Per il finanziamento dei nuovi velivoli da combattimento, frutto del progetto comune franco-tedesco, oggi potrebbe essere una data che passerà alla Storia.
La Germania, fin qui, si è dimostrata più che prudente sul lato finanziario dell’impresa; per la prima volta, intende stanziare le risorse iniziali volte a sostenere la ricerca del sistema aeronautico di sesta generazione conosciuto anche come FCAS o Future Combat Air System.
Il FCAS sarà basato su velivoli con equipaggio e unmanned interagenti sotto il controllo dei primi, divenendo i successori degli “Eurofighter ” e dei residuali “Tornado ” nelle fila della Luftwaffe, mentre andrà ad integrare e sostituire, in un secondo tempo, i Rafale in servizio con l’Armée de l’Air.
Deliberazione parlamentare storica
Nella giornata odierna i membri del Bundestag, su proposta del Comitato di Bilancio, sono chiamati ad autorizzare un primo stanziamento di 32,5 milioni di euro, budget iniziale che simboleggia il pieno vigore del partenariato franco-tedesco rafforzatosi in questo ultimo triennio.
L’obiettivo comune perseguito da Berlino e Parigi è rendere l’Europa ancora più indipendente dagli Stati Uniti con lo sviluppo di tecnologie avanzatissime come quelle richieste per un caccia di sesta generazione.
In occasione del prossimo Air Show di Le Bourget vicino a Parigi, i due governi sottoscriveranno solennemente un nuovo accordo, questa volta operativo, per dare luce verde definitiva all’impresa.
Il predetto stanziamento tedesco dovrebbe essere impegnato per lo sviluppo dell’apparato motore del cosiddetto FCAS.
I problemi iniziali
Il programma è gestito dalla francese Dassault e dal consorzio Airbus; Dassault ha assunto il controllo del progetto sulla base della maggiore esperienza maturata nel settore degli aerei da combattimento a differenza di Airbus che non ha grandi conoscenze in quanto la cellula del Eurofighter, in cui il consorzio franco-tedesco-spagnolo – britannico è presente come fornitore di sistemi, è stata sviluppata in Gran Bretagna dall’attuale BAE Systems, partendo dal velivolo dimostratore di nuove tecnologie EAP.
Pare che sul punto del controllo e direzione del programma non siano mancate frizioni tra Dassault ed Airbus, poi ricomposte, che hanno portato la compagine francese a ritirare in un primo momento la delegazione tecnica di una ventina di ingegneri, per lo più specialisti di aerodinamica e di cellule di velivoli da combattimento, che era stata distaccata presso Airbus, a corto di specialisti in materia.
Il Cancelliere Angela Merkel ed il Presidente Emmanuel Macron nel 2017 avevano concordato il principio della partnership per un nuovo aereo da combattimento comune.
I costi stimati ed il paragone con l’F-35
Secondo la documentazione predisposta dal Ministero federale delle finanze a favore dei membri del Comitato di bilancio, il costo, per il solo sviluppo del sistema FCAS, è stimato fino all’anno 2030 in circa 8 miliardi euro.
In questa imponente cifra non rientrano i costi di costruzione dei velivoli la cui consegna graduale è fissata per il 2040. Il piano di costi è ambizioso e, probabilmente, ampiamente sottovalutato; a paragone, sino ad oggi gli Stati Uniti hanno impegnato circa 55 miliardi di dollari per lo sviluppo del Joint Strike Fighter o Lockheed Martin F-35 “Lightning II”, l’unico caccia bombardiere di quinta generazione operativo al Mondo insieme al più risalente F-22 “Raptor” in forza esclusivamente all’USAF.
Il progetto franco- tedesco è considerato il nucleo per la creazione di una industria e di una politica di difesa comune dell’Unione europea e prevede anche lo lo sviluppo di un nuovo carro armato di battaglia che dovrebbe sostituire, rispettivamente, i Leopard 2A6-7 e i Leclerc oggi in uso.
Chi potrebbe partecipare
Anche il Belgio e la Spagna hanno espresso in tempi diverso la loro disponibilità ad aderire al progetto, ma la loro situazione è differente.
Per gli spagnoli sarebbe naturale aggregarsi all’impresa perché CASA da tempo è inglobata in Airbus ed Indra è partner di Airbus nonché dell’industria francese.
Madrid, nell’attesa del FCAS, potrebbe decidere di acquistare un ridotto numero di F-35B, la versione a decollo corto, per sostituire gli ormai anziani AV-8B Plus Harrier II in dotazione all’Aviazione imbarcata dell’Armada.
Molto più complicato è il discorso che riguarda i Belgi, i quali hanno recentemente optato, nel processo di selezione dei sostituti degli attuali F-16 MLU, per i “malvisti” F-35 (da Parigi e dal versante politico di Berlino, non da quello militare), programma al quale saranno chiamate a partecipare numerose imprese belghe come sub fornitrici.
La posizione di Londra, Roma e Stoccolma
Dal FCAS sembrano attualmente fuori Londra e Roma, le quali, già partner di Berlino nei programmi Tornado ed Eurofighter Typhoon, a suo tempo entrarono come Partner di I e II livello nel programma JSF o F-35.
La RAF e l’AM hanno la necessità in prospettiva di sostituire principalmente i Typhoon e non gli F-35 che nel 2040, data di ingresso in servizio prevista per i primi FCAS, avranno raggiunto la piena maturità operativa grazie al continuo processo di sviluppo “a spirale” con cui è stato impostato questo programma.
Londra, da parte sua, ha lanciato il programma Tempest del quale sono parti attive BAE Systems, Rolls Royce e Leonardo UK, la divisione britannica della nostra holding.
Il Regno Unito ha lanciato più di un segnale a Roma per la piena partecipazione nel programma.
Per gli ambienti militari ed industriali italiani questa sarebbe la scelta più logica e gradita perché garantirebbe una partecipazione di qualità per il nostro comparto industriale, considerato che il programma franco-tedesco è piuttosto chiuso.
Purtroppo, allo stato attuale difetta un chiaro indirizzo politico governativo in tal senso, e ciò pregiudica in modo sostanziale qualsiasi partecipazione italiana al programma britannico come a quello franco-tedesco.
Anche Stoccolma starebbe convergendo sul programma Tempest portando in dote l’esperienza accumulata da Saab.
Inizia la fase di studio
Lo sviluppo del nuovo velivolo, peraltro, è oscurato da una forte controversia tra le parti tedesca e francese sulla questione di come il FCAS possa essere esportato in futuro anche fuori dalla UE e della NATO. La SPD, quale partner della grande coalizione di maggioranza, ha finora impedito di trovare un accordo in tal senso con la sua posizione intransigente, costringendo il Governo tedesco a rinviare la questione che, peraltro, è di importanza basilare per Parigi.
I francesi hanno già iniziato gli studi sul sistema propulsivo grazie alle risorse messe a disposizione dal comparto industriale.
Il nodo scorsoio delle esportazioni ed i possibili veti politici tedeschi
Negli ultimi mesi, a causa della controversia sulle regole di esportazione, l’intero progetto sembrava destinato ad incagliarsi se non addirittura al fallimento.
L’assegnazione dei primi fondi del bilancio federale tedesco a Parigi è interpretata come un segnale politico importante.
Nel mese di settembre, nuovi studi iniziali più importanti richiederanno esborsi finanziari molto più corposi rispetto a quanto fin qui stanziato, dovendo riguardare la configurazione aerodinamica, la cabina di pilotaggio ed il sistema di controllo elettronico del velivolo.
Peraltro, prima di impegnare pesantemente le risorse, Parigi minaccia apertamente Berlino di fermare il progetto se non verrà trovata una soluzione reciprocamente concordata relativa all’esportabilità del sistema FCAS.
Su questo punto, la questione è apertissima perché dall’ultima tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo, la CDU ha tenuto sia pure conoscendo un calo di consensi, la SPD è crollata, con una decisa avanzata del Partito dei Verdi che da sempre ha assunto posizioni anti militariste e che si è già detto contrario al programma FCAS.
Il dato elettorale che i Verdi hanno riportato alle elezioni europee è importante in prospettiva, per la composizione parlamentare tedesca; infatti, analogo risultato potrebbe ripetersi nel rinnovo del Bundestag , portando a definitiva crisi la Grande Coalizione attualmente al Governo, che già non gode di buona salute per i rapporti tra CDU e CSU e con la SPD in grave crisi di consensi.
In prospettiva in Germania potrebbe affermarsi una nuova maggioranza politica-parlamentare che porterebbe alla formazione di un nuovo esecutivo che potrebbe rivedere interamente la questione.
(foto Airbus)
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