanno deciso pubblicare una dichiarazione congiunta:
Alla vigilia del Vertice Unione Europea – Unione Africana, noi, saheliani e paesi vicini, nonché partner internazionali, ci siamo incontrati per discutere della situazione nel Sahel. Rimaniamo impegnati a sostenere il Mali e il suo popolo nei loro sforzi per raggiungere una pace e stabilità sostenibili e per combattere le minacce terroristiche nella regione del Sahel.
Riaffermiamo tutti la nostra forte volontà di continuare la nostra collaborazione e il nostro impegno con il popolo del Mali a lungo termine per affrontare tutte le sfide poste dall’attività dei gruppi terroristici armati nel Sahel.
Osserviamo e ci rammarichiamo che le autorità transitorie maliane non abbiano adempiuto ai loro impegni nei confronti dell’ECOWAS, sostenute dall’Unione Africana, di tenere le elezioni presidenziali e legislative entro il 27 febbraio 2022. Esortiamo le autorità maliane a completare il periodo di transizione e organizzare elezioni libere, eque e credibili. Sosteniamo pienamente gli sforzi in corso dell’ECOWAS e dell’Unione Africana per il ritorno del Mali all’ordine costituzionale nel più breve tempo possibile.
Incoraggiamo vivamente le autorità maliane a impegnarsi nuovamente in un dialogo costruttivo con l’ECOWAS e l’Unione Africana, al più alto livello per trovare una via da seguire a beneficio della stabilità e dello sviluppo del Mali e della regione in generale.
A causa delle molteplici ostruzioni delle autorità transitorie maliane, il Canada e gli Stati europei che operano a fianco dell’Operazione Barkhane e all’interno della Task Force Takuba ritengono che le condizioni politiche, operative e legali non siano più soddisfatte per continuare efficacemente il loro attuale impegno militare nella lotta al terrorismo in Mali e hanno deciso di iniziare il ritiro coordinato delle rispettive risorse militari dedicate a queste operazioni dal territorio maliano. In stretto coordinamento con gli Stati vicini, hanno anche espresso la volontà di rimanere impegnati nella regione secondo le rispettive procedure costituzionali.
Su richiesta dei loro partner africani e sulla base delle discussioni sulle future modalità di azione congiunta, hanno deciso comunque di continuare la loro azione congiunta contro il terrorismo nella regione del Sahel, compreso in Niger e nel Golfo di Guinea, e hanno avviato politiche e militari consultazioni con loro al fine di definire i termini di questa azione condivisa entro giugno 2022.
Sottolineiamo il contributo essenziale della MINUSMA alla stabilizzazione del Mali, all’attuazione dell’accordo di pace, alla protezione del popolo maliano, compresi i suoi diritti umani, e alla creazione di un ambiente sicuro per l’assistenza umanitaria. Riconosciamo inoltre l’impegno e il prezzo in termini di vite umane pagati dalle truppe e dai paesi che contribuiscono alla polizia.
Allo stesso modo, ricordiamo il contributo sostanziale dell’Unione Europea e delle sue missioni alla pace e alla sicurezza nel Sahel. Riaffermiamo il compito cruciale di rafforzare i mezzi e le capacità delle forze di sicurezza dei paesi della regione, e quindi di aumentare la sicurezza delle popolazioni locali, se e dove si verificano le condizioni necessarie.
Dato l’impatto della situazione sulla popolazione maliana, prendiamo tutti atto del nostro impegno di lunga data nei confronti del popolo del Mali e della nostra volontà di continuare ad affrontare le cause profonde dell’insicurezza mobilitando assistenza per soddisfare i bisogni immediati e a lungo termine della popolazione, in particolare le persone più vulnerabili. Riaffermiamo inoltre la nostra volontà di continuare ad impegnarci nel dialogo con le autorità di transizione maliane.
Al fine di contenere la potenziale espansione geografica delle azioni dei gruppi terroristici armati verso il sud e l’ovest della regione, i partner internazionali si dichiarano disponibili a considerare attivamente l’estensione del loro sostegno ai paesi limitrofi del Golfo di Guinea e dell’Africa occidentale, sulla base di le loro richieste. Queste azioni sosterrebbero iniziative e organizzazioni regionali pertinenti come l’Unione Africana, ECOWAS, l’iniziativa del G5 Sahel e Accra e rafforzare le strategie nazionali per migliorare la resilienza e le condizioni di vita e di sicurezza nelle regioni più vulnerabili.
Chiediamo all’Alto Rappresentante della Coalizione per il Sahel di organizzare rapidamente una riunione della Coalizione, con l’obiettivo di valutare la tabella di marcia adottata nel marzo 2021 e tenere conto di questi nuovi sviluppi.
Firmatari: Belgio ; Benin; Canada; Ciad ; Repubblica Ceca ; Danimarca; Estonia; Francia ; Germania ; Ghana; Ungheria ; Italia ; Costa d’Avorio ; Lituania; Mauritania; Paesi Bassi ; Niger ; Norvegia; Portogallo; Romania; Senegal; Slovacchia; Slovenia; Svezia ; Andare ; Consiglio europeo ; Commissione europea ; Coalizione per il Sahel; Commissione dell’Unione Africana.