Il Giappone ha deciso di stanziare 6,75 miliardi di dollari (pari a 774 miliardi di yen) di spese aggiuntive alla sua spesa militare annuale che ha già stabilito un nuovo record, superando il tetto dei cinquanta miliardi di dollari.
Tali risorse aggiuntive, stanziate dal Governo Kishida, serviranno per rafforzare le difese aeree e marittime del Giappone, sempre più preoccupato delle intenzioni cinesi e delle attività nord coreane.
Questa nuova ingente somma di denaro servirà a velocizzare la realizzazione di una serie di programmi che riguardano soprattutto la difesa delle estreme zone meridionali del arcipelago nel Mar del Giappone, le più esposte ad eventuali azioni militari.
Pertanto, saranno aggiornate le batterie missilistiche di difesa aerea e potenziate le batterie Patriot PAC-3 che hanno compiti anche di difesa anti missile basate su queste isole.
Le risorse assegnate extra budget permetteranno, inoltre, di acquisire più velocemente missili antisommergibile da imbarcare sulle navi di superficie, aerei da pattugliamento marittimo P-1 per la sostituzione dei più datati P-3 Orion e velivoli da trasporto C-2. I P-1 ed i C-2 sono entrambi prodotti da Kawasaki Heavy Industries ed hanno circa il 45% di comunanza delle parti.
Inoltre, il Partito Liberaldemocratico che ha vinto le recenti elezioni nazionali, per bocca del Primo Ministro Fumio Kishida, in campagna elettorale ha annunciato l’intenzione di raddoppiare il budget annuale della difesa, portandolo a circa 100 mld di dollari, arrivando a circa il 2% del PIL nazionale.
Attualmente il budget, pur essendo di cinquanta miliardi di dollari, non arriva al 1% del PIL nazionale, perché i Governi che si sono succeduti non hanno mai voluto toccare e superare tale soglia psicologica, per non creare malumori in Cina e Corea del Nord (ma anche Corea del Sud) che guardano al riarmo di Tokyo con sospetto. Peraltro, l’aumento delle spese militari in Giappone è sempre stato terreno di scontro tra le forze politiche come l’interpretazione “estensiva” del concetto di autodifesa contenuta nella Costituzione imposta al Giappone a seguito della capitolazione del 1945.
Infine, bisogna ricordare che, oltre aumentare in modo sostanziale il budget, il Governo di Tokyo ha dichiarato pubblicamente che la difesa di Taiwan o Formosa rappresenta una condizione necessaria per mantenere la sicurezza dell’arcipelago giapponese, paventando un intervento armato a sostegno dell’isola laddove fosse necessario. Ovviamente, queste affermazioni hanno scatenato la dura reazione di Pechino che accusa Tokyo di avere mire espansionistiche su un territorio considerato già appartenente alla Cina e di alimentare una crisi sempre più pericolosa per la stabilità dell’intera regione.