Secondo un sondaggio condotto da Kyodo, principale compagnia di comunicazione nipponica con oltre 50 milioni di iscritti, la maggioranza dei Giapponesi si oppone al sostenimento dell’aumento delle spese militari attraverso una tassazione maggiore.
Il Giappone ha recentemente presentato un piano quinquennale dal valore di 320 miliardi di euro per potenziare le proprie capacità di difesa e non solo.
Fumio Kishida, Primo Ministro del Giappone, ha affermato che si tratta di un “punto di svolta nella storia”.
Il problema è che per sostenere un piano così ambizioso sono previsti aumenti progressivi della tassazione che partiranno tra due anni e si protrarranno fino al 2027.
Il 65% dei giapponesi intervistati da Kyodo hanno risposto che sono contrari all’aumento della tasse mentre l’87% da dichiarato che la spiegazioni addotte da Kishida non sono ritenute soddisfacenti per sostenere l’aumento della tassazione.
La stessa approvazione del governo in carica è scesa negli ultimi tre mesi raggiungendo ormai un divario di circa 18 punti: il 51,5% è contrario all’attuale governo rispetto ad un gradimento del 61% registrato a giugno.
C’è da rimarcare che i giapponesi non sono però oppositori all’acquisizione di nuove capacità di attacco: il 50,3% ha dichiarato di essere favorevole a sistemi d’arma per effettuare azioni di contro attacco anche contro nazioni come la Cina contro il 42,6% che disapprova la decisione.