La tanto temuta escalation dello scontro diretto tra Iran ed Israele si è materializzata nella notte tra sabato e domenica con centinaia di droni e missili da crociera lanciati dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) contro Israele.
Teheran aveva giurato vendetta a seguito dell’attacco israeliano alla sede diplomatica e palazzina limitrofa a Damasco in Siria in occasione del quale hanno perso la vita diversi iraniani tra cui tre alti ufficiali del IRGC.
L’attacco si è consumato in diverse ore con la difesa israeliana che è entrata in azione anche al di fuori del territorio nazionale per affrontare le minacce ritenute più pericolose.
Il ruolo degli Stati Uniti e degli Alleati
All’azione difensiva si sono uniti immediatamente gli Stati Uniti, che hanno partecipato attivamente agli ingaggi dei droni e missili iraniani, a cui si sono aggiunte Francia e Gran Bretagna tra Iraq e Siria ma anche nel Mar Rosso da cui provenivano altre minacce aeree e missilistiche lanciate dagli Houthi dallo Yemen.
L’attacco coordinato non sembra aver causato grandi danni materiali; in Israele sono entrati in azione i sistemi multistrato David’s Sling ed Iton Dome, lasciando a Patriot e Arrow 2 e 3 il compito di ingaggiare i bersagli a lungo raggio; peraltro, in volo vi erano anche gli aerei israeliani F-35I, F-15 ed F-16 con il supporto degli assetti AEW per assicurare la miglior difesa possibile,
Alle Nazioni Unite la delegazione iraniana ha dichiarato che l’attacco appena lanciato sarebbe stato anche l’unico, una vera e propria rappresaglia per i fatti di Damasco.
Peraltro, a seguito di queste affermazioni ribadite anche dal IRGC a Teheran, Israele ha dichiarato che si riserva di rispondere adeguatamente, il che fa presumere che la situazione non sia ancora cristallizzata e la crisi rientrata,
Il sequestro della MSC Aries
Prima dell’attacco con droni e missili era stata posto sotto sequestro da parte dei Pasdaran nello Stretto di Hormuz la nave porta container MSC Aries battente bandiera portoghese che sarebbe riconducibile, secondo gli iraniani, alla compagnia Zodiac Maritime” di proprietà dell’imprenditore israeliano Eyal Ofer.
Gli Stati Uniti hanno condannato fermamente il sequestro ed hanno richiesto l’immediato rilascio della nave e dei circa 25 uomini di equipaggio.