E’ previsto che sarà tenuta un’esercitazione aeronavale congounta tra unità della Royal Navy appartenenti al Carrier Strike Group 21 della portaerei Queen Elizabeth e le navi appartenenti alla Japan Maritime Self-Defense Force che incrociano tra Golfo Persico e Mar Arabico.

Il Governo di Tokyo pochi mesi fa ha autorizzato l’invio nelle acque mediorientali di navi militari in missione anti pirateria e per riaffermare la libertà di navigazione in uno dei punti cruciali delle rotte commerciali più battute al Mondo, il Golfo di Aden, infestato dal fenomeno della pirateria.
Le unità giapponesi formalmente non sono inquadrate nel dispositivo occidentale della missione Atalanta ma cooperano con essa e con l’US Navy impegnata a sorvegliare i movimenti nel Golfo Persico, altra aerea caldissima (non solo per motivi meteo).
Il Carrier Strike Group 21 ha salpato le ancore dalla base navale di Portsmouth alla fine del mese di maggio e vi rientrerà a fine novembre, dopo aver eseguito sei mesi di operazioni.
Dopo il Mediterraneo ed il Mar Nero, il CGS 21 è entrato nel Canale di Suez per dirigersi verso il Mar Rosso, Golfo di Aden e Mar Arabico dove opererà prima di dirigersi verso il Golfo Persico ed il Golfo del Bengala.

In questa fase le unità della Royal Navy si appoggeranno anche alla rete logistica francese e condurranno operazioni ed esercitazioni con le Marine locali e con i dispositivi internazionali presenti in quelle acque.
Successivamente, il CSG 21 si sposterà sempre più ad est dove coopererà, tra le altre, con la Marina Indiana, con la Marina di Singapore, con la Royal Australian Navy, con la Royal New Zealand Navy, con la Marina della Corea del Sud ed infine con la Marina Giapponese.
In Giappone è previsto che il Carrier Strike Group 21 si fermi per diverso tempo esercitandosi con le forze aeronavali nipponiche nel quadro degli accordi di partneriato privilegiato conclusi tra Londra e Tokio.
La presenza del potente dispositivo aeronavale a guida britannica tra Medio Oriente ed Oriente, completato stabilmente da unità statunitensi ed olandesi, per Londra vuole essere un monito per i possibili competitors, una dimostrazione di forza di essere perfettamente in grado di schierare, a migliaia di miglia di distanza dalle basi di casa, un potente gruppo da battaglia completamente operativo incentrato su una grossa porterei convenzionale, due-tre cacciatorpediniere lanciamissili, due-tre fregate di cui una da difesa d’area ed un paio di unità logistiche, ombreggiato da almeno un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare.