Dal semovente d’appoggio alla fanteria Ikv 102-103 furono sviluppate due versioni speciali oggetto di approfondimento di questa seconda parte.
I veicoli controcarri e contraerei
Nell’ambito degli studi UDES degli anni ’70, si riscontrava che vi erano alcune carenze nelle difesa controcarri e contraerei delle unità da campagna.
Pertanto, era necessario ottenere, velocemente e nel modo più economico possibile, numerosi veicoli protetti per tali unità di supporto al combattimento delle brigate, ovvero veicoli aventi la capacità di seguire sul terreno gli altri veicoli da combattimento.
Infatti, in servizio vi erano i vecchi semoventi d’appoggio alla fanteria, nati nei primi anni ’50. Tra il 1952 e il 1954 la Landsverk consegnò 36 Ikv 72 con cannone da 7,5 cm. che furono modificati nel 1956-1958 dotandoli di un cannone da 10,5 cm, la cui designazione divenne Ikv 102.
In parallelo, 81 esemplari furono modificati, dotandoli di un altro motore, designati come Ikv 103, mezzi questi, peraltro, irrimediabilmente obsoleti.

L’Esercito di Stoccolma avviò i necessari studi su varie opzioni di veicoli per risolvere le carenze emerse, i quali dimostrarono che il telaio dei carri armati della fanteria Ikv 102/103 potesse essere ricostruito in modo relativamente semplice e fosse utilizzabile come piattaforma d’impiego dei sistemi missilistici Robot 55 TOW (RBS 55) anticarro e Robot 70 (RBS 70) da difesa aerea.

A tal fine, la AB Hägglund & Söner di Örnsköldsvik fu incaricata di produrre un paio di prototipi con i due detti sistemi missilistici integrati sul telaio del Ikv 102/103.
Tali prototipi furono consegnati all’Esercito nel 1978 e sottoposti a prove tecniche e prove presso i reparti. I risultati delle prove furono talmente positivi che nel 1980 si decise di procedere alla realizzazione di una “pre-serie” rispettivamente su uno e due veicoli.
Sui veicoli di prova fu mantenuto lo chassis, mentre il vano di combattimento fu modificato all’altezza del treno di rotolamento per adattare il telaio ai nuovi compiti previsti.
Dopo un ciclo di ulteriori prove svolte nel 1981-1982, una serie di Ik 102/103 fu ricostruita sbarcando i vecchi cannoni da fanteria.
A differenza dei prototipi, che utilizzavano il motore originale, i veicoli convertiti erano propulsi dallo stesso tipo di motore e cambio usati sul Bv 206 – Ford V6 e Mercedes a 4 marce a trasmissione automatica – creando una comunità di componenti che agevolava molto la manutenzione e la logistica.
Il nuovo motore, tuttavia, era leggermente meno potente dell’originale, il che significava che i nuovi carri divennero più difficili da guidare dato che, a seguito delle modifiche apportate, era aumentato anche il peso dei mezzi.

Alla fine si ottennero veicoli il cui treno di rotolamento rimase invariato come la piastra inferiore mantenuta intatta. Tuttavia, il corpo vettura uscì con un design completamente rivisto, con l’equipaggio che ottenne maggiore spazio e la protezione balistica fu rafforzata.
Tuttavia, il mezzo non aveva alcuna protezione NBC, limitazione evidente per l’operatività in un contesto contaminato da agenti chimici e biologici nonché da radiazioni atomiche.
Le due varianti del veicolo lanciamissili avevano un equipaggio composto da quattro membri: il capocarro e l’autista erano posizionati nella parte anteriore del carro, il tiratore e l’osservatore erano collocati al centro del veicolo con la mansione di gestire il lanciamissili.
Quando si sparava con il TOW o RBS 70, un paio di portelli erano aperti al di sopra del vano di combattimento sul retro del mezzo, in modo da poter sollevare il lanciatore retrattile.
Questo sistema aveva anche il pregio di presentare una piccola superficie esposta. Una riserva di 6 missili (uguale per ogni tipo) era collocata sul retro del veicolo. Come procedura di backup o in presenza di determinate condizioni, era anche possibile sbarcare il lanciatore ed impiegarlo a terra.

Le consegne dei nuovi veicoli iniziarono nel 1984 e durarono fino alla metà del 1986. Lo Lvrbv 701 usava solo chassis dell’ex Ikv 103, mentre il Pvrbv 551 era basato su chassis sia dell’Ikv 102 sia dell’Ikv 103.
Esternamente, con il lanciamissili abbassato, i due veicoli erano tra loro distinguibili solo per il numero di antenne, tre montate sulla variante antiaerea e due sulla variante controcarro.
Furono acquisiti in totale 57 veicoli Pvrbv 551 e 48 veicoli Lvrbv 701.

Il compito del Pvrbv 551 era di contrastare i veicoli da combattimento (sovietici) ingaggiandoli a lunga distanza, preferibilmente i carri armati.
Il sistema Robot 55 TOW apparteneva alla seconda generazione di missili anticarro ed era un missile a guida semiautomatica (SACLOS) in grado di ingaggiare bersagli ad una distanza compresa tra i 65 ed i 3750 metri.
Poiché il missile volava a 310 metri al secondo, sparare alla massima distanza di tiro significava per il veicolo rimanere esposto per 12 secondi, in quanto il tiratore doveva mantenere nel centro del mirino il bersaglio per ivi guidare il missile.
Una fonte IR posizionata sulla coda del missile consentiva di seguire la corsa dell’ordigno e di eseguire le opportune correzioni via filo. La probabilità di colpire il bersaglio era molto alta così come alta era la probabilità di distruggerlo al primo colpo.

Lvrbv 701
Il compito dello Lvrbv 701 era di ingaggiare i bersagli aerei (aerei più lenti, elicotteri e aerei d’attacco) e fornire sostegno ravvicinato alle truppe combattenti.
Il sistema missilistico fu posizionato in modo simile a quello di Pvbrv 551. Il sistema Robot 70 (RBS70) era un missile svedese sviluppato da Bofors in due versioni (Mk1 e Mk2).
Era possibile l’utilizzo del RBS 70 fino a una distanza di 5 km, tuttavia, necessitava di buone condizioni meteorologiche perché il missile era otticamente controllato dal tiratore.
Lo Lvrbv 701 non aveva apparati di visione notturna ed era quindi un sistema funzionante solo di giorno e con il bel tempo. La scoperta dei bersagli aerei era eseguita con l’aiuto di un radar di rilevamento esterno che, quando scopriva un target, inviava un messaggio di dati al veicolo meglio posizionato per colpire il bersaglio.
Era quindi compito del veicolo tenere la mira sul bersaglio fino a colpirlo. L’alta probabilità di centrare il bersaglio era resa possibile grazie a un raggio laser che si muoveva orizzontalmente e verticalmente attorno alla linea di mira.
Un ricevitore laser nella parte posteriore del missile riceveva le correzioni del laser, rendendo perciò il missile quasi insensibile alle interferenze.
Lo Lvrbv 701 era anche dotato di un dispositivo di riconoscimento (IFF) per i propri velivoli, visibile a fianco del lanciatore, nonché di un sistema di navigazione (contrassegnato da una struttura a “lattina”), posto nella parte posteriore del veicolo.

Organizzazione e ritiro progressivo
I Pvrbv 551 e Lvrbv 701 furono distrubuiti nelle Compagnie corazzate e di difesa aerea inquadrate nelle Brigate blindate e nelle Brigate meccanizzate.
Alla fine degli anni ’90, fu preso in considerazione un aumento della efficacia dei mezzi, nello stesso momento in cui il sistema missilistico RBS 70 doveva essere sottoposto ad ammodernamento (il programma REMO) con la introduzione del terminale di controllo elettronico del campo di battaglia, l’Air Lock Information System, e di un nuovo sistema di connessione con radio Ra 180.
Fu presa in considerazione anche l’introduzione di una strumentazione per la visione notturna. Peraltro, solo un prototipo del veicolo così ammodernato fu allestito dalla Miloverkstaden a Linköping e testato dal Lv 3 a Norrtälje e, successivamente, dal Lv 6 a Halmstad, prima che il previsto programma REMO fosse abbandonato.
I veicoli lanciamissili – che per le loro dimensioni ridotte erano conosciuti come “Dinkytoys” – avevano una pesante limitazione operativa (oltre la segnalata mancanza del sistema di protezione NBC) dovuta all’unità motrice che risultò sottopotenziata.
La velocità massima era piuttosto bassa, così come la dotazione di sistemi di ausilio alla guida ed al combattimento del mezzo non era proprio all’avanguardia .
Inoltre, la variante antiaerea non poteva combattere al buio, divenendo presto un problema insormontabile data la tecnologia impiegata dal sistema d’arma.
Allorquando tali veicoli lanciamissili furono eliminati dall’organizzazione bellica all’inizio degli anni 2000, gli svedesi non li rimpiansero particolarmente.
Tuttavia, nonostante le pesanti limitazioni emerse sul piano operativo, questi veicoli di supporto al combattimento ebbero la loro giustificazione, perché colmarono, rapidamente ed economicamente, le lacune nell’organizzazione dell’Esercito svedese.

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