La presidenza della Repubblica Democratica del Congo lunedì ha ordinato agli ufficiali militari e di polizia di assumere i poteri civili in due province orientali per le quali è stato dichiarato sotto lo “stato d’assedio”.
Trattasi delle province del Nord-Kivu e dell’Ituri, aree orientali del Paese prese d’assalto da gruppi di ribelli, infiltrati anche da movimenti di guerriglieri islamisti, e dove sono state consumate gravi ed efferate violenze nei confronti delle popolazioni locali. Pertanto, la presidenza di Kinshasa, sulla base dei poteri conferiti dalla Costituzione della RDC, ha dichiarato lo stato d’assedio ed ha inviato rinforzi militari nelle aree interessate.
Il proclamato stato d’assedio durerà 30 giorni e scatterà formalmente a partire dal prossimo 6 maggio; in questo periodo, nelle due province interessate, i poteri civili dei Governatori saranno assunti da ufficiali militari e di polizia nazionale che avranno anche il compito di stroncare gli attacchi e riportare la stabilità.
Peraltro, le aree, essendo ricche di minerali, sono oggetto di annosa grave instabilità ed al centro di contenziosi con Uganda, Ruanda e Burundi più volte degenerati in scontri armati, pesanti infiltrazioni e grave violenze.