I Predator MQ-9A dell’Aeronautica Militare impegnati in Iraq nel Task Group Araba Fenice hanno superato il prestigioso traguardo delle 12.000 ore di volo.

Il Task Group Predator “Araba Fenice” è stato costituito nel 2014; nel solo 2020 ha volato per ben circa 2150 ore, assicurando la ricognizione e sorveglianza di oltre 1300 obiettivi. L’eccezionalità del dato è reso ancor più evidente, considerando che il Task Group “Araba Fenice” impiega circa il 10% delle risorse umane e materiali della Linea in termini di equipaggi di volo, manutentori e velivoli Predator, ottenendo il 30% delle ore di volo complessivamente generate nell’anno 2020 dalla linea Predator MQ-9A.
Costituita il 17 ottobre 2014 e inserita nell’ambito dell’Operazione multinazionale “Inherent Resolve”, l’IT NCC AIR e TFA Kuwait garantisce unicità di comando e sostegno logistico per l’impiego sinergico e coordinato degli assetti forniti dall’Aeronautica Militare. I velivoli Predator, Tornado, C-27J e KC-767A dell’Aeronautica Militare assicurano quotidianamente un apporto di assoluta rilevanza per la strategic awareness e l’information superiority nel Teatro Operativo, per la protezione e la sicurezza, per l’estensione dell’autonomia di volo e del raggio d’azione degli assetti aerei della Coalizione e contribuendo in modo fattivo alla pace ed alla stabilità nell’area. La TFA Kuwait concorre mediante l’impiego dei propri assetti Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR) – Tornado e Predator – alla definizione della situational awareness a favore della Coalizione.

L’MQ-9A Predator è un Remotely Piloted Aircraft System di classe MALE o Medium Altitude Long Endurance costruito da General Atomics Aeronautical Systems che garantisce una lunga persistenza in volo a media ed alta quota, dotato un’apertura alare di oltre 20 metri es una velocità superiore ai 400 Km/h, permettendo di ottenere elevate prestazioni sia nelle missioni ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance), sia nell’ambito di operazioni di pattugliamento, ricerca e soccorso, protezione delle installazioni e scorta di truppe a terra. La possibilità di avvicendare l’equipaggio ai comandi del velivolo a missione in corso, unito ad un’architettura di funzionamento che consente di dislocare presso diversi siti, anche su più continenti a migliaia di km di distanza, le risorse necessarie alla condotta della missioni di volo, intese come velivolo, equipaggio, segmenti di terra e cellula di analisi per la fotointerpretazione, permette di perseguire la massima costo-efficacia.
Il Sistema d’Arma si compone almeno di tre elementi, il velivolo, equipaggiato con un motore “Turboprop” ad alte prestazioni,la Ground Control Station (G.C.S.), stazione di controllo a terra che, grazie ad un collegamento satellitare, può controllare il velivolo durante le operazioni anche a migliaia di chilometri di distanza nonché la Exploitation Data Station (E.D.S.), dove sono analizzate in tempo reale le immagini ricevute dal velivolo e, attraverso un nodo di telecomunicazioni, trasmesse a tutti gli utenti operativi.
La stazione di controllo è una vera e propria cabina di pilotaggio posta a terra, collegata tramite antenne e ricevitori in grado di comunicare con il velivolo anche via satellite. I sensori elettro-ottici, infrarossi e radar installati sotto la fusoliera del velivoli, permettono capacità di osservazione e di rilevamento uniche, in grado di operare anche di notte; il sensore radar ad apertura sintetica (SAR), in particolare, consente, con ogni condizione di tempo, la capacità di ottenere immagini ad alta definizione. I filmati e le immagini, così ottenute, sono immediatamente analizzate all’interno della E.D.S. dal personale “intelligence” con qualifica di “Analista Dati Immagine” e che ha il compito di fornire tempestive informazioni e documenti ai Comandanti ed alle Unità operative. Le telecamere poste sul muso del Predator “B” sono “gli occhi” del pilota, nonché strumenti indispensabili per le delicate fasi di decollo ed atterraggio del velivolo.
Grazie al Predator “B” schierato in Iraq , l’Italia si colloca come primo contributore in OIR, dopo gli Stati Uniti, in termini di assetti aerei specializzati in raccolta informativa, sorveglianza e ricognizione, per il contrasto delle cellule DA’ESH e per la salvaguardia e stabilizzazione del Paese.
Fonte e foto Aeronautica Militare