Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (US DoD) ha in corso il dispiegamento di altri 300 uomini in Medio Oriente per rinforzare i contingenti e le basi militari statunitensi nell’area.
In questi giorni in Iraq e Siria continuano ad aumentare e hanno assunto una frequenza quasi quotidiana gli attacchi portati contro le basi statunitensi.
Secondo il Pentagono queste truppe aggiuntive forniranno capacità di smaltimento di ordigni esplosivi (EOD), comunicazioni e altri strumenti di supporto per le forze già presenti nella regione.
Inoltre, è stato specificato che il nuovo contingente non andrà in Israele ma è destinato a sostenere gli sforzi di deterrenza regionale ed a rafforzare ulteriormente le capacità di protezione delle forze statunitensi nell’area di competenza del U.S. Central Command.
La notizia delle truppe aggiuntive arriva appena una settimana dopo che il Pentagono ha dispiegato unità di difesa aerea dell’esercito da tre basi negli Stati Uniti per un totale di una batteria di difesa antimissile THAAD ed 11 batterie di difesa aerea ed antimissile Patriot PAC-3, e dopo 14 nuovi attacchi di droni e razzi su diverse basi in Iraq e Siria dal 24 ottobre.
Il Pentagono ha spostato nel Mediterraneo Orientale due gruppi di combattimento di portaerei, imperniati sulle USS Gerald R. Ford e USS Dwight D. Eisenhower, e la 26a MEU oltre rafforzare la presenza navale nel Mar Rosso per sostenere Israele mentre conduce la guerra contro Hamas.
Nel settore aereo sono stati inviati nella regione mediorientale un gruppo di F-15E Strike Eagle, un gruppo di F-16C ed un secondo gruppo di A-10 a rinforzare il gruppo di Thunderbolt II già presente nell’aerea; infine, ieri sono atterrati ad Incirlik in Turchia un paio di bombardieri a lungo raggio B-1B Lancer provenienti dal Regno Unito.
Foto @U.S. Marine Corps/Lance Cpl. Willow Marshall