di Raffaella Aghemo
A falle di app o di piattaforme, che scatenano data breach e conseguenze “catastrofiche” per la privacy di milioni di utenti, ormai siamo abituati: il saperlo ci dovrebbe solo incoraggiare a tutelare maggiormente i nostri dati e a “fortificare” i sistemi di sicurezza, mai troppo sicuri e mai totalmente inattaccabili!
Quello che sta invece, recentemente emergendo, è il proliferare di violazioni, esposte in pubblica piazza, di hacking nei sistemi elettorali che, probabilmente, sono sempre accaduti ma mai apertamente svelati. L’ultimo caso si è verificato in queste ultime ore, in una app, utilizzata dal partito conservatore al potere, in Israele, che ha rivelato, agli hacker, le informazioni personali di quasi 6,5 milioni di israeliani! L’app è stata utilizzata durante la campagna promozionale del partito Likud, partito nazionalista liberale israeliano di Benyamin Netanyahu, il quale si prepara per ottenere la quarta rielezione consecutiva al mandato, nelle prossime primarie previste a marzo.
Questo avviene, quasi come una ironia del destino, a seguito della precedente campagna diffamatoria contro il leader del partito Blu e Bianco, Benny Gantz, campagna che sosteneva che il telefono dell’ex capo dell’esercito, fosse stato violato dall’intelligence iraniana.
I dati esposti, nomi, indirizzi, seggi elettorali e, talvolta, anche numeri di telefono, sarebbero riconducibili a difetti della app chiamata Elector, progettata dalla società di software israeliana Feedback.
“Gola profonda” dell’accaduto, un anonimo hacker che avrebbe svelato tale criticità in un podcast dal titolo evocativo “Cyber Cyber”, di un esperto in sicurezza, Noam Rotem.
Per ora né la società Feedback, né Elector hanno rilasciato commenti al riguardo!