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Gli Stati Uniti donano la seconda nave al Vietnam, la Cina protesta

Tempi passati quelli di “Rolling Thunder” e la ricerca di “charlie” in mezzo alla jungla. Ora gli Stati Uniti e il piccolo paese del sud-est asiatico hanno in comune un avversario: la Cina. Entrambi, seppur in modi diversi, temono la presenza e l’influenza di Pechino.

Gli Stati Uniti, che hanno da tempo riallacciato relazioni diplomatiche ed economiche con il Vietnam, sono in procinto di donare una seconda nave alla Guardia Costiera del paese asiatico.

Il Segretario della Difesa Mark Esper, dopo aver ufficializzato la cessione, si è espresso duramente contro la Cina, colpevole di “bullizzare” i paesi vicini come il Vietnam.

La Cina ha grosse rivendicazioni nel Mar Cinese Meridionale arrivando a reclamare quasi il 90% delle riserve energetiche che giacciono sotto il fondale marino. Mensilmente navi della Guardia Costiera cinese, che opera la nave da G.C. più grande al mondo, effettuano missioni di pattugliamento arrivando anche a respingere le navi da ricerca e trivellazione non cinesi.

Il portavoce del Ministero della Difesa Nazionale cinese ha sollecitato gli Stati Uniti a “interrompere immediatamente ogni provocazione militare nel Mar Cinese Meridionale”.

La prima nave ceduta

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ex USGC Morgenthau ora CSB 8020

La Guardia Costiera vietnamita, la Cảnh sát biển Việt Nam, opera dal 2017 l’ex cutter della Coast Guard statunitense USCGC Morgenthau (rinominata CSB 8020) della classe Hamilton. La nave, lunga 115 metri e con una stazza di 3.250 tonnellate, è in grado di accelerare da 0 a più di 30 nodi in 60 secondi. L’armamento è composto da un Otobreda 76/62, un CIWS Phalanx, M242 Bushmaster, M2 Browning e diverse M240. Può essere dotata di una suite per la lotta antisommergibile (ASW).

USCGC Morgenthau (WHEC-722)
USGC Morgenthau negli anni 70′. Sullo sfondo le Twin Tower sono in costruzione.

La Morgenthau ha partecipato attivamente alla Guerra del Vietnam ricevendo anche diverse medaglie per il servizio svolto.

La nave è stata ceduta al Vietnam attraverso l’Excess Defense Articles Program e pagata mediante il Foreign Military Financing.

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