Ieri, presso il Bundestag (il Parlamento federale tedesche) si è svolta una votazione relativa la mozione presentata dalla CDU/CSU, oggi all’opposizione, avente ad oggetto la fornitura all’Ucraina dei missili da crociera Taurus KEPD 350E.
L’opposizione sperava di coagulare sulla sua mozione quei partiti della coalizione governativa che già si erano espressi a favore della possibile cessione.
Ma la votazione è andata in senso opposto ai desiderata dei proponenti; su 666 votanti per appello nominale, solo 178 deputati hanno votato a favore, con ben 485 contrari e 3 astenuti. Da notare che sulla mozione hanno votato contro o si sono astenuti anche diversi esponenti della Unione (CDU/CSU) che conta 197 deputati.
Sulla fornitura dei Taurus nell’ambito del Governo di Berlino si sono registrate posizioni decisamente opposte tra chi è od era a favore e chi decisamente contrario.
Lo stesso Cancelliere Scholz (ed il Ministro della Difesa Boris Pistorius subentrato a Christine Lambrecht) che non si è mai tirato indietro sugli aiuti militari tedeschi alla Ucraina, rendendo la Germania uno dei principali alleati e sostenitori di Kiev, ha espresso dubbi e contrarietà su questa cessione, poiché teme che i missili in questione possano essere impiegati anche per colpire obbiettivi in Russia.
Inoltre, in Germania da diverso tempo si è aperto un vivace dibattito sullo stato delle Forze Armate e sulle loro reali capacità operative, alle prese con un pesante ammodernamento dopo anni in cui le esigenze della Difesa sono state poco, male o per nulla curate.
Tutto questo, ovviamente, va inquadrato anche nel crescente timore di un possibile attacco che la Russia, oggi impegnata ed impelagata in Ucraina, potrebbe lanciare contro un Paese della NATO in Europa Orientale entro qualche anno, ipotesi che circola nei servizi di intelligence occidentale e che ha messo in allarme diversi Stati Maggiori del Nord e dell’Europa centro-orientale.
Pertanto, in Germania sempre più forti sono le voci di coloro che sostengono la necessità di procedere senza remore ad un deciso riarmo per dissuadere e, se necessario, contenere le mire espansionistiche russe.
Il riarmo tedesco e le iniziative a livello NATO/UE
In questi due anni di guerra, ad onor del vero, il Governo del Cancelliere Scholz ha deliberato e fatto approvare a larghissima maggioranza dal Bundestag il fondo speciale da 100 miliardi di euro per l’ammodernamento ed il potenziamento della Bundeswehr, dando il via a programmi importantissimi come i P-8A Poseidon, gli F-35A, i CH-47F Block II, le nuove fregate F-126, i Leopard 2A8 ad esempio.
L’asse che si è saldato tra il Cancelliere Scholz ed il Ministro della Difesa Boris Pistorius (da molti indicato come il possibile successore di Scholz alla Cancelleria) ha portato la Germania, tra fondo speciale ed aumenti consistenti del budget, ad arrivare e mantenere nei prossimi anni la soglia del 2% del Prodotto Interno Lordo (PIL) in termini di risorse allocate per spese militari, target stabilito a livello NATO.
Fortissima è stata la spinta tedesca nella European Sky Shield Initiative (ESSI) per creare una difesa antiaerea ed antimissile condivisa, iniziativa a cui hanno aderito tanti Paesi Alleati e partner e che ha portato Berlino a dotarsi del sistema di difesa antimissile israeliano (e statunitense) Arrow 3, a lanciare programmi di acquisti condivisi di missili (i Patriot GEM-T) e di sistemi di difesa aerea (IRIS-T e Sky Shield).
La grave crisi in atto ai confini orientale della NATO ha portato la Germania a prendere decisioni senza precedenti dai tempi della II Guerra Mondiale, come stanziare permanentemente una Brigata di fanteria meccanizzata in Lituania per aumentare la capacità di difesa del Paese e dell’area baltica.
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