Gli Emirati Arabi Uniti hanno siglato un accordo con gli Stati Uniti per l’acquisto, approvato dal Dipartimento di Stato a novembre, di 50 cacciabombardieri F-35A e 18 MQ-9B con relativo armamento.
Una fonte riporta che la firma è avvenuta appena un ora prima dell’insediamento del presidente democratico.
Trump ha cercato di concludere definitivamente l’affare prima della fine del suo mandato ma ora il fascicolo passa sulla scrivania del Presidente Biden che ha affermato la volontà di riesaminare la questione.
Secondo quanto riportato da Reuters l’accordo sarebbe potuto concludersi già nel corso di dicembre ma le trattative si sono allungate per limare i dettagli relativi ai tempi di consegna dei velivoli, il loro costo, il trasferimento di tecnologia e l’addestramento.
Secondo la programmazione originaria la prima consegna nel paese del Medio Oriente dovrebbe avvenire nel 2027, Biden permettendo.
Questo contratto, soprattutto per quanto concerne gli F-35, è stato possibile solamente grazie al “nullaosta” di Tel Aviv con la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra gli Emirati Arabi Uniti e Israele.
Le aziende maggiormente coinvolte sono la General Atomics, Lockheed Martin e Raytheon Technologies Corp.
F-35
Il velivolo di quinta generazione è al centro di un complicato triangolo Abu Dhabi – Tel Aviv – Washington con Israele ago della bilancia. I recenti accordi sembrano liberare la strada per la vendita agli Emirati Arabi degli F-35 con le dovute contropartite per Israele che ha necessità di mantenere la propria supremazia tecnologica nella regione.
Nello specifico gli Emirati Arabi Uniti hanno richiesto:
- 50 F-35A – variante a decollo convenzionale
- 54 motori F-135 (50 installati e 4 di ricambio)
- Sistemi C4I/CNI
- Autonomic Logistic Global Support System (ALGS)
- Operational Data Integrated Network (ODIN)
- Chaff e Flares
- Accesso al Centro di Riprogrammazione
- Trasferimento degli aerei e supporto degli aerorifornitori
- Materiale ed equipaggiamento per manutenzione, logistica e addestramento.
Il valore del contratto è stimato in 10,4 miliardi di dollari.
MQ-9 Predator
L’MQ-9B è l’ultima e avanzatissima versione della piattaforma MQ-9B che stabilisce nuovi valori di riferimento per il settore con una capacità bellica di primissimo piano (9 piloni per 2.155 kg (4.750 lb) di carico), sensori avanzati e prestazioni davvero alte.
- 18 MQ-9B “Weapons-Ready”
- 25 sensori EO/IR Raytheon Multi-Spectral Targeting System-D (MTS-D)
- 19 radar ad apertura sintetica (SAR) con Ground Moving Target Indicator (GRMI)
- 66 sistemi GPS/ineriali
- 515 missili Hellfire
- 12 kit per JDAM da 500 lb
- Consolle di comando
- Sistemi di comunicazione satellitare (SATCOM)
- Radar marittimi SeaSpray
- IFF Mode 5 criptato
- Simulatore
- Sistema di guerra elettronica con possibilità di programmazione
- Rack per bombe
- Kit per missioni ASW (Anti-Submarine Warfare) con sonoboe passive e attive e termobariche
- Illuminatore laser per bersagli
Il valore del contratto è stimato in 2,97 miliardi di dollari.
Missili e bombe
Tutto il necessario ad armare i nuovi “arrivati” e non solo è contenuto in un terzo contratto dal valore di ben 10 miliardi di dollari che comprende una quantità “enorme” di armamento:
- 802 missili AIM-120C8 Advanced Medium Range Air to Air Missile (AMRAAM)
- 2.004 bombe MK-82 da 500 lb
- 1.000 bombe MK-84 da 2.000 lb
- 1.002 bombe MK-83
- 2.500 Small Diameter Bomb Increment 1 (SDB-1) GBU-39/B
- 2.000 kit KMU-572 Joint Direct Attack Munition (JDAM) per bombe da 500 lb
- 1.000 kit KMU-556 Joint Direct Attack Munition (JDAM) per bombe da 2.000 lb
- 650 AGM-154C Joint Stand Off Weapon
- 50 AGM-154E Joint Stand Off Weapon – Extended Range
- 150 AGM-88E Advanced Anti-Radiation Guided Missile (AARGM)
- 6 CATM-88
- Integrazione, se richiesta, con F-16 degli armamenti
Alla lista vanno aggiunti svariate munizioni inerti ed equipaggiamenti per l’addestramento.