Dopo un importante intervento di ammodernamento, i primi B1 Centauro surplus dell’Esercito italiano sono entrati in servizio presso la Reale Forza Terrestre Giordana.
L’ingresso in servizio è stato suggellato da una imponente parata di Centauro davanti alle più alte cariche militari tra cui il Maggior Generale Yousef Huneiti, Capo di Stato Maggiore della Difesa.
I mezzi sono inquadrati nel 3° Battaglione Reali Carri posto sotto le dipendenze della 60^ Brigata Reale Corazzata “Principe Hassan” a sua volta in organico al Comando Centrale di base ad Amman.
Il numero complessivo di Centauro che hanno lasciato la Penisola per approdare in Giordania sono 141 di cui 24 ceduti a titolo gratuito nel 2014 ed i rimanenti 117 venduti ad una cifra praticamente simbolica di 47.000 euro a blindato nel 2015.
Del totale per i “migliori” 80 B1 Centauro è previsto un ciclo di manutenzione e aggiornamento prima di entrare ufficialmente in servizio mentre gli altri 61 saranno usati come pezzi di ricambio.
Aggiornamento B1 Centauro
Il problema principale di tutta questa storia è che l’aggiornamento dei B1 Centauro ceduti non è stato assegnato dai giordani al CIO (Consorzio Iveco-Oto Melara) bensì ad una azienda spagnola.
La Star Defence Logistics & Engineering (SLDE) con sede a Madrid ha vinto nel 2018 un contratto multi milionario per l’aggiornamento di 80 Centauro, la fornitura di Supporto Logistico Integrato (SLI) e l’addestramento del personale.
Secondo quanto ha potuto apprendere Aeronautica&Difesa (numero di gennaio 2019) da fonti interne all’azienda, le notizie che davano la presenza del CIO alla gara internazionale sono prive di fondamento dato che il consorzio ha sempre rifiutato di scendere a gara con altre industrie sottolineando il suo ruolo di “detentrice del design” per il B1 Centauro.
La punto nodale della questione è capire quali interventi ha fatto la SLDE sui B1 Centauro. Non c’è dubbio che possa fornire assistenza per la manutenzione, anche contando sui 61 B1 da cannibalizzare, ma per gli aggiornamenti è tutta un altra storia.
Secondo il comunicato stampa della SLDE è stata sostituita la telecamera termica a disposizione del cannoniere con una di terza generazione che può rivelare bersagli fino a 11 chilometri di distanza ed il sistema di tiro.
Il resto dei sistemi compreso comunicazione, navigazione, elaborazione dei dati, scambio di informazioni,etc è quindi rimasto inalterato perdendo dunque la possibilità di integrare il mezzo con le più moderne reti e sistemi di comando e controllo.
Per rendere la faccenda ancora più intricata, a dicembre 2020 l’Esercito italiano ha condotto due distinti percorsi didattici “Gun and Commander” e “Maintenance e Driver” presso la Scuola di Cavalleria di Lecce a cui hanno partecipato diversi militari giordani.
Nel comunicato dell’EI si legge infatti: “Il personale dell’Esercito Giordano ha assistito alle lezioni teoriche, per poi cimentarsi dapprima con i sistemi di simulazione presso i Dipartimenti Didattici e, successivamente, sulla piattaforma da combattimento, con attività addestrative in bianco e “a fuoco simulate” nonché nelle attività pratiche di mantenimento. Inoltre, è stato dato ampio risalto all’addestramento individuale del combattente e ai nuovi orientamenti riguardanti le tecniche di combattimento nelle aree urbanizzate con sessioni di addestramento pratiche di Fighting in Built Area (FIBUA).“