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I primi tagli ai programmi finanziati dal fondo speciale tedesco

Come scritto alcuni giorni fa (https://aresdifesa.it/il-super-fondo-tedesco-mangiato-dallinflazione/) non spira un’aria buona per il fondo speciale da 100 miliardi di euro deciso dal Governo del Cancelliere Scholz ed approvato dal Parlamento Tedesco.

Tale misura straordinaria era stata decisa, all’indomani dell’attacco russo all’Ucraina, per consentire l’ammodernamento ed il potenziamento delle Forze Armate che in diversi settori sono afflitte da pesanti lacune oltre ad avere in dotazione materiali ormai obsoleti e non più impiegabili nei scenari multidominio attuali e futuri.

Le cause dei problemi del fondo sono legate all’inflazione sempre più alta, alla crisi economica legata all’aumento dei prezzi del gas e delle materie prime connesso alla guerra tra Russia ed Ucraina, nonché allo sfavorevole rapporto di cambio tra euro e dollaro

Tutto ciò ha portato la Corte dei Conti di Berlino ad ammonire il Governo a valutare la coerenza dei finanziamenti previsti dal fondo speciale con la reale disponibilità dei fondi, in altre parole, a rivedere quali programmi effettivamente poter finanziare con un fondo sforbiciato nel suo ammontare totale.

Il Ministro della Difesa Lambrecht, riunitasi con i responsabili del dicastero, i capi di Stato Maggiore delle Forze Armate e dello Stato Maggiore della Bundeswehr ha preso atto della situazione ed ha invitato i suoi sottoposti a rivedere i programmi, alla luce di quanto indicato dalla Corte dei Conti.

La revisione è stata pesante e più profonda di quanto si potesse pensare, segno evidente che i fattori di crisi sono evidentemente seri e più onerosi di quanto si potesse prevedere.

Le due Forze Armate che sono uscite “perdenti” nel ambito del processo di revisione, almeno al momento, sono l’Esercito e la Marina che avranno parte dei loro programmi non più finanziati o con finanziamento ridotto.

L’escamotage trovato consiste nel trasferire i programmi non più finanziati dal fondo speciale al bilancio ordinario, ma questo passaggio ovviamente ritarda i piani ed allunga i tempi; tale misura per essere coerente, inoltre, richiederà di aumentare la dotazione finanziaria del bilancio ordinario, circostanza tutta da verificare in tempi di crisi economica.

Tra i programmi “colpiti” l’Esercito non potrà ottenere il finanziamento dei nuovi veicoli multiruolo destinati a sostituire i veterani Fuchs in linea da diversi decenni, la nuova tranche di veicoli da combattimento della fanteria Puma ed il sistema di difesa aerea di nuova generazione che subirà il dimezzamento dei fondi assegnati.

Per la Marina non ci saranno i fondi per esercitare l’opzione per l’acquisto della quinta e sesta fregata del tipo F126 e sono state cancellate le risorse per allestire un nuovo lotto di corvette multiruolo destinate a sostituire le corvette K130 di costruzione più datata.

Inoltre, la Marina subirà la decurtazione da 12 ad 8 dei velivoli MPA Boeing P-8A Poseidon, acquistati inizialmente come “gap filler” in cinque esemplari per sostituire i P-3C Orion i cui elevati costi di aggiornamento ed il tasso deficitario di efficienza hanno convinto la Difesa di Berlino ad anticipare il loro ritiro prima di quanto precedentemente previsto.

Apparentemente, dalla scura dei tagli si sarebbe salvata l’Aeronautica la quale, peraltro, era la Forza Armata in maggiore sofferenza per l’obsolescenza di linee di volo fondamentali per la Bundeswehr.

Tra i programmi usciti indenni vi sono quelli relativi all’acquisto del nuovo cacciabombardiere Lockheed Martin F-35A di cui sono previsti 35 esemplari ed i sessanta elicotteri da trasporto pesante Boeing CH-47F Block II.

In questo caso, la Difesa tedesca farà leva, sulla scia di quanto ottenuto dalla Finlandia e dalla Svizzera per i rispettivi F-35A, sul prezzo bloccato al momento della comunicazione alla controparte statunitense dell’avvenuta selezione, dato confermato peraltro dal costruttore e dai rappresentati diplomatici statunitensi.

Per la Germania è fondamentale ricevere nei tempi previsti e nel numero richiesto gli F-35A che serviranno a sostituire i Tornado IDS con capacità di impiego di munizionamento nucleare NATO.

Invece, per i CH-47F, pur mantenendone il numero, è probabile che saranno dilatati e diluiti i tempi di consegna, per recuperare risorse da destinare ad altri programmi.

Per la sostituzione del Tornado ECR vi è da segnalare il recentissimo accordo tra HENSOLDT e l’israeliana Rafael che collaboreranno all’integrazione ed all’offerta di capacità di guerra elettronica per i caccia bombardieri Eurofighter che riceveranno i pod di guerra elettronica aviotrasportata Sky Shield di RAFAEL integrati da un Escort Jammer (ESJ), che rappresentano la più recente tecnologia sensibile nazionale di attacco elettronico aereo (KALÆTRON Attack) messa a punto dal costruttore tedesco.

Quest’accordo binazionale dovrebbe “mettere al sicuro” il programma della Luftwaffe per la sostituzione dei Tornado ECR, consentendo di ottenere ad Airbus un’altra commessa per la costruzione di una nuova tranche di velivoli Eurofighter specializzati nella guerra elettronica (EW).

Altri programmi rimangono senza un chiaro quadro di finanziamento anche perché legati a programmi di collaborazione, tra cui il FCAS/SCAF e l’MGCS; per questi si attendono schiarite sul versante politico oltre che industriale; il recente incontro tra il Presidente Macron ed il Cancelliere Scholz ha confermato le distanze esistenti tra Parigi e Berlino su diversi temi essenziali, tra cui la cooperazione militare.

Peraltro, c’è da registrare l’uscita pubblica del CEO di Dassault che ha parlato di una schiarita dei rapporti tempestosi tra il gruppo aerospaziale francese ed Airbus, relativamente la suddivisione del lavoro nel ambito del programma del caccia di nuova generazione. Si attendono novità per capire se effettivamente si procederà nell’impresa tri-nazionale o questa sarà abbandonata a favore di altre iniziative di cui si è “minacciata” l’eventualità, nel caso del fallimento della cooperazione franco-tedesca.

Immagine Damen Group

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