La prima portaerei “Made in India”, INS Vikrant, in costruzione presso i cantieri Cochin Shipyard Limited ha avuto recentemente qualche “problema di sicurezza interna”.
Alcuni componenti elettronici tra cui dischi rigidi, memorie esterne e processori di quattro computer che erano a bordo della nave sono stati smontati e portati via. La polizia locale ha aperto una inchiesta ma intanto il danno è stato fatto. Difficile pensare che si possa essere trattato di un furto della piccola criminalità.
Comunque, la Marina indiana ha prontamente asserito che le informazioni contenute nei computer riguardavano i cantieri e non c’è alcun rischio di sicurezza nazionale tenuto conto che la nave non è nemmeno stata consegnata.
Problemi di informazioni o meno la Vikrant ha avuto il taglio della prima lamiera nel lontano 2008 e avrebbe dovuto solcare i mari a partire dal 2010. Per non fare brutta figura, visto l’allungarsi dei tempi, è stata varata nel 2013 con una percentuale di completamento del 30%. Il suo ingresso in servizio è previsto, se tutto va bene, per il 2023. Per dovere di cronaca, il costo della nave ha raggiunto nel 2014 i 2,8 miliardi di dollari.
L’Italia fornisce il radar a lungo raggio AESA, Selex RAN-40L, e quattro OTO 76/62. Per approfondire: I ritardi della Vikrant.
Il Made in India non decolla…
L’industria della difesa indiana però è impegnata anche nel fronte dell’aviazione. La HAL, Hindustan Aeronautics Ltd, è stata messa sotto accusa dopo che un Mirage 2000 appena revisionato e aggiornato dalla ditta è precipitato poco dopo il decollo dalla pista dello stabilimento.
Malgrado l’imperante “Made in India” le industrie del paese devono per forza rivolgersi all’esteroper comprare gli equipaggiamenti di cui ha bisogno.
La costruzione della Vikrant, prima nave costruita con acciaio indiano, è stata più volte sospesa poiché le industrie indiane non riuscivano ad assicurare il quantitativo di materiale richiesto dai cantieri navali.
Per citare un altro esempio il missile Nag, anti carro, è stato sviluppato a partire dal 1988 e solo da quest’anno è stato messo in produzione. Impossibile non citare il Tejas del quale sono stati profusi fiumi di parole.
Un problema generale
Il problema del “Sistema India” è a livello generale/organizzativo. Le Forze Armate cambiano spesso i requisiti a gara in corso oppure ancora peggio a vincitore selezionato in barba a ogni forma di regola internazionale. La mancanza di un vero know-how porta allo sviluppo in maniera indigena di sistemi che le aziende indiane non sono in grado di produrre con il conseguente accumulo di ritardi, dilatazione dei costi,etc. La corruzione è un fenomeno che si ripercuote in tutto lo Stato compreso il settore della Difesa. Le Forze Armate invece di andare verso una standardizzazione comprano piccole-medie quantità mandando in tilt tutto il sistema logistico di per se già non eccellente.
Eppure l’India di vicini “difficili” ne ha. La Cina in primis ed anche il Pakistan che seppur non sia dotato delle capacità finanziarie dell’India ha sistemi d’arma di tutto rispetto. Confrontandosi con la Repubblica Popolare l’India appare molto indietro. Se New Delhi vorrà mantenere le proprie acque sotto controllo è meglio che provveda a varare un programma navale serio e realizzabile. Ipotesi molto remota, almeno al momento.