Mercoledì scorso, la Japan Ground Self-Defense Force ha dato il via ad una gigantesca esercitazione a livello nazionale che coinvolgerà, fino alla conclusione del prossimo mese di novembre, tutte le unità per la prima volta da circa 30 anni. L’ultima grande esercitazione su vasta scala e per lungo periodo fu tenuta dalla JGSDF nel 1993.
Questa imponente attività è svolta nel tentativo di aumentare la deterrenza e rafforzare le capacità operativa delle forze terrestri giapponesi a fronte delle sempre maggiore aggressività cinese.
Saranno impegnati ben centomila uomini con ventimila tra veicoli e mezzi da combattimento ed oltre centoventi tra velivoli ed elicotteri. All’esercitazione parteciperanno ovviamente la componente aerea e navale delle Forze di Autodifesa Giapponese ed è previsto anche un coinvolgimento statunitense, il principale alleato e partner di Tokyo.
L’esercitazione sarà un banco di prova per collaudare i sistemi di comando e comunicazioni, i trasporti terrestri (anche ferroviari e civili) ed aeronavali (anche civili) nonché la capacità di rapido rischieramento nelle isole più lontane del arcipelago giapponese, quelle maggiormente esposte in caso di crisi con la Cina, in modo da rafforzarne i dispositivi di difesa laddove fosse necessario.
In pratica, si tratta di una vera e propria simulazione di mobilitazione anche delle risorse civili, fondamentali per assicurare il rapido rischieramento tra le basi e le isole più remote, principalmente le isole Nansei, comprese le isole Senkaku amministrate dal Giappone ma rivendicate dalla Cina nel Mar Cinese Orientale e per le quali tra Tokyo e Pechino il contenzioso è aperto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.