Una lettera di intenti sarebbe stata inoltrata dall’agenzia di appalti della difesa greca al Governo francese, in relazione al possibile acquisto da parte della Marina ellenica di due Fregate del tipo Belharra costruite da Naval Group.
Questa informazione è apparsa per la prima volta sulla rivista greca di difesa Doureios Ippos, ripresa successivamente da Naval News. È notorio dal 2008 che la Marina di Atene intende procurarsi un nuova unità media di superficie, principalmente per le missioni antiaeree (Anti Air Warfare).
Peraltro, la Grecia è stata frenata nel procedere con il progetto a causa della pesantissima crisi finanziaria che l’ha investita in questi anni.
Il problema di fondo rimane sempre il finanziamento, considerato che le misure da “lacrime e sangue” imposte dalla “Trojka” europea ad Atene per ritornare nei parametri economicamente sostenibili in ambito comunitario ed internazionale, a seguito dell’imposto piano di privatizzazione, hanno portato nelle casse erariali greche denaro che è servito e che serve, tutt’ora, a ripagare i prestiti e gli interessi allo FMI e alla Banca Centrale Europea che, per sostenere la traballante economia di Atene, ha sottoscritto i bond greci.
Al fine di risolvere la problematica, secondo Doureios Ippos, la Francia avrebbe imposto al governo greco una sorta di “prova scritta” del concreto interesse di Atene ad acquistare le fregate del tipo Belharra. Tale lettera di intenti servirà ora come un punto fermo per la Francia, necessario per ricercare finanziamenti da istituzioni finanziarie tesi a coprire l’acquisto delle due fregate.
Uscendo lentamente dalla crisi economica, gli appalti della difesa del governo greco sono più che mai legati alla necessità di investimenti, per ringiovanire le capacità industriali e creare nuovi posti di lavoro. Allo stesso tempo, Atene si trova ad operare in una regione profondamente instabile ed è chiamata ad affrontare problematiche politiche, di sicurezza e economiche di enorme portata.
Le recenti acquisizioni dei cantieri navali Neorion Shipyards e Elefsis Shipyards da parte del gruppo statunitense Onex Corporation, sono un chiaro segno del nuovo corso delle relazioni tra Atene e Washington, sempre più presente in Grecia anche a livello militare, mentre è ancora “in alto mare” la questione della privatizzazione dei cantieri Hellenic Shipyards (Skaramangas), attualmente sotto controllo statale, che non riescono a trovare una nuova proprietà.
Tornando alle unità oggetto della lettera di intenti, sono unità di dimensioni compatte progettate per svolgere una vasta gamma di missioni, sia autonome sia all’interno di una Task Force, di lunga durata, capaci di operare anche in acque poco profonde.
La fregata Belharra ha significative capacità antiaeree, antinave ed anti sommergibili, nonché offre una potenziale capacità di deep strike, oltre ad essere impiegabile anche in contesti in cui sono presenti minacce asimmetriche sempre più diffuse nel contesto navale odierno.
Nel mese di aprile 2017, il Ministero della difesa francese ha stipulato un contratto con Naval Group, già DCNS, per la costruzione di cinque fregate Belharra.
Conosciute inizialmente come FTI o Fregate di Taglia Intermedia, ora come FDI (Fregata per la Difesa e l’Intervento) la prima delle cinque unità previste dovrebbe essere consegnata alla Marine Nationale nel 2023, mentre il taglio della lamiera è previsto per la fine dell’anno a Lorient.
Nel catalogo di Naval Group le fregate Belharra occupano la fascia intermedia tra le Gowind e le FREMM, essendo più sofisticate delle prime ma meno complete e prestazionali rispetto le seconde.
Le fregate Belharra dislocano circa 4.000 tonnellate, sono lunghe 121 mt. e larghe 17 mt., sistema di propulsione con architettura CODAG (Combined Diesel and Gas) o CODAD (Combined Diesel and Diesel) con potenza sino a 40 MW (oltre 54.000 cv) che permette all’unità di sviluppare una velocità massima tra i 27 ed i 29 nodi, con autonomia attorno alle 5.000 miglia nautiche alla velocità di crociera di 15 nodi.
L’equipaggio è stimato tra i 145 ed i 165 uomini; l’armamento può essere configurato a seconda delle esigenze della Marina committente; di base è previsto un cannone da 127 mm o, alternativamente, da 76 mm, ciws e/o armamento leggero per impieghi anti barchini, un sistema VLS a 32 celle per missili antiaerei, missili anti nave, lanciasiluri per impieghi antisommergibili.
Le dotazioni aeronautiche prevedono la possibilità di imbarcare un elicottero di media grandezza ed un uav rotorcraft.
Le unità possono imbarcare due barchini tipo RHIB di diversa lunghezza per missioni di polizia marittima e di supporto per le squadre di incursori imbarcate.
Ovviamente, la suite elettronica è variabile a seconda delle esigenze; per le FDI ordinate dalla Marine Nationale sono previsti un CMS, un radar AESA di Thales, un sonar a scafo, cortina antisom rimorchiabile, sistema di guerra elettronica e suite di protezione con lancia decoy.
(foto Naval Group)
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