La US Navy ha annunciato che le bombe guidate per attacchi di precisione GBU-53/B StormBreaker, o Small Diameter Bomb II (SDB) prodotte da Raytheon (RTX) sono state dichiarate operative per l’impiego da parte dei caccia bombardieri Boeing F/A-18E/F Super Hornet.
Nel novembre dello scorso anno, NAVAIR aveva provveduto a certificare la GBU-53/B StormBreaker con i Super Hornet.
Caratteristiche della StormBreaker
La munizione guidata StormBreaker ha un peso di 92 kg di cui 48 kg rappresentati dalla testata ed offre agli operatori il vantaggio di poter colpire bersagli in movimento anche con le peggiori condizioni atmosferiche.
La munizione è dotata di profilo alare ed è in grado di rilevare e classificare autonomamente bersagli in movimento in situazioni di scarsa visibilità causate da oscurità, maltempo, fumo o polvere sollevate dai rotori dagli elicotteri o dalle eliche dei velivoli.
La StormBreaker è stata sviluppata proprio per poter essere impiegata h24 in tutte le condizioni climatiche, col fine di migliorare le capacità operative allorquando la visibilità sia limitata o ridotta.
Tripla modalità operativa
La munizione StormBreaker è dotata, infatti, di un sensore di ricerca (seeker) assai articolato che permette tre modalità di impiego, consentendo di ottenere la massima flessibilità operativa; è costituito da un radar che opera ad onde millimetriche per la ricerca ed il tracciamento del bersaglio anche attraverso lo strato di nubi con homing attivo, fa ricorso alla imaging ad infrarossi, fornendo una migliore discriminazione del bersaglio od infine in modalità laser semi attivo, ricorrendo alla designazione ed illuminazione del bersaglio da parte di fonti esterni.
Pertanto, il seeker tri-mode condivide le informazioni di targeting tra tutte e tre le modalità, consentendo alla munizioned StormBreaker di ingaggiare bersagli fissi o mobili in qualsiasi momento della giornata ed in tutte le condizioni atmosferiche.
La StormBreaker, grazie al profilo alare di cui è dotata,è in grado di volare per più di 45 miglia (poco più di 70 km) per colpire bersagli mobili, riducendo la quantità di tempo in cui i piloti sono esposti al pericolo della possibile reazione della contraerea nemica.
Nei confronti degli obiettivi fissi, il raggio d’azione aumenta sino a circa 70 miglia (circa 110 km) dal punto di sgancio.
L’arma, in servizio dal settembre dello scorso anno nelle fila dell’USAF, ha un sistema di guida inerziale INS, accoppiato ad un sistema GPS, e riceve aggiornamenti della situazione via datalink.
Foto @Raytheon