La mattina dell’8 gennaio, poco dopo l’attacco iraniano contro obiettivi statunitensi in Iraq, il 737-800 dell’Ukraine International Airlines si apprestava a decollare dall’aeroporto di Tehran Imam Khomeini con destinazione Kiev. A bordo c’erano 167 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio.
Il 737 è decollato alle 6:13 e conseguentemente istruito dai controllori a salire a 26.000 piedi. Al momento del decollo nè i piloti né chi era in torre di controllo e poteva vedere l’aereo hanno rilevato la presenza di fuoco a bordo.
Alle 6:18, sei minuti dopo il decollo, il segnale del transponder del velivolo si è interrotto improvvisamente mentre il 737 era ormai a 8.000 piedi di altitudine. I piloti non hanno segnalato nè prima nè dopo alcun guasto. Nessuna delle 176 persone a bordo è sopravvissuta allo schianto.
In base all’ultima posizione nota e al luogo dell’incidente si evince che l’aereo abbia virato verso destra per ritornare all’aeroporto ma durante la manovra è precipitato al suolo.
L’interruzione improvvisa del segnale del transponder e il silenzio radio suggeriscono la perdita del sistema elettrico del 737. L’evento scatenante di tale avaria deve essere accorso nell’arco dei sei minuti tra il decollo e l’ultima posizione trasmessa.
L’ Iran Civil Aviation Organization, secondo quanto dettato dalla Convenzione di Chicago, ha invitato l’Ucraina, gli Stati Uniti, la Svezia e il Canada a partecipare alle indagini. Un team di esperti ucraini ha già raggiunto Teheran.
Possibili cause
I dati di altitudine, velocità e direzione prima della fine delle trasmissione non suggeriscono alcuna anomalia (come negli incidenti della Lion Air e Ethiopian Airlines).
Nelle ore successive all’incidente è iniziato a circolare un video, registrato da una posizione vicina alla rotta del volo dell’Ukraine Airlines, nel quale si vedeva un aereo precipitare avvolto tra le fiamme. L’ambasciata ucraina a Teheran aveva inizialmente emesso un comunicato dove parlava di un guasto tecnico al motore salvo poi cancellarlo.
L’ipotesi del missile
Su Twitter è iniziata a circolare la foto del seeker di un missile Tor 9K331 trovata, secondo quanto affermato dall’utente che l’ha postata sul social per la prima volta, nelle vicinanze del luogo dello schianto.
Poco più a nord della rotta del 737 c’è una centro di ricerca missilistico iraniano sottorraneo. Nella parte inferiore si trova una ampia zona protetta da banchi di sabbia compatibile con il posizionamento di sistemi terra-aria. Il giorno dell’attacco missilistico iraniano in previsione di un eventuale contrattacco americano le difese aeree iraniane erano in stato di massima allerta e non è indubbio che in alcuni siti particolarmente sensibili siano stati dispiegati sistemi terra-aria per la difesa degli stessi.
Gli unici in Iran ad operare sistemi M1 sono le Guardie della Rivoluzione il cui controllo non è inserito nella rete di difesa internazionale di difesa aerea iraniana. Si tratta quindi di sistemi “decentrati” o per meglio dire “isolati”.
Un pilota che è decollato poco dopo quello dell’Ukraine International Airlines ha affermato di aver visto l’aereo decollare e poi esplodere.
Alti funzionari degli Stati Uniti hanno affermato che i satelliti americani hanno rilevato il lancio di due missili terra-aria.
La notizia trova anche conferma nelle dichiarazioni di un funzionario dei servizi di sicurezza ucraini.
Il guasto tecnico per quanto sia da investigare dovrebbe spiegare una moltitudine di fattori che, contrariamente ad altri incidenti aerei, rappresentano un unicum in questo caso. Sicuramente il ridottissimo spazio temporale cha passa dal decollo alla perdita del segnale a 8.000 piedi di quota porta alla deduzione che la causa è da ricondursi ad un evento improvviso e di grande portata tale da pregiudicare qualsiasi azione dei piloti. Un missile potrebbe avvicinarsi molto a questa ipotesi e unitamente alle dichiarazioni sopra esposte rimane la maggiore indiziata.
Un messaggio di cordoglio per i passeggeri ed equipaggio del volo PS752 qualsiasi sia la causa.