fbpx

L’audizione del Generale Goretti e le prospettive del programma Tempest

Si è svolta presso le Commissioni Difesa riunite di Camera e Senato l’audizione del nuovo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, relativamente al programma Tempest appena presentato in Parlamento.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Miliatare ha sottolineato il ruolo di “ponte” che l’Italia ha assunto tra Unione Europea e NATO nell’ambito del rafforzamento della Difesa Europea, senza indebolire politicamente e militarmente l’Alleanza Nord Atlantica.

Il Generale Goretti ha sviluppato il suo intervento in ordine ai benefici di ordine militare, industriale e di ricerca che il programma Tempest comporterà per l’Italia, a seguito dell’avvenuta adesione all’iniziativa britannica a cui partecipa anche l’industria aerospaziale svedese con il consenso del Governo di Stoccolma.

Il programma Tempest è teso alla realizzazione di un velivolo da superiorità aerea di sesta generazione che sostituirà, a partire dal 2035, i caccia di quarta generazione e mezza Eurofighter Typhoon in servizio con l’Aeronautica Militare Italiana e la Royal Air Force.

Inoltre, il Tempest è il candidato naturale alla sostituzione delle versioni più datate dei caccia bombardieri Saab Gripen in servizio con la Reale Aeronautica Svedese, la quale sta immettendo in servizio la versione potenziata e migliorata Gripen E.

Il Tempest sarà un vero e proprio sistema operativo in cui confluiranno le tecnologie più moderne sviluppate e da sviluppare da parte dell’industria aeronautica britannica, italiana e svedese, con un occhio anche a quella giapponese.

Infatti, il Giappone ha espresso più di un interesse alla partecipazione al programma Tempest; all’ultimo evento DESI tenuto lo scorso settembre a Londra, nello stand della RAF vi era il mock-up del Tempest sormontato dalle bandiere del Regno Unito, Italia, Svezia e Giappone, segno evidente che i colloqui in atto tra Regno Unito e Giappone siano ben indirizzati in tal senso.

Nel programma Tempest il Governo Britannico (e quello Italiano, di riflesso) intravedono, a fronte di un corposo investimento, un ritorno importante in termini economici, di ammodernamento industriale e sviluppo tecnologico. La linea di produzione unica sarà altamente automatizzata permettendo di abbattere costi e tempi di allestimento, migliorando al contempo anche la qualità, con la possibile partecipazione industriale allargata ad altri Paesi.

Tornando all’audizione, il Generale Goretti ha voluto sottolineare che l’Italia ha deciso di aderire al programma Tempest perché ha un ruolo più importante rispetto a quello che il programma FCAS franco-tedesco può garantire; il FCAS/SCAF è l’analoga iniziativa lanciata da Parigi e Berlino a cui si è aggiunta Madrid, volta a realizzare un velivolo da superiorità aerea di 6a generazione.

Il CSMA ha indicato nell’ultra quarantennale collaborazione industriale aeronautica con il Regno Unito, partita con il programma Panavia Tornado ed attualmente in corso nell’ambito del consorzio Eurofighter, la chiave della nostra naturale partecipazione al programma Tempest.

Per l’Italia sarà presente la filiera aeronautica composta da Leonardo, Avio, Elettronica e MBDA IT ed i principali centri di ricerca aerospaziali nazionali.

Inoltre, il Generale Goretti ha specificato che l’adesione al programma Tempest è maturata anche per le attuali capacità operative dell’AMI e della RAF che gestiscono sia l’F-35, il cacciabombardiere di quinta generazione prodotto da Lockheed Martin nel ambito del programma Joint Strike Force, sia l’Eurofighter Typhonn, velivolo per il quale Londra e Roma stanno investendo risorse per ammodernarlo e per sviluppare tecnologie che saranno impiegate anche per il Tempest. Quindi, si tratta di una vera e propria unità d’intenti e di convergenza operativa tra Londra e Roma, evidenziata “plasticamente” anche dalle recenti esercitazioni aeronavali nel Mediterraneo a bordo della portaerei HMS Queen Elizabeth con il rischieramento di velivoli F-35B dell’Aeronautica Militare e della Marina Militare che si sono aggiunti ai Lightning II del US Marine Corps e della RAF già presenti.

Sul punto dell’eventuale fusione dei programmi Tempest e FCAS/SCAF, onorevoli e senatori hanno posto specifiche domande al CSMA il quale ha auspicato che le due iniziative si possano fondere, sostenendo che le risorse richieste per questi programmi sono ingentissime e non è pensabile finanziare due programmi alla fine equivalenti.

Al momento, il Governo di Londra ha assegnato risorse al programma fino al 2025 pari a 2 mld di sterline a cui si aggiungono 800 milioni di sterline investiti dal consorzio industriale formato da BAE Systems, Leonardo UK, Rolls Royce e MBDA UK.

Per quanto riguarda l’Italia, è stato appena presentato al Parlamento il programma che, suddiviso in quattro fasi, prevede il finanziamento delle prime due fasi con circa sei miliardi di euro. Come detto, da parte italiana altre risorse sono state già assegnate al programma di ammodernamento del Typhoon per la messa a punto di tecnologie che troveranno spazio anche nel programma Tempest.

Peraltro, allo stato attuale i due programmi Tempest e FCAS/SCAF viaggiano su binari paralleli e, al di là delle dichiarazioni di intenti espresse da leader militari, politici ed industriali, non si intravede una vera e propria prospettiva di convergenza totale dei due programmi.

E’ più probabile una convergenza e, quindi, un auspicabile contenimento dei costi su singoli sistemi all’interno dei concetti Tempest e FCAS/SCAF, come sui velivoli senza pilota che accompagneranno in battaglia i velivoli pilotati o sulle armi di nuova generazione, od ancora sui sistemi di comunicazione e di protezione. Su questi aspetti è più probabile trovare una convergenza piuttosto che sul intero sistema, dove gli interessi nazionali prevalgono e non appaiano facilmente superabili sia a livello militare, sia a livello industriale.

Le differenze tra i due programmi sussistono ed appaiano anche sostanziali, a partire dalla capacità di attacco nucleare che Parigi vuole conferire ai suoi velivoli nonché per la versione navale che sarà imbarcata sulla nuova portaerei a propulsione nucleare il cui programma è stato appena lanciato dalla Francia. Al contrario, il programma Tempest non prevede alcuna capacità di attacco nucleare né, tantomeno, una versione imbarcata, con la RAF e la Royal Navy che pensano ad UCAV da imbarcare a fianco degli F-35B che saranno modernizzati nel corso degli anni.

Articolo precedente

Altri tre F-35A consegnati all’Australia

Prossimo articolo

F-35B precipitato, colpa di una copertura in plastica

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Latest from Blog

Ultime notizie