I due Paesi più popolosi dei Caraibi stanno attraversando momenti di particolare tensione con Cuba che deve affrontare carestie di latte, pane, carburante e medicinali mentre Haiti è vicino ad una guerra civile.
L’economia di Cuba sta attraversando uno dei momenti più difficili della propria storia per una serie di motivi tra cui la riforma economica introdotta dal Governo nel 2021 per allineare i prezzi al mercato internazionale, le sanzioni imposte dagli Stati Uniti nonché gli strascichi della pandemia da Covid-19.
A Cuba, prima della riforma economica, era in funzione un complesso sistema di cambio che vedeva presenti nel Paese caraibico due valute parallele: il Peso Cubano (CUP) ed il Peso Cubano Convertibile (CUC).
La nascita del CUC risale al 1994 quando, con il crollo dell’Unione Sovietica e del COMECOM, il Paese caraibico si trovò di fronte ad una grave crisi derivata dal crollo delle esportazioni.
Quel periodo, che prese il nome ufficiale di Período especial en tiempos de paz, diede il via all’introduzione di una doppia economia con la creazione del CUC che era convertibile con il dollaro parallela alla valuta già in uso, il CUP.
Lo scopo era contenere gli investimenti stranieri in alcuni settori dell’economia senza che questi influenzassero il resto del sistema economico.
Il settore in cui il CUC diede una forte spinta fu, ovviamente, quello turistico e dato che non tutti gli abitanti locali potevano usare questa valuta si creò di fatto una divisione interna del paese.
Essendo il CUC molto forte, dato il cambio fisso a 1:1 rispetto al dollaro statunitense, il risultato ultimo fu che chi lavorava nel settore del turismo (resort, alberghi, ristoranti, etc) guadagnava molto di più rispetto, ad esempio, agli impiegati pubblici compresi medici e insegnanti.
La riforma economica ha ritirato il CUC ed ha svalutato il CUP con un cambio rispetto al dollaro di 1:24, con l’intento di stimolare l’economia aumentandone l’efficienza e riducendo la dipendenza da prodotti importati.
Gli stipendi dei dipendenti statali sono triplicati ma la capacità di acquisto si è subito erosa a causa del vertiginoso aumento dei prezzi ed all’inflazione galoppante che, dal 4,2% del dicembre 2020, è arrivata a 77,3% del dicembre 2021 per poi assestarsi a dicembre 2023 sopra il 30%.
Un duro colpo all’economia locale, già debole, è arrivato a gennaio 2021 con l’aggiunta di Cuba alla lista degli stati sponsor del terrorismo (SSoT) del Governo degli Stati Uniti secondo quanto voluto dal Presidente Trump.
Il Presidente Biden, malgrado la sua posizione più favorevole nei confronti di Cuba, non ha modificato le politiche restrittive di Trump, limitando quindi l’azione degli investitori stranieri nell’economia dell’isola.
Ad inizio febbraio il Ministro dell’Economia, Alejandro Gil Fernández, ha lasciato il suo incarico ed è stato indagato, anche se non è stati resi pubblici i capi d’accusa.
Havana ha oggi problemi di approvvigionamento di diversi beni tra cui latte, grano, carburante e medicinali.
Cuba ha fatto ricorso all’UN World Food Programme per garantire la fornitura di latte in polvere ed è previsto l’arrivo a giorni di una nave proveniente dal Brasile con 375 tonnellate di latte in polvere da destinare ai bambini. Il Governo ha inoltre acquistato 500 tonnellate di latte anche dagli Stati Uniti e dal Canada.
L’Egitto ha annunciato che fornirà Cuba di insulina per il trattamento dei pazienti diabetici attraverso l’United Company for Pharmaceuticals.
Haiti
La Repubblica di Haiti attraversa da decenni una grave emergenza umanitaria a causa dell’uragano Jeanne nel 2004, dal terremoto e dall’epidemia di colera del 2010, devastata dall’uragano Matthew nel 2016 e nuovamente da un terremoto di immane potenza nel 2021.
Nel corso degli anni la situazione interna si è deteriorata sempre di più con il Governo non più in grado di controllare vaste zone del Paese che sono diventate territorio di proliferazione di bande armate.
L’ultima elezione politica nazionale è avvenuta nel novembre 2016 con la vittoria di Jovenel Moïse che, poco dopo essersi insediato, ha dovuto fronteggiare dure proteste per l’aumento dei prezzi del carburante.
Nel luglio del 2021 il Presidente Moïse è stato assassinato nella sua residente a Port-au-Prince mentre era in compagnia della moglie da parte di un commando composto da 28 mercenari stranieri, la maggior parte colombiani. A prendere il suo posto è succeduto Ariel Henry.
Il mese seguente, 14 agosto 2021, un sisma di magnitudo 7,2 ha colpito Haiti provocando almeno 2.000 vittime con le operazioni di soccorso rallentate dall’arrivo dell’uragano Grace.
L’incertezza politica ed i danni naturali hanno scatenato la violenza tra le circa 200 bande armate presenti nel Paese e divise in diverse alleanze: Alleanza G9, Alleanza G-Pep, “400 Mawozo”, “Grand Ravine”, “Baz Galil”, “Base 5 Secondes”, “Canaan” e “Village de Dieu”.
Il 1° Marzo 2024, il Primo Ministro Henry era impegnato in Kenya per firmare un accordo con il Paese africano per il dispiegamento ad Haiti di circa 1.000 poliziotti all’interno della missione ONU che era stato bloccato dall’Alta Corte keniota data la mancanza di accordi reciproci tra i due Stati.
Il giorno seguente, diversi gruppi armati hanno assaltato i due più capienti penitenziari di Haiti rilasciando circa 4.700 detenuti con gli attacchi rivendicati da Jimmy Chérizier, leader dell’Alleanza G9.
Il 4 marzo, diversi appartenenti a gang locali hanno assaltato l’Aeroporto Internazionale provocando la chiusura dello scalo e rendendo praticamente impossibile per il Primo Ministro Henry tornare dal Kenya che è stato, quindi, costretto a rifugiarsi a Puerto Rico.
In un susseguirsi di azioni violente ed assalti contro stazioni di polizia, ministeri e palazzi governativi diversi Paesi hanno già chiuso le proprie rappresentanze diplomatiche nel paese tra cui Germania, Canada, Francia ed Unione Europea.
Gli Stati Uniti hanno evacuato il 10 marzo tutto il personale non essenziale dall’Ambasciata con l’intervento dei Marines e rafforzando ulteriormente le misure di sicurezza.
Secondo le ultime stime dell’ONU, circa l’80% della capitale è sotto il controllo di bande armate.
La differenza rispetto alle rivolte che in passato hanno scosso il paese è che molte bande armate di grandi dimensioni hanno formato alleanze, anche momentanee, allo scopo di rovesciare l’attuale governo guidato da Henry.
Il Premier Henry ha affermato che è sua intenzione dimettersi, azione condivisa anche dalla Comunità Caraibica (CARICOM), ma la risoluzione dei problemi per Haiti e per le decine di migliaia di sfollati non è proprio dietro l’angolo.
Non è dato sapere quale sarà il contesto in cui si terranno nuove elezioni, se ci saranno, e se le gang che ora combattono contro un nemico comune non inizieranno nuovamente a farsi la guerra a vicenda.