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A Royal Canadian Air Force (RCAF) CF-18 Hornet, 4-Wing, takes off from Cold Lake, Alberta, Canada during the second Tiger Meet of the Americas. The Hornet is carrying two types of Air Combat Maneuvering Instrumentation (ACMI) pods on the wing tips. The Tiger Meet of the Americas, first ever held in Canada, inaugurated in 2001 in the Western Hemisphere to carry on the Tiger tradition of the long-established European original experience; promoting solidarity and operational understanding between NATO members. The Meet attracted 400 participants and over 20 aircraft, with at least 6 fighter jets painted in distinctive "Tiger" schemes. For a squadron to be invited, only one simple criterion required, the unit must have a Tiger or other big cat on their unit's insignia or as a mascot.

Boeing fuori dalla competizione canadese per il nuovo caccia

La gara per il nuovo caccia multiruolo destinato alla Royal Canadian Air Force registra una clamorosa novità.

Infatti, la Difesa Canadese avrebbe comunicato a Boeing la sua esclusione perché l’offerta presentata, relativa gli F/A-18 E/F Super Hornet, non sarebbe stata giudicata congrua.

Al momento, rimangono in lizza il Lockheed Martin F-35A, programma a cui le industrie canadesi partecipano con un ritorno economico per le casse erariali di Ottawa, ed il caccia multiruolo Saab Gripen.

E’ importante rammentare che in origine, nel 2010, il Canada aveva deciso l’acquisto di 65 F-35A, oltre detenere una partecipazione industriale a pieno titolo nel programma Joint Fighter Strike.

Gli F-35A avrebbero dovuto sostituire nelle fila della RCAF gli ormai anziani CF-18 Hornet, entrati in servizio nel corso dei primi anni ottanta.

Ma l’ascesa al governo del Partito Liberale guidato da Justin Trudeau ha “rimescolato le carte” bloccando l’appalto ed aprendo di fatto una nuova gara.

A tale gara si erano presentate Dassault con il Rafale, Eurofighter con il Typhoon, Lockheed Martin con l’F-35A e Boeing con l’F/A-18 Super Hornet.

La partecipazione di Boeing avveniva nonostante il contenzioso esistente tra Canada e Stati Uniti per le pratiche protezionistiche che Washington assicurava a Boeing a discapito della canadese Bombardier nrl settore dei velivoli civili.

La nuova gara prevede un massimo di 88 caccia bombardieri con un costo massimo stimato di 15 miliardi di dollari statunitensi o 19 miliardi di dollari canadesi, con importanti ritorni industriali ed occupazionali per l’industria canadese che devono essere garantiti dal vincitore.

Uno dei requisiti essenziali del nuovo caccia è che sia pienamente compatibile con il NORAD o Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America, e, pertanto, deve essere in grado di interfacciarsi senza problemi con la difesa aerea statunitense e canadese. 

Per la RCAF la situazione è complicata perché la scelta finale della migliore offerta, a meno di ulteriori colpi di scena, sarà compiuta l’anno prossimo, per cui passeranno almeno tre anni tra sigla del contratto e consegna dei primi velivoli.

Per far fronte a questa “emergenza” la RCAF è stata costretta ad acquistare un certo numero di vecchi Hornet che l’Australia ha ritirato per far posto, ironia della sorte, ai nuovi F-35A nelle fila della RAAF.

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