Poiché Giappone e Stati Uniti non sono d’accordo sui costi di aggiornamento dei caccia F-15J, a causa dell’aumento dei costi iniziali e della graduale riduzione delle parti di rispetto nonché di altri motivi con previsione di spesa superiore i 2,1 miliardi di dollari, il Giappone ha deciso di riesaminare il programma F-15JSI e, durante questo periodo, ha sospeso il programma.
Infatti, a causa dell’aumento dei costi preventivati, i negoziati tra Giappone e Stati Uniti hanno raggiunto una fase di stallo. Conseguentemente, il Ministro della Difesa giapponese, Yukio Kwasu, oltre la sospensione, ha ordinato agli organi tecnici e finanziari di procedere ad una revisione completa del programma di aggiornamento dei caccia da superiorità d’aerea F-15J.
Pertanto, il Giappone ha deliberato di rinviare l’inclusione dei costi del programma F-15JSI nel bilancio 2021 e non ha versato agli Stati Uniti i 39 miliardi di yen (circa 350 milioni di dollari) stabiliti nel bilancio fiscale 2020 e previsti per il programma d’ammodernamento.
Il Giappone ha stanziato già nei budget 2019 e 2020 circa 80 miliardi di yen (730 milioni di dollari) per coprire i costi iniziali per le attività di progetto e sviluppo tese all’ammodernamento del velivolo F-15J.
Il problema nasce per l’aumento dei costi iniziali che gli Stati Uniti richiedono ora al Giappone dopo l’attività di revisione, ma Tokio contesta oltre i costi anche che le parti di ricambio previste dal contratto siano insufficienti e con graduale riduzione.
Recentemente, si è svolta in Giappone la visita ufficiale del Segretario alla Difesa Austin ma, nonostante i colloqui con il Ministro Yukio Kwasu, la situazione non si è sbloccata e, pertanto, il programma congiunto Boeing-Mitsubishi Heavy Industries rimane sospeso.
Peraltro, per la Japan Air Self Defense Force il programma di ammodernamento degli F-15J è prioritario, poiché 98 velivoli riceverebbero nuovi radar, sistemi di protezione elettronica e sistemi d’arma di nuovo tipo e sarebbero in grado di poter contrastare efficacemente le minacce aeree per almeno altri due decenni.