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Gli Stati Uniti approvano la vendita degli F-16 danesi alla Argentina

Il Dipartimento di Stato di Washington ha consegnato all’Ambasciatore Argentino negli Stati Uniti una lettera di approvazione relativa il trasferimento dei caccia bombardieri Locheed Martin F-16A/B MLU già in servizio con la Flyvevåbnet o Reale Aeronautica Danese.

Nella lettera si sottolinea che il trasferimento di questi velivoli riafferma gli stretti legami di difesa ed il fermo sostegno degli Stati Uniti agli sforzi di modernizzazione dell’Aeronautica Argentina.

Con il via libera statunitense andrà a concludersi (forse) una vicenda che da più di un decennio si trascina, quella del rinnovo della linea caccia dell’Aeronautica di Buenos Aires che, dall’avvenuta radiazione degli ultimi Mirage III/Dagger non ha più in servizio un caccia supersonico, dovendo “tamponare” con gli A-4M ammodernati e gli addestratori Pampa, entrambi tipi di velivoli non in grado di poter eseguire intercettazioni ad alta velocità e ad alta quota.

In questi anni sono stati accostati alla Argentina varie soluzioni, prima russe, poi cinesi, anche francesi, infine indiane che, peraltro, non si sono mai materializzate anche per l’interesse di Washington a mantenere il Paese sudamericano, sempre alle prese con enormi problemi economici, nella sua sfera di influenza, contrastando l’espansionismo cinese molto attivo in quel continente.

Per anni il processo di modernizzazione della Aeronautica Argentina è stato bloccato dal embargo britannico, imposto ai tempi della Guerra delle Falkland e mai revocato, alla vendita e trasferimento di sistemi d’arma completi od anche solo componenti di fabbricazione britannica; questo ha complicato le possibilità argentine di rinnovarsi, considerato che l’industria aeronautica britannica è presente largamente con le sue componenti su buona parte dei caccia occidentali e costruiti da altri Paesi.

Nel caso degli F-16, il Dipartimento di Stato avrebbe assicurato all’Argentina che a bordo di questi velivoli non sono presenti componenti britanniche che, a causa del vigente embargo, potrebbero comprometterne l’operatività nel corso del possibile servizio con le insegne della Fuerza Aérea Argentina.

Il materiale oggetto del trasferimento, pur essendo stato a suo tempo ammodernato, non rappresenta certamente lo stato dell’arte nel settore dei velivoli da combattimento, ma per l’Aeronautica Argentina rappresenta un enorme passo in avanti, una sorta di rinascita tecnologica ed operativa.

La Flyvevåbnet ha avviato la sostituzione della linea Fighting Falcon con l’F-35A Lightning II sempre di Lockheed Martin, i cui primi quattro esemplari dei ventisette fin qui ordinati sono stati trasferiti in Danimarca lo scorso mese di settembre. E’ altamente probabile che i programmi saranno rivisti per consentire l’acquisto di ulteriori esemplari (c’è accordo sul punto tra Governo, maggioranza ed opposizione in Parlamento), dato che le condizioni sono pesantemente mutate a causa della guerra in corso tra Russia ed Ucraina e le esigenze operative richiedono un maggior numero di caccia disponibili.

Allo stato attuale la Danimarca dispone di 34 F-16AM e 10 F-16BM di cui una trentina operativi; di questi 24 sarebbero quelli oggetto di trasferimento all’Argentina; per facilitare la trattativa gli Stati Uniti coprirebbero parte del costo di acquisto coprendolo con una vendita militare straniere (FMS) del valore di 40 milioni di dollari con il resto a carico dell’Argentina (in origine il Dipartimento di Stato aveva approvato una possibile vendita militare estera per un massimo di 38 F-16 ex danesi al costo di 338 milioni di dollari).

Nel pacchetto sarebbe autorizzato il trasferimento alla Aeronautica Argentina dei missili aria-aria AIM-9 Sidewinder a ricerca di calore ed AIM-120 AMRAAM a guida radar attiva per ingaggi a medio raggio, oltre il supporto tecnico e logistico statunitense.

Ora sarà il Governo Argentino a dover decidere se accettare o meno questa proposta congiunta danese-statunitense o “virare” sulla soluzione sino-pakistana vertente sul JF-17 Thunder od addirittura sul LCA Tejas indiano.

Foto @USAF

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