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Kawasaki P-1 JMSDF

Il Giappone sviluppa nuovi aerei da guerra elettronica

Il governo giapponese ha pianificato di sviluppare nuovi velivoli di attacco elettronico equipaggiando gli aerei da trasporto e da pattugliamento aeronavale delle Forze di Autodifesa con potenti attrezzature di disturbo per contrastare le apparecchiature di guerra elettronica russe e cinesi. Il piano di sviluppo di aerei da attacco elettronici è in linea con le Linee guida del programma di difesa nazionale, che prevedono il rafforzamento delle capacità del Giappone di “neutralizzare radar, comunicazioni e altri mezzi di controparte che intendono invadere [il Giappone]”. In altre parole, il Governo di Tokyo ha dato un’interpretazione estensiva del principio di autodifesa, non limitandolo solo alla difesa “passiva” del suolo, del mare e dello spazio aereo nipponico ma anche come possibilità di contrastare “le minacce” alla sicurezza nazionale a distanza dall’arcipelago giapponese.

Le esigenze della Kōkū Jieitai

Infatti, la situazione per il Giappone è progressivamente peggiorata tanto che nel 2018 e nell’anno in corso la Kōkū Jieitai o Japan Air Self-Defense Force ha stabilito il record di decolli su allarme per contrastare invasioni dello spazio aereo nipponico. Infatti, oltre ai soliti bombardieri e pattugliatori russi si sono aggiunte le incursioni dei velivoli cinesi, bombardieri, pattugliatori ed aerei da guerra elettronica, nonché velivoli sudcoreani i quali hanno tentato di sorvolare lo spazio aereo al di sopra delle isole Takeshima contese tra Tokyo e Seul. Da notare che tali isole i Sudcoreani le chiamano Dokdo, nome che hanno conferito alla classe di LHD destinata a subire modifiche per l’impiego di velivoli F-35B…

A tutto ciò si aggiunge la crescente aggressività nordcoreana che si esprime con lanci multipli di missili balistici a corto, medio raggio e, perfino, intercontinentali. Molti di questi test missilistici finiscono nel Mar del Giappone, nelle acque di casa di Tokyo, allarmando sempre di più il Governo e la popolazione nipponica.

File:Kawasaki EC-1, Japan - Air Force AN2238312.jpg
Kawasaki EC-1

Allo stato attuale la JASDF ha in forza un paio di Kawasaki C-1 da trasporto estesamente modificati per guerra elettronica ed “addestramento” nonché quattro anziani NAMC YS-11 impiegati per guerra elettronica ed ELINT. Data la situazione totalmente insufficiente il Governo ha inteso accelerare l’ammodernamento ed il potenziamento del settore guerra elettronica.

Le linee guida sono state approvate dal Gabinetto a dicembre 2018. L’SDF prevede di iniziare il processo di sviluppo a pieno titolo il prossimo anno fiscale 2020. Il Ministero lo scorso anno ha emesso una richiesta di proposte per la sostituzione degli aeromobili in uso.

In particolare, sono presi in considerazione due aerei, l’aereo da trasporto C-2 della Forza di Autodifesa aerea e l’aereo di pattugliamento della P-1 della Forza di Autodifesa marittima.

I piani prevedono di equipaggiare questi velivoli con potenti sistemi di disturbo (jamming). L’obiettivo è introdurre modelli basati sul C-2 nell’anno fiscale 2027, mentre il programma di sviluppo della versione EW del P-1 è ancora in fase iniziale.

C-2 Transport Aircraft
Kawasaki C-2

Peraltro, i trasporti C-2 ed i pattugliatori P-1 sono entrambi prodotti da Kawasaki, e tra i due aerei c’è una comunanza di parti e sistemi pari al 45%.

Anche la Kaijō Jieitai vuole aerei da guerra elettronica di nuova generazione

La Kaijō Jieitai o Japan Maritime Self Defence Force ha una potente aviazione per il momento solo con basi a terra, dotata di pattugliatori antisommergibili/antinave P-1, P-3 Orion tra cui alcuni modificati per guerra elettronica, missioni Elint e ricognizione elettro-ottica nonché radar.

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EP-3C Orion

I P-3 di sorveglianza, ovvero i 4 OP-3C ed i 5 EP-3, rappresentano il 13,5% dei P-3 in servizio della Forza di autodifesa marittima del Giappone.

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OP-3C Orion

Ogni OP-3C ha un sensore elettro-ottico e un radar di imaging. Gli EP-3, con molte antenne, raccolgono segnali radio.

P-1 Maritime Patrol Aircraft

Da notare che lo scorso mese di giugno durante un volo di “tallonamento” un P-1 è stato “illuminato” a lungo dal radar di tiro di un’unita sudcoreana che si trovava nelle acque contese delle isole Takeshima. Questo fatto ha innescato una crisi senza precedenti tra Tokyo e Seul, con interruzione delle esercitazioni congiunte, con il divieto reciproco di approdo alle rispettive navi, suscitando forti reazioni ed accendendo il risentimento nazionalistico molto forte in entrambi i Paesi. La crisi è talmente seria che Washington, alleata principale di entrambi i Paesi, ha tentato subito di istaurare una mediazione, apparentemente senza grandi risultati. Infatti, la delegazione navale sudcoreana è stata depennata dalla lista degli invitati della prossima parata navale nelle acque prospicenti Tokyo.

Pertanto, l’esigenza della JMSDF di rinnovare e potenziare le proprie forze nel settore EW ed Elint è diventata prioritaria visto che ai “nemici” di sempre, si è aggiunta anche la “variabile” sudcoreana.

Kawasaki Heavy Industries (KHI) punta a sviluppare una versione di guerra elettronica del pattugliatore marittimo P-1, evidentemente mirando a un requisito della Marina (JMSDF) per la sostituzione delle versioni da guerra elettronica e sorveglianza ottica/radar del Lockheed Martin P-3 Orion. Un’illustrazione di una versione di guerra elettronica del P-1 nel piano aziendale di KHI mostrava radome e carene supplementari nella parte superiore, inferiore e sinistra della fusoliera anteriore; un altro radome sul lato destro potrebbe essere previsto.

Il velivolo P-1 fa ampio ricorso alle fibre ottiche che non sono influenzabili da trasmissioni di disturbo. Questa peculiare caratteristica dovrebbe conferirgli maggiori capacità di attacco elettronico rispetto ad altri aerei che usano segnali elettrici. Peraltro, le unità navali e gli aeromobili della JMSDF dispongono già di attrezzature per la guerra elettronica, ma, finora, solo per autoprotezione, avendo la capacità di deviare gli attacchi missilistici usando trasmissioni di disturbo. Lo sviluppo di velivoli d’attacco elettronici, d’altra parte, ha lo scopo di disabilitare le capacità di attacco di velivoli nemici, navi da guerra e altre forze disturbando ed inibendo le trasmissioni ed i segnali su una vasta area per inabilitare le loro reti di comunicazione e radar. In più si è aperto anche il “fronte” relativo all’inibizione dei segnali di navigazione satellitare oltre alle trasmissioni ed al blocco dei “servizi” satellitari. Pertanto, la capacità di identificare le frequenze delle onde radio di una controparte è una parte essenziale degli attacchi elettronici. Conseguentemente, nelle linee programmatiche si prevede di migliorare la capacità ELINT-SIGINT dell’JMSDF per la raccolta, analisi e classificazione delle informazioni sulle trasmissioni “ostili” e “sconosciute”.

Un possibile terzo incomodo

Un’alternativa nipponica per il requisito della JMSDF potrebbe essere una versione del Mitsubishi Aircraft Spacejet, già noto precedentemente come MRJ. Il primo jet di questo tipo sarà consegnato alla compagnia di lancio entro la metà del 2020.

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Il MAS ha le dimensioni di un grosso business jet, una categoria di velivoli impiegata per missioni di sorveglianza e disturbo (jamming) da altri Paesi. Pertanto, è probabile che questo aereo, nel prossimo futuro, possa trovare impiego come trasporto governativo presso la JASDF. Ma, rispetto alla Mitshubishi, KHI ha il vantaggio di aver costruito su licenza la maggior parte dei P-3 Orion giapponesi e di aver avuto una posizione di estremo rilievo nell’allestimento delle versioni “speciali” EP-3 e OP-3 per la JMSDF, nonché ovviamente di essere il costruttore dei P-1 e dei C-2 da trasporto, per cui ha una posizione di superiorità indiscutibile rispetto all’altro gigante industriale giapponese.

Foto Kawasaki, Mitshubishi, Japan MoD

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