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The South Korean and American flags fly next to each other at Yongin, South Korea, Aug. 23, 2016. (U.S. Army photo by Staff Sgt. Ken Scar)

Corea del Sud, 12 basi statunitensi tornano a Seul

L’11 dicembre scorso, si è svolto il passaggio di consegne per la restituzione di alcune basi sul territorio sudcoreano, tra USA e Corea del Sud, includendo per la prima volta, la base Yongsan, nell’area di Seoul.

Gli Stati Uniti hanno restituito a Seoul 12 siti militari controllati finora dalle proprie forze armate.

Si è trattato di un lungo processo di restituzione, dovuto a controversie sulla bonifica ambientale.

Nello stesso giorno si è tenuto il 201° incontro SOFA (Status of Forces Agreement), guidato da Ko Yun-ju, direttore generale del North American Affairs Bureau del ministero degli Esteri, e dalla sua controparte il Ten. Gen. Scott L. Pleus, vice comandante delle forze armate statunitensi in Corea.

Le due parti non sono riuscite a trovare un accordo su chi debba sostenere i costi della bonifica ambientale del suolo contaminato, lasciato dai militari, e su come sarebbero condotti tali sforzi di bonifica.

Secondo la dichiarazione congiunta, Seoul e Washington hanno concordato il trasferimento poiché “ulteriori ritardi aggraverebbero le sfide economiche e sociali delle comunità locali che vivono intorno ai siti”.

Sono stati inclusi nel passaggio di consegne, per la prima volta dal 1945, due lotti nella Yongsan Garrison, ex quartier generale militare statunitense prima del trasferimento a Pyeongtaek nel 2018.

La Corea del Sud ha pagato la maggior parte del costo di quasi 11 miliardi di dollari di Camp Humphreys, un ex avamposto di elicotteri a sud di Seoul, nuova sede del quartier generale militare principale e della maggior parte dei soldati americani, famiglie e impiegati civili.

Dalla fine della seconda guerra mondiale, i militari americani sono stati collocati nella base di Yongsan, che in precedenza era stata la base principale dell’esercito giapponese imperiale durante l’occupazione della penisola coreana. Yongsan si trova a soli 50 chilometri dalla zona demilitarizzata che separa le due Coree.

I sudcoreani sono stati a lungo desiderosi di riprendere il controllo della base di Yongsan, originariamente alla periferia di una Seoul impoverita, ma che ora rappresenta il principale settore immobiliare da quando la capitale sudcoreana è diventata una delle città più prospere dell’Asia.

Seoul ha in programma di trasformare l’area in un parco nazionale.

Altri cinque siti a Seoul, tra cui Camp Kim, Far East District Compound, Seobinggo Compound, Niblo Barracks e l’Ottava Army Retreat Center, figurano tra quelli restituiti.

Forze Speciali sud-coreane

Il passaggio di consegne dell’11 dicembre scorso, comprende anche tre siti nella provincia di Gyeonggi – Camp Jackson a Uijeongbu, Camp Mobile a Dongducheon e Sungnam Golf Course a Hanam – così come l’eliporto Camp Walker a Daegu, Pilsung Air Range a Taebaek, provincia di Gangwon e il Distaccamento coreano delle forze navali a Pohang, provincia di Gyeongsang settentrionale.

Complessivamente, l’area restituita è di circa 1,45 milioni di metri quadrati.

Secondo alcuni funzionari, le due parti hanno concordato il passaggio di consegna a condizione di continuare la discussione sulle responsabilità per la bonifica dei siti, di migliorare la gestione ambientale degli impianti attualmente sotto il controllo dell’USFK e altre revisioni dei documenti relativi al SOFA.

La Corea del Sud paga circa la metà dei costi per il mantenimento delle truppe americane di stanza nel paese. 

Per il momento, il governo sudcoreano sosterrà i costi per la bonifica dei siti, come ha fatto per le quattro basi restituite a Seoul nel dicembre 2019. Il processo di decontaminazione dovrebbe richiedere più di due anni.

Si parla della restituzione dei siti statunitensi in Corea dagli inizi degli anni duemila.

Con l’ultimo trasferimento, 68 degli 80 siti promessi sono stati restituiti alla Corea. Choi Chang-won, primo vice ministro del coordinamento delle politiche del governo, ha detto che sono in corso discussioni sul potenziale ritorno dei restanti 12 siti, che include la maggior parte della guarnigione di Yongsan.

Al termine della guerra di Corea, nel 1953, gli Stati Uniti e la Repubblica di Corea firmarono un Trattato di mutua difesa che dura ancora oggi, condividendo una lunga storia di cooperazione. I due paesi lavorano insieme per affrontare le minacce regionali e globali e per rafforzare le loro economie.

Gli Stati Uniti hanno personale delle forze armate nella penisola ai sensi del Trattato di mutua difesa USA-ROK per assistere il paese nella difesa dalle aggressioni esterne. Quest’anno, i due paesi hanno commemorato il 67° anniversario dell’Alleanza USA-ROK e il 70° anniversario dello scoppio della guerra di Corea.

Attualmente, ci sono circa 28.000 truppe americane assegnate al USFK in Corea del Sud, anche se il numero varia durante le esercitazioni militari o quando una nuova unità si sposta per rimpiazzarne un’altra.

L’esercito rappresenterebbe la maggior parte delle truppe con più di 19.000 soldati; seguito dall’aeronautica (circa 8.000), Marina (circa 1.000) e il Corpo dei Marine (circa 200 unità). La maggior parte delle truppe è dislocata alla US Army Garrison Humphreys di Pyeongtaek e a Camp Walker di Daegu. L’Aeronautica ha due basi, Osan e Kunsan. La Marina opera da Busan e Jinhae.

Negli ultimi decenni, la Corea del Sud ha raggiunto un elevato livello di crescita economica e nel 2019 è stata il sesto partner commerciale degli Stati Uniti. Secondo il Fondo monetario internazionale, le principali aziende statunitensi sono state a lungo investitori leader e gli Stati Uniti sono stati la seconda più grande fonte di investimenti diretti esteri della Corea del Sud nel 2018.

Immagine di copertina: The South Korean and American flags fly next to each other at Yongin, South Korea, Aug. 23, 2016. (U.S. Army photo by Staff Sgt. Ken Scar)

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