La posizione strategica dell’isola di Miyako è per il Giappone una pedina fondamentale per il controllo delle navi della Marina cinese che vogliono accedere all’Oceano Pacifico.
Lo stretto di Miyako, conosciuto anche come Kerama Gap, è largo circa 250 km e separa l’isola di Miyako con quella di Okinawa. E’ lo stretto più largo delle isole Ryūkyū e consente il passaggio dal Mar Cinese Orientale all’Oceano Pacifico.
Missili anti-nave e anti-aerei
Le Forze di autodifesa giapponesi attiveranno a Miyakojima a partire dal 26 giugno una batteria missilistica costiera Type-12 SSM che andrà ad affinciare una batteria antiaerea Type-003.
Non di rado infatti lo stretto è al centro di dimostrazioni di forza da parte di Giappone e Cina. Tokyo rivendica una certo controllo sullo stretto affermando che la Pechino dovrebbe avvertire in anticipo l’eventuale passaggio di naviglio militare.
L’escalation
La Marina Popolare Cinese è stata la prima ad effettuare una esercitazione su larga scala nello stretto. Nell’aprile del 2010 ha impiegato cacciatorpedinieri lanciamissili Sovremenny, fregate e sottomarini. Da quel momento la è tensione è salita e più di frequente i due paesi asiatici effettuano manovre militari in zona.
Nel settembre 2012 il Giappone ha addirittura acquistato le isole di Senkakus, poste poco più a ovest del Kerama Gap, e le ha nazionalizzate. Le isole erano chiaramente contese sia della Cina che da Taiwan. Pechino di tutta risposta ha esteso la propria zona di identificazione aerea (ADIZ) sopra il piccolo arcipelago.
Nel 2014 un Y-8J (da early warning), un Y-9 (da ricognizione elettronica) e due bombardieri H-6G hanno sorvolato lo stretto facendo levare in volo gli intercettori giapponesi.
Nel 2016 invece la formazione cinese era composta da ben sei bombardieri H-6, un Tupolev TU-154 ed un Y-8.
Nel 2017 una coppia di Sukhoi 30 ed un H-6 hanno sorvolato lo Stretto di Miyako come parte di una esercitazione contro bersagli di superficie.
Nel 2019 i P-3C Orion giapponesi ha individuato un totale di nove navi della Marina Popolare cinese transitare nello stretto in due diversi periodi (16 marzo e 28 novembre)
Le armi in gioco
I giapponesi, come prima accennato, hanno installato sull’isola una batteria missilistica antinave. Si tratta della batteria Type 12 prodotta dalla Mitsubishi ed in servizio, a partire dal 2012, presso la Forza di autodifesa terrestre. La Type 12 nasce dall’esigenza di sviluppare una piattaforma antinave superficie-superficie per sostituire i Type 88 (o SSM-1) in servizio.
Il missile è lungo 5 metri, ha un diametro di 35 cm e pesa circa 700 kg al lancio. La testata di guerra è composta da 250 kg di esplosivo ad alto potenziale. Ogni lanciatore, installato su un Mitsubishi 8×8, ha sei celle.
I missili, molto avanzati, sono dotati di un sistema di navigazione TERCOM, uno inerziale, uno GPS ed infine un radar AESA in banda Ka durante la fase terminale del volo (lo stesso montato sul missile BVRAAM AAM-4). Il missile può volare ad una altezza di 5 metri ed è in grado di compiere manovre di attacco diverse. La velocità massima si attesta a 1.150 km/h mentre l’autonomia è nell’ordine dei 200-250 km.
Il lanciatore può essere posizionato anche nell’entroterra e acquisisce le informazioni sui bersagli mediante un datalink da altre piattaforme siano essi radar a terra oppure velivoli.
Lo stesso missile in uso al Type 12 è in corso di integrazione sul pattugliatore ASW Kawasaki P-1.
Il Giappone aveva già schierato sull’isola, nel 2013, una batteria Type 88 ma la loro gittata teorica inferiore ai 200 km non consentiva un controllo completo dello stretto.
La difesa aerea è invece assicurata da una batteria a medio raggio Type 03 o Chu-SAM prodotta sempre dalla Mitsubishi. Ogni lanciatore è composto da sei celle. Il missile, lungo 4,9 metri, può raggiungere una velocità massima di 2.5 Mach. La gittata massima è di 50 km.
Il radar, di tipo AESA, può seguire fino a 100 tracce contemporaneamente e fare fuoco a 12. Oltre alla capacità di intercettare bersagli ad ala fissa o mobile è in gradi di colpire missili da crociera.
E’ in corso lo sviluppo di una variante che dovrebbe raddoppiare la gittata del missile.