Oggi, presso l’aeroporto militare di Istrana (TV) dove ha sede del 51° Stormo Caccia, l’Aeronautica Militare ha ufficialmente salutato il caccia bombardiere AMX , che esce di linea dopo 35 anni di intensa attività sia in Italia che all’Estero dove è stato impiegato operativamente.
Alla cerimonia, presieduta dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, hanno partecipato alti gradi della Forza Armata e numerose autorità locali, nonché una rappresentanza del personale che, a vario titolo, ha avuto l’onore e l’opportunità di operare sull’AMX, uno dei velivoli che ha caratterizzato la storia recente dell’Aeronautica Militare.
Dato particolarmente interessante, l’AMX è stato il caccia bombardiere maggiormente impiegato dalla Aeronautica Militare nelle missioni operative fuori dall’Italia.
La lunga storia operativa del AMX con l’Aeronautica Militare iniziò nel lontano 1989, con l’assegnazione dei primi esemplari al 103° Gruppo Volo di Istrana, ed a Istrana è stata messa la parola “fine”, chiudendo un’epoca; a salutare l’uscita dalla linea operativa è stata anche la Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) pronta quest’anno a trasferirsi nel Nord America dopo una lunga assenza ultra trentennale.
Il caccia bombardiere AMX, nato per sostituire nei compiti di supporto aero tattico i G91R ed i G91Y, nonché gli F-104G ed RF-104G anche per le missioni di foto ricognizione, costruito per l’Italia da Aeritalia e Aermacchi in 110 monoposto A-11A/B e 26 biposto TA-11 con altri 45 monoposto e 11 biposto allestiti con Embraer per il Brasile, con il mutare della situazione internazionale all’indomani del crollo del Patto di Varsavia e della scomparsa dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), ha iniziato ad operare sempre più intensamente in diversi teatri operativi tra cui Balcani, Libia, Afghanistan e Iraq.
Il velivolo, superati i problemi iniziali, ha dimostrato di essere particolarmente parco nei consumi, robusto ed in grado di operare nei climi gelidi dell’Europa del Nord e del Nord America e si è trovato a suo agio anche con il caldo e la sabbia del Medio Oriente, non avendo cali significativi nei tassi di efficienza, accumulando in questi 35 anni di attività oltre 240 mila ore di volo di cui 18.500 in operazioni reali.
Inoltre, l’AMX, pur essendo nato nella versione italiana con avionica ridotta (le missioni iniziali per le quali era stato progettato erano il supporto tattico all’Esercito Italiano e la foto ricognizione che con i mezzi dell’epoca erano possibili solo nelle ore diurne), avendo l’Aeronautica Militare riservato i compiti più impegnativi di attacco a lungo raggio al bimotore Tornado IDS entrato in linea pochi anni prima, si è dimostrato in grado di ricevere nel corso del tempo aggiornamenti sia nelle dotazioni di bordo che nell’armamento che lo hanno reso uno dei velivoli da combattimento più capaci e richiesti dai Comandi in Teatro Operativo.
Non è mancato il supporto dato dagli AMX messi a disposizione del Ministero della Difesa in termini di foto ricognizione, allorquando si sono verificate calamità ed alluvioni che hanno ripetutamente flagellato l’Italia.
In definitiva, il bilancio di questo velivolo è stato positivo; probabilmente, è mancato il successo internazionale; all’epoca in cui era apparso, altri velivoli, i primi veri multiruolo, si erano affacciati ed ottenevano commesse ed il piccolo caccia bombardiere italiano scontava il fatto di un essere stato sviluppato esclusivamente per missioni di appoggio tattico e foto ricognizione ed in più con la scomparsa del Patto di Varsavia era oltremodo difficile ottenere affermazioni internazionali limitate in effetti esclusivamente al Brasile che ha avuto una propria versione del AMX.
Il presente e futuro si chiama F-35 ed Aeromobili a Pilotaggio Remoto che rappresentano un immenso balzo tecnologico ed operativo rispetto all’AMX, permettendo all’Aeronautica Militare di rimanere una Forza Armata allo stato dell’arte; peraltro, la Forza Armata ha deciso saggiamente di preservare quattro esemplari (una coppia di monoposto ed una coppia di biposto AMX-T) che confluiranno nel Flying Museum di prossima realizzazione, permettendo alle future generazioni di conoscere e vedere in volo il caccia bombardiere “A11 Ghibli”.
Fonte e foto @Stato Maggiore Aeronautica-5° Reparto Comunicazione/Ufficio Pubblica Informazione