Un F-15 della Royal Saudi Air Force ha colpito ed abbattuto un drone suicida di produzione iraniana della serie Ababil con l’impiego di un missile AIM-120.
Il drone, controllato dai ribelli houthi, è una sorta di drone “suicida” o loitering munition che è in grado di provocare ingenti danni seppur si tratta di sistemi dai costi abbastanza contenuti.
Dall’analisi del filmato è possibile appurare che il missile ha una lunghezza di circa 3,55 metri compatibile con quella di un AIM-120 AMRAAM che è di 3,6 metri (ci possono essere errori di parallasse nella misurazione).
Un AIM-9 Sidewinder, che a rigor di logica potrebbe essere la scelta migliore per intercettare un bersaglio a corto raggio, ha una lunghezza di poco superiore ai 3 metri.
La qualità non eccelsa del filmato permette comunque di riconoscere le alette fisse poste a metà dell’AIM-120 e quelle di guida posteriori diversamente dallo Sidewinder dove sono posizionate alle estremità.
Un classico esempio di “Fox Three” dato che l’AIM-120 è un missile a guida radar attiva.
Il drone in questione, Qasef-2K, è derivato dall’iraniano Abadil 2 ed è stato presentato per la prima volta in pubblico nel 2017. E’ in uso solamente ai ribelli houthi e può trasportare fino ad massimo di 30 kg di esplosivo il che lo rende una temibile loitering munition.
Un drone Qasef-2K è responsabile dell’attacco il 10 gennaio 2019 ad una parata delle Forze Armate yemenite presso la base aerea di al-Anad dove hanno perso la vita sei militari tra cui il Generale Tamah, il capo dei servizi di intelligence dello Yemen.
Certamente il costo di un missile AIM-120, circa un milione di dollari per le versioni più recenti, fa appare l’ingaggio non particolarmente efficiente secondo i parametri del cost-effective.
I sauditi conoscono personalmente la pericolosità di tali sistemi d’arma che hanno causato ingenti perdite non solo economiche ma anche umane rappresentando una minaccia per i Patriot.