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Drone USA abbattuto: le ultime news

L’articolo verrà aggiornato di volta in volta all’evolversi della situazione

ایران پهپاد جاسوسی آمریکا را حین تجاوز به فضای سرزمینی سرنگون کرد
Immagine rilasciata dall’Islamic Republic News Agency. Si nota l’RQ-4 con una ala mancante, avvitarsi su se stesso e perdere carburante

Dopo i recenti attriti seguiti all’attacco del 13 giugno 2019 alle due petroliere, alla rivalità da Stati Uniti e Iran si aggiunge un nuovo pericolosissimo capitolo.

Nella mattina odierna l’Ufficio Stampa delle Guardie della Rivoluzione iraniane ha rivendicato di aver abbattuto un drone americano. Non un normale drone bensì l’RQ-4N BAMS-D Triton, uno dei maggiori vanti della industria aeronautica statunitense; il diretto discendente di una famiglia dei ricognitori da alta quota che ha come capostipite il Lockheed U-2.

Posizione del villaggio di Kuh Morabak; non molto distante dal luogo di attacco delle due petroliere

Il comunicato stampa riporta che il drone è entrato in territorio iraniano all’altezza del villaggio di Kuh Mobarak nella provincia dello Hormozgan e, solo a quel punto, sarebbe stato abbattuto dal sistema di difesa aerea gestito dai Guardiani della Rivoluzione Islamica. Gli Stati Uniti, in un primo tempo non hanno commentato l’episodio, ora confermano l’avvenuto abbattimento, sostenendo che il drone, al momento dell’ingaggio, volasse nello spazio aereo internazionale al di fuori dello spazio aereo iraniano.

L’ RQ-4N BAMS-D dell’US Navy avrebbe raggiunto, partendo dalla NAS di Pax River, la base emiratina di Al Dhafra il 15 giugno.

La posizione iraniana

La batteria missilistica

Sistemi missilistici SAM Raad durante una parata a Tehran nel 2016

La TV di Stato iraniana ha riferito che il sistema di difesa aerea impiegato per abbattere il drone è stato il Raad (tuono) nella versione Khordad 3. Il Raad-Khordad 3 è un sistema mobile, a medio raggio simile all’SA-11 Buk sovietico.

In base ai dati disponibili, la tangenza massima del missile (27 km) è compatibile con l’abbattimento del drone statunitense che può volare fino a 18 km di altezza.

Commander-in-Chief of the Guards: American UAV has crossed the borders of our country

Il Comandante delle Guardie della Rivoluzione, Sayed Salami, ha detto:

“Oggi, come avete potuto sentire all’alba di questo giorno, i nostri sistemi di difesa hanno coraggiosamente abbattuto un drone americano che ha superato i confini del nostro paese ed ha invaso l’Iran.

Non vogliamo fare la guerra con nessuno ma siamo sempre pronti a combattere, la nostra nazione mussulmana e i discredenti di questa terra, i Peshmerga, difenderanno il loro prestigio e la loro dignità

La nostra logica è il combattimento mentre la logica della negoziazione è come arrendersi; se negoziamo la pressione del nemico aumenterà perché lui percepirà la nostra debolezza

[…] l’abbattimento del drone americano è un chiaro e decisivo messaggio che i difensori della Repubblica dell’Iran vogliono inviare a ogni invasore […]”

La ricostruzione iraniana

Immagini pubblicata dal Ministro degli Esteri iraniano (Foto A)

Aggiornamento (20/06/19): Il Ministero degli Esteri iraniano ha pubblicato una ricostruzione, fatta su un foglio a penna (foto A), per indicare come il drone avesse varcato lo spazio aereo iraniano.

L’MQ-4 sarebbe decollato dalla base di Al Dhafra negli Emirati Arabi Uniti e avrebbe poi eseguito una virata per consentirgli di raggiungere i 20.000 piedi.

Il drone, come si fa di solito nelle missioni di ricognizione, si è posto al limite dello spazio aereo internazionale consentendo ai sensori di operare il più possibile vicino agli obiettivi di interesse.

Il Triton sarebbe arrivato fino al confine Iran-Pakistan per poi tornare indietro. Durante questa manovra avrebbe invaso lo spazio aereo iraniano

Durante il volo di ritorno l’RQ-4 avrebbe invaso una seconda volta lo spazio aereo vicino al villaggio di Kuh Mobarak.

In seguito a questa manovra, alle 20:35 GMT, il drone è stato abbattuto alle seguenti coordinate: 25°59’43″N 57°02’25″E

Il ministro degli Esteri iraniano ha informato che parti del drone sono state recuperare in acque iraniane.

Aggiornamento (22/06/2019): Il Ministro degli Esteri iraniano ha pubblicato, tramite Twitter, una più dettagliata mappa indicante la traiettoria seguita dal drone americano.

Legenda

  • rettangoli blu: drone RQ-4
  • rettangoli gialli: avvisi iraniani via radio
  • rettangolo rosso: punto di impatto
  • linea gialla: FIR Iran (Flight Information Region)
  • linea rossa: Acque territoriali iraniane
  • linea verde: acque interne

Prima parte del volo, il Triton esegue un “otto” per prendere quota e si avvia verso la sua missione

L’RQ-4 durante il volo di ritorno vira a destra entrando dentro lo spazio aereo iraniano. Alle 04:06 viene abbattuto.

Il nuovo elemento che risulta dalla pubblicazione di queste immagini è che gli iraniani avrebbero avvertito in più occasioni il velivoli americano di trovarsi all’interno della FIR iraniana e di essere vicino allo spazio aereo interno del paese.

Nell’aggiornamento del 20/06 è stato riferito che il drone è stato abbattuto alle seguenti coordinate: 25°59’43″N 57°02’25″E. Nei dati pubblicati il 22 invece si evince che le coordinate siano 25° 58′ 99” N 57° 1′ 59”E. Una differenza di quasi 2 km non certo trascurabile visti gli spazi ristretti per definire il dentro/fuori.

Ciliegina sulla torna il Ministro sottolinea come il punto di impatto del drone sia leggermente distante dai confini degli Stati Uniti; molto social come Ministro

Appello all’ONU

L’ambasciatore permanente dell’Iran presso l’ONU, Majid Takht Ravanchi, ha inoltrato una missiva al Segretario Generale Guterres indicando una violazione dell’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite e chiedendo alla Comunità Internazionale di porre fine alle provocazioni statunitensi.

Nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Le misure prese da Membri nell’esercizio di questo diritto di autotutela sono immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza e non pregiudicano in alcun modo il potere e il compito spettanti, secondo il presente Statuto, al Consiglio di Sicurezza, di intraprendere in qualsiasi momento quell’azione che esso ritenga necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale.

Statuto delle Nazioni Unite, Capitolo VII – Articolo 51

La versione statunitense

Gli americani attraverso il commento del portavoce del CENTCOM hanno affermato che il drone è stato abbattuto alle 11:35 GMT mentre si trovava nello spazio aereo internazionale e che la versione fornita dagli iraniani è completamente falsa:

Si tratta di un attacco non provocato contro un asset di ricognizione statunitense nello spazio aereo internazionale

Capitano Bill Urban, portavoce del CENTCOM

Trump come tradizione ha affidato la sua prima risposta a Twitter:

Successivamente, durante una intervista nella Sala Ovale, affinerà il concetto spiegando che secondo lui l’abbattimento del drone “è difficile che sia stato intenzionale” indicando come colpevole un generale o comandante “fuori controllo”.

L’US Navy ha rilasciato inizialmente una mappa per dimostrare la propria versione. Il drone si troverebbe in spazio aereo internazionale e quindi fuori dalla giurisdizione iraniana.

Il Lt.Gen Joseph Guastella, capo dell’US Air Forces Central Command, ha controbattuto alle affermazioni del Ministro degli Esteri iraniano dicendo che il drone ha impattato il mare in acque internazionali circa 32 km dall’Iran.

Non uno, ma due

Successivamente l’US Navy ha pubblicato una seconda mappa, molto più esaustiva. In giallo è indicato il percorso del drone, in rosso le acque internazionali di Iran (a nord) e Oman (a sud) riconosciute e in nero quelle rivendicate dall’Iran. Dalla mappa, che è la più precisa fino ad ora pubblicata, si evince che l’RQ-4 si trovasse al di fuori dello spazio aereo iraniano.

Twitter

Aggiornamento 22/06 L’immagine dell’esplosione dell’RQ-4 è stata registrata da un Boeing P-8 Poseidon. In base ai dati presenti nell’immagine del FLIR è possibile stimare la posizione del pattugliatore. Rispetto all’RQ-4 il P-8 si troverebbe ancora più vicino alla costa iraniane che non il drone stesso. Entrambi sarebbero comunque fuori dalla 12 miglia nautiche.

Non è una cosa da poco sapere che in zona volavano non uno ma ben due velivoli statunitensi. Gli iraniani diranno poi, dopo la pubblicazione della foto, che hanno volutamente risparmiato il P-8.

Gli iraniani hanno pubblicato sempre la traiettoria dell’RQ-4 e non hanno mai accennato alla presenza di un secondo aereo fino a quando non è stato palese e cioè in seguito alla pubblicazione della foto.

RQ-4N BAMS vs RQ-4 Global Hawk

Importante sottolineare come il modello abbattuto fosse un RQ-4N BAMS-D (Broad Area Maritime Surveillance) e non un RQ-4 Global Hawk. L’RQ-4N BAMS-D è derivato dalla fusoliera di un RQ-4 Global Hawk ormai giunto alla fine della sua vita operativa e usato come banco di prova per la sperimentazione e produzione di un nuovo drone focalizzato allo svolgimento di missioni di pattugliamento e sorveglianza di vaste parti di oceano o regioni costiere. Per questo, oltre alla suite elettronica ESM, simile a quella dell’EP-3 Orion, ed al radar AN/ZPY-3 è equipaggiato con una torretta elettro ottica della Raytheon (la MTS-B montata anche sull’MQ-9 Reaper). Il BAMS-D in sintesi non è altro che il dimostratore di quello che è l’ MQ-4C Triton.

Conclusioni

La situazione si scalda sempre di più. Trump è stretto tra la morsa di agire ed impegnare gli Stati Uniti in qualcosa che potrebbe essere molto pericoloso o soprassedere e perdere in termini di credibilità internazionale. Abbattere un assetto come l’RQ-4 da quasi 200 milioni di dollari è un durissimo colpo per gli Stati Uniti che vedono una delle loro tecnologie di punta essere tirata giù da un missile prodotto da un Paese che è, ormai da anni, sotto embargo.

Non resta che attendere l’evolversi delle situazione. Bisognerà stabilire prima di tutto con certezza se l’aereo volava nello spazio aereo internazionale oppure abbia effettivamente invaso lo spazio aereo iraniano. Tenuto conto degli avanzati sensori di cui è dotato è difficile pensare che gli americani lo abbiano deliberatamente impiegato fuori dallo spazio aereo internazionale. Sarebbe una mossa inutile e dannosa. La posizione del relitto del drone è ancora sconosciuta. Effettivamente, al momento non si sa se sia caduto in mare o sulla terra ferma. Se fosse caduto in mare sicuramente gli Stati Uniti si affretterebbero ad iniziare le missioni di recupero. Se invece fosse precipitato in Iran, probabilmente, ciò che ne resta sarà già stato recuperato e portato alla attenzione della locale intelligence per carpirne i segreti e le soluzioni tecniche. (aggiornamento: parti del drone sono state recuperare in acque iraniane così come indicato dal Ministro degli Esteri iraniano)

Aggiornamento 22/06

La TV di Stato iraniana ha pubblicato video e foto di quelli che sono i rottami dell’RQ-4 recuperati in acque territoriali iraniane. C’è da dire che il fatto che siano stati recuperati in acque iraniane non vuol significare che il drone quando era in volo era nello spazio aereo iraniano. Essendo quelle ritrovate le parti più leggere, in grado di galleggiare, la corrente le ha certamente avvicinate maggiormente a riva.

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