Secondo le ultime affermazioni del Presidente Cinese Xi Jinping e del Partito, la Cina dovrà essere pronta entro e non oltre il 2030:” l’Esercito di Liberazione Popolare (PLA) dovrà essere pronto a grandi imprese entro il 2030“. Anche il piano cinese per l’intelligenza artificiale arriva fino al 2030[1] “con un’applicazione IP profonda e integrata, segmenti di produzione, governance sociale, sicurezza e difesa nazionale, con una serie di basi di innovazione tecnologica di altissimo livello e talenti leader a livello globale...”. Ed alla recente riunione, convocata dal presidente USA nella Giornata della Terra, sempre Xi Jinping ha dichiarato: “l’industria avrà il picco delle emissioni di CO2 entro il 2030…”
Precedentemente, il Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, nella conferenza stampa a margine dei lavori della sessione annuale plenaria del Congresso nazionale del popolo, aveva dichiarato che: “Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e i due lati dello Stretto saranno riunificati è un trend della Storia. Auspichiamo che gli Stati Uniti capiscano quanto sia sensibile la questione ed invito l’attuale amministrazione USA di prendere le distanze dalla precedente, guidata da Donald Trump, e non giochi con il fuoco“.
E’ facile intuire che per perseguire gli obiettivi prefissati e per imporsi come potenza globale la Cina debba disporre di uno strumento militare adeguato.
La corsa agli armamenti
Si stima che la Cina, la seconda più grande spesa militare al mondo nel 2020, abbia rappresentato il 13% del totale globale. I 252 miliardi di dollari spesi ufficialmente per le Forze Armate nel 2020 sono stati dell’1,9% in più rispetto al 2019 e ammontavano all’1,7% del PIL. La spesa militare cinese è aumentata per 26 anni consecutivi. Questa crescita è il risultato del processo di modernizzazione ed espansione militare a lungo termine della Cina. Secondo il Ministero della Difesa nazionale cinese, l’aumento nel 2020 è stato in parte motivato da minacce percepite alla sicurezza nazionale cinese legate alla “politica di potere”.
Uno studio condotto dall’intelligence americana[2], riporta che nel 2030 la Cina sarà la prima potenza mondiale in un mondo totalmente diverso, dove il cuore pulsante del potere si troverà in Asia. Anche in ambito NATO si è studiato l’effetto Cina, e nel rapporto stilato il 25 Novembre 2020[3] la Cina è stata descritta come una potenziale minaccia militare non solo per gli Stati Uniti ma anche per l’Europa, rendendo Pechino una sfida per il sistema di difesa collettiva dei trenta Paesi occidentali della NATO. La crescente allerta dell’Alleanza è dovuta principalmente al fatto che la Cina non ha tenuto fede agli accordi di elevarsi pacificamente a superpotenza globale. Per questo motivo, il rapporto sottolinea l’esigenza di aumentare le capacità di anticipare e reagire alle attività cinesi che minano la sicurezza degli Alleati.
Nel 14° Piano quinquennale per lo sviluppo economico del Paese, periodo 2021-2025, la difesa nazionale cinese ha un ruolo di prim’ordine e figura tra le principali priorità del Partito, tanto da venir sollecitata un’ulteriore accelerazione al processo di modernizzazione delle Forze Armate, per raggiungere l’obiettivo di costruire una Forza Armata moderna entro il 2027 con la modernizzazione completa che dovrà essere raggiunta entro il 2030. Entro quell’anno, la Cina mira a disporre di un Esercito di Liberazione Popolare (PLA) di assoluti rilievo che possa dominare la regione dell’Asia e del Pacifico, nonché combattere e vincere guerre globali.
L’obiettivo sarà raggiunto anche grazie alla fusione tra mondo militare e mondo civile, sulla profonda connessione tra sviluppo economico e rafforzamento delle capacità militari, con un avanzamento parallelo e coordinato del progresso economico e militare. L’Esercito di Liberazione Popolare (PLA) non è solo uno strumento di difesa del territorio nazionale o di politica estera, ma è parte integrante della sua strategia nazionale, come motore per lo sviluppo tecnologico ed economico. L’obiettivo della Cina, è quello di possedere un’industria della difesa totalmente autonoma, svincolata da altri Paesi, integrata con la parte industriale e tecnologica civile. Per raggiungere questo traguardo saranno utilizzati la digitalizzazione, la meccanizzazione e l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella pianificazione militare e nel comando e controllo (C2). Tale processo mira a garantire alla Cina la capacità di confrontarsi adeguatamente con minacce asimmetriche, ibride, ma soprattutto di poter affrontare un avversario con le stesse capacità, nonché di proiettare il proprio potere non solo a livello regionale, dunque nel Mar Cinese Meridionale e a Taiwan[5], ma potenzialmente su scala globale.
La strategia cinese
La strategia cinese si basa sul concetto di difesa attiva, cioè prevenzione dei conflitti e la capacità, se attaccati, di riportare vittorie militari; quindi non è una strategia esclusivamente difensiva perché spazia da campagne offensive ad operazioni e azioni tattiche a supporto della difesa strategica, ma può anche utilizzare la stessa difesa strategica per indebolire il nemico e creare le condizioni per passare all’offensiva, assicurandosi la vittoria. L’evoluzione del dispositivo militare e dei suoi concetti operativi cinesi si basa nella volontà di adattare la strategia di difesa attiva ad un contesto di sicurezza e di competizione internazionale.
Il primo obiettivo è quello regionale che vede la Cina primariamente coinvolta nel Mar Cinese Meridionale e a Taiwan, senza trascurare l’altra potenza regionale crescente, l’India.
Il secondo obiettivo è la competizione globale con gli Stati Uniti e la crescente ricerca di affermazioni in campo internazionale e non solo, ma anche in quello spaziale. La Cina, il 29 aprile, ha inviato con successo la prima sezione della propria stazione spaziale – la cabina del modulo centrale Tianhe – in orbita preimpostata tramite un razzo vettore March-5B Y2 dallo spazioporto di Wenchang[6].
La volontà di difesa dei propri interessi strategici in entrambi i teatri, regionale e globale, con l’ambizione di proiettare la propria influenza negli stessi, hanno portato il governo cinese a rivedere alcuni punti dottrinali delle Forze Armate, mettendo in risalto la necessità di operare a livello interforze, e a dare maggior preminenza alle componenti missilistiche e marittime.
People’s Liberation Army Ground Force – PLAGF
Quanto espresso sopra, non significa che l’esercito (People’s Liberation Army Ground Force – PLAGF) sia stato trascurato; anzi, una diminuzione del personale e la “sospensione” della coscrizione dovuta l’alto numero di volontari, ha permesso di concentrare le risorse nell’ammodernamento dei materiali, nella digitalizzazione, nella meccanizzazione e nell’addestramento. La riorganizzazione delle unità (brigate), trasformandole in forze combinate e capaci di maggior autonomia e reattività e la conseguente soppressione di alcuni elementi della catena di comando, con l’attribuzione di maggior potere decisionale ai livelli di categoria più bassi, ha reso più efficiente ed efficace la capacita di comando e controllo acquisendo anche la capacità di condurre operazioni joint. Le brigate, che sono le principali unità di manovra si suddividono in pesanti (corazzate e meccanizzate), medie (su blindo), leggere (mezzi all terrain) e di recente elitrasportate – Army Aviation Helicopters – con componenti di elicotteri d’attacco ed esplorazione, trasporti medi e pesanti, e specializzati.
People’s Liberation Army Navy – PLAN
Il maggior beneficiario di questa corsa all’obiettivo 2030, è la Marina (People’s Liberation Army Navy – PLAN), considerata come lo strumento fondamentale per trasformare la Cina in una potenza marittima a livello regionale e globale, la Marina cinese può essere considerata oggi come la più grande Marina al mondo in termini di mezzi disponibili, circa 350 tra navi e sottomarini. La flotta cinese, già forte nella componente d’altura, si è nel recente concentrata sullo sviluppo di portaerei, portaelicotteri, fregate, cacciatorpediniere, navi da trasporto anfibio per conseguire un maggior imprinting internazionale e condurre operazioni a maggior distanza dal territorio nazionale, senza trascurare i sottomarini nucleari, finalizzati a fornire deterrenza a salvaguardia della sovranità e della sicurezza nazionale.
Sempre della Marina cinese fanno parte unità aeree imbarcate e non ed unità missilistiche della difesa costiera, ma, fondamentale per lo sviluppo della capacità di operare a livello interforze è stato lo sviluppo dei PLAN Marine Corps (PLANMC)[7], una forza di proiezione anfibia capace di operare a livello terrestre, aereo e marittimo, inizialmente con un mandato destinato al Mar Cinese Meridionale e su Taiwan, ampliato ad oggi, con la protezione di tutte le basi navali cinesi. Seguendo la stessa traiettoria, la modernizzazione di mezzi e tecnologie finora ha risposto alla esigenza di aumentare le capacità di guerra anfibia e proiezione dal mare, in riferimento al Mar Cinese Meridionale e Orientale.
People’s Liberation Army Air Force (PLAAF)
L’Aeronautica cinese, nell’ultimo decennio è cresciuta tanto da diventare la terza forza aerea al mondo, con più di 2500 velivoli di cui oltre 2000 da combattimento. Questo anche grazie all’acquisizione di tecnologie militari avanzate, come sistemi di allarme e controllo aereo, bombardieri, velivoli unmanned e caccia stealth di classe J-20. Inoltre continua la produzione degli aerei da trasporto Xi’an Y-20 anche in altre versioni oltre alla “cargo”.
Anche per il settore aereo gli anni coperti dal prossimo piano quinquennale saranno molto proficui dal punto di vista delle nuove acquisizioni: oltre i veloci sviluppi che si renderanno osservabili nella componente unmanned e dell’intelligenza artificiale, sarà probabilmente svelato il nuovo bombardiere strategico Xian H-20[8] di quinta generazione, sviluppato dall’azienda statale Aviation Industry Corporation of China che potrebbe entrare in servizio a partire dal 2025, e ha iniziato dal 2016 la produzione sistematica dei caccia J-20B.
Fa parte dell’Aeronautica Cinese il PLAAF Airborne Corps incaricato di svolgere missioni “terra-aria integrate” nello spazio strategico del Paese, in vari ambienti di battaglia e con diversi servizi e armi. Dal concetto di “spazio strategico del Paese” e dalle decisioni di natura politico-strategica, deriva l’idea di “strategic delivery”: tutte le attività possibili per la protezione degli interessi nazionali all’estero e la dimostrazione delle capacità di essere una grande potenza, comprendono attività sia nazionali che internazionali, si concentrano principalmente, ma non esclusivamente, sul trasporto di forze militari per far fronte ad un conflitto o ad una crisi[9].
People’s Liberation Army Rocket Force (PLARF)
Altro beneficiario di questa corsa è la People’s Liberation Army Rocket Force (PLARF), responsabile per lo sviluppo di sistemi missilistici convenzionali e nucleari[10], che in pochi anni ha creato un vasto e vario arsenale di missili balistici e da crociera convenzionali basati a terra, a completamento delle capacità di attacco di precisione in aria e in mare. A questi, si aggiungono i missili con capacità antinave, dotabili di testate nucleari, di cui sono armati navi, sottomarini e velivoli, il tutto per colpire obiettivi mobili a terra e in mare da caccia o bombardieri strategici. Sistemi utilizzati primariamente per creare una bolla A2/AD (Anti-access Area Denial) nel Mar Cinese Meridionale, con minacce sempre più letali e multidimensionali, volte a scoraggiare gli avversari che si approcciano alle acque e alle aree di operazione cinesi, in primis gli Stati Uniti[11].
Pechino considera il nuovo vettore a medio raggio DF-17 dotato di veicolo di rientro ipersonico DF-ZF[12], sia un deterrente strategico che uno strumento tattico se impiegato nello scenario del Mar Cinese Meridionale, tanto da costituire un potenziale game changer che rafforza le architetture A2/AD cinesi nell’area e garantisce strike più precisi per neutralizzare le difese antiaeree americane.
Infine, lo straordinario sviluppo missilistico ha compreso anche i missili balistici intercontinentali (ICBM) dotati di testate nucleari, circa un centinaio, che forniscono una rilevante capacità di deterrenza globale.
Strategic Support Forces
Infine, le Forze di supporto strategico (FSS)[13], create con le riforme del 2015, sono deputate alla guerra elettronica, la guerra cyber, all’ambito high-tech in generale e all’ambito spaziale e satellitare. Spiccano in modo preminente le potenzialità cyber i competitors militari sono ben pochi. Altro importante ambito è quello spaziale, secondo Pechino un dominio critico nella competizione strategica internazionale e per lo sviluppo nazionale, nel quale la Cina si sta muovendo in modo rapido sia a livello militare che civile. L’istituzione dell’SSF contribuisce al miglioramento della struttura delle forze armate e al potenziamento della capacità di supporto militare.
Special Forces
La Cina ha dato la priorità allo sviluppo di queste forze negli ultimi 20 anni e questo ha portato a delle forze speciali che sono dotate di tecnologia avanzata, con personale altamente qualificato. Ma si concentrano su operazioni a livello del campo di battaglia in cui generalmente supportano formazioni a livello di corpo e di brigata, o nella migliore delle ipotesi comandanti i Theater Commands.
Ne consegue che hanno dei limiti nella condotta di operazioni strategiche. Oggi, ad esclusione della Strategic Support Force, ognuna delle forze armate ha le sue special forces dedicate con il loro profilo e la loro funzione che sono gelosamente custoditi e mantenuti a basso profilo anche all’interno della stessa Cina[14].
Questo modo di vedere costituisce dei limiti: limite ordinativo non hanno un comando unificato a livello nazionale, limite dottrinale poiché le operazioni speciali sono considerate un supporto alle operazioni, limite di esperienzaacquisita dallo staff e dalle truppe, limite di vettori [15] .
China People’s Armed Police Force
La forza di polizia armata del popolo cinese, una delle forze armate della RPC, conta oltre 1,1 milioni di persone, ha una struttura ad ordinamento militare, dipendente dal Consiglio di Stato e dalla Commissione militare centrale, è una gendarmeria che svolge funzioni di polizia politica, giudiziaria, amministrativa e di frontiera, gestisce l’ordine pubblico e la pubblica sicurezza.
In tempo di pace, è responsabile della sicurezza interna in coordinamento con le unità di pubblica sicurezza, in tempo di guerra, è sotto il comando militare per svolgere missioni come sicurezza sul campo di battaglia, anti-infiltrazione, anti-sabotaggio, difendere la sicurezza sociale e tutelare la sicurezza nazionale e dei confini.
Reserve Force
Si calcola che la Riserva del PLA consista in circa 17 milioni di uomini e donne ripartiti tra le tutte le forze armate. La parte più consistente è quella dell’esercito, dove formano un ordine di battaglia a se stante ma allo stesso modo dei servizi attivi. Quindi ci sono divisioni e brigate di riserva che al contrario della milizia, hanno la capacità di impiegare armi pesanti e l’esperienza per usarle. Sono poste sotto il comando unificato del National Defense Mobilization Department of China’s Central Military Commission (CMC). Solitamente, vengono attivate per addestramenti di aggiornamento ed esercitazioni e sono impiegate nelle missioni ONU.
Note
[4] https://www.sandboxx.us/blog/the-chinese-military-will-outmatch-the-us-in-the-pacific-by-2025/
[7] https://aresdifesa.it/2020/05/23/il-corpo-di-fanteria-di-marina-cinese/
[8 Potrebbe consentire di penetrare nelle difese aeree taiwanesi nelle prime ore di un’invasione cinese del paese insulare.
[9] https://aresdifesa.it/2020/06/20/plaaf-airborne-corps/
[10] Nel 2019, la Repubblica Popolare Cinese ha lanciato più missili balistici per test e training della somma di quelli lanciati da tutto il resto del mondo.
[11] https://aresdifesa.it/le-preoccupazioni-statunitensi-ed-i-missili-balistici-mobili-cinesi
[12] Insieme all’Avanguard russo, rappresenta una tra le prime realizzazioni ipersoniche con propulsione a razzo in servizio attivo.
[14] https://aresdifesa.it/le-forze-speciali-cinesi
[15] ad eccezione di quelle della PLAN e della PLAAF, le rimanenti forze speciali del PLA mancano di piattaforme dedicate come il supporto di aerei ed elicotteri. Tuttavia, questa situazione dovrebbe iniziare a migliorare con l’aumentare della diffusione degli aerei da trasporto Y-20 e degli elicotteri Z-20.