La capacità del Giappone di proiettare il potere militare ed aeronavale oltre i suoi confini è severamente limitata dall’impegno per il pacifismo e per il rifiuto del ricorso alle armi sancito dalla Costituzione, imposta dagli Stati Uniti al termine della Seconda Guerra Mondiale. Peraltro, questo apparentemente insuperabile limite nel 2015 è stato reinterpretato nel senso di consentire l’uso della forza nella difesa del Giappone e dei suoi alleati.
Forte di questa interpretazione e della maggioranza parlamentare, con il consenso dell’opinione pubblica, il premier giapponese Shinzo Abe ha emendato la Costituzione per consentire alle Forze Armate nipponiche un maggiore margine di manovra. Da parte sua l’alleato statunitense ha cercato di aiutare quella causa, chiedendo ripetutamente al Giappone di aumentare le spese militari con impegni sempre maggiori al di fuori della tradizionale difesa dell’arcipelago giapponese coordinandosi con le FF.AA. di Washington.
A maggio, il Giappone ha condotto la sua prima esercitazione complessa con Francia, Stati Uniti e Australia nel Golfo del Bengala. La Francia ha schierato la sua poraerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle e gli Stati Uniti hanno inviato il cacciatorpediniere William P. Lawrence. Altre esercitazioni hanno incluso la partecipazione del Canada, India, Malesia, Vietnam, Brunei e Filippine.
Il ritorno delle portaerei
Il Giappone si sta preparando a riconfigurare la Izumo e la Kaga, due “cacciatorpediniere portaelicotteri” secondo la definizione della JMSDF, per operare con i caccia F-35B. A tal fine è stato annunciato un nuovo ordine che prevede l’acquisto di 42 di questi aerei. Gli F-35B, come noto, sono in grado di eseguire decolli brevi e atterraggi verticali, grazie alla ventola di sostentamento posta dietro la cabina di pilotaggio dell’apparecchio.
L’acquisto della versione F-35B è un chiarissimo messaggio del nuovo ruolo assunto dal Giappone nella complessa situazione dell’Estremo Oriente.
E’ interessante notare che le due Izumo sono e saranno, ancor di più a trasformazione ultimata, navi assolutamente flessibili in grado di poter essere configurate come portaerei leggere, navi da trasporto ed assalto anfibio a seconda delle esigenze.
Nuova brigata d’assalto anfibio e maggiori capacità aeromobili del JGSDF
Ma il Giappone non si è limitato a ricreare l’aviazione imbarcata; infatti, ha deciso di istituire una vera e propria unità anfibia totalmente assimilabile alle omologhe unità del Corpo dei Marines statunitensi.
Tale unità di schieramento rapido anfibio è parte dell’JGSDF (l’Esercito) che, oltre a prendere terra con gli “ordinari” mezzi d’assalto anfibio AAV7 ed elicotteri, è in grado di operare sbarchi a distanza grazie ai CH-47 e, soprattutto, ai nuovissimi convertiplani V-22 Osprey che sono in fase di introduzione in linea.
In questo quadro, la detta unità si addestra di continuo con il dispositivo dei Marines statunitensi schierato permanentemente ad Okinawa (tra l’altro fonte di crescente insofferenza per il crescente sentimento nazionalistico giapponese, tanto da spingere Washington e Tokyo a rivedere l’intera questione con un più che probabile spostamento del dispositivo dei “Colli di Cuoio” nell’isola di Guam).
Peraltro, la JGSDF non ha curato solo gli aspetti “acquatici” della proiezione di potenza ma si è dedicata anche al rafforzamento degli aspetti “aeromobili”, potenziando le forze aeromobili e paracadutiste, acquistando un numero crescente di elicotteri pesanti CH-47F ed Apache da combattimento, lanciando il programma per la sostituzione dei “vecchi” Super Cobra in dotazione.
I paracadutisti possono godere delle nuove capacità di trasporto a medio/lungo raggio assicurate dal Kawasaki C-2, enormemente superiore al precedente C-1, in grado di portare circa trentasei tonnellate di carico a 4.500 km di distanza.
Da notare che la JASDF intende acquistare 30- 40 di questi aerei (oggi in servizio 5-6) compresa la potente versione da guerra elettronica.
Il crescente potere aeronavale giapponese
Di fatto, le Forze di Autodifesa giapponesi sono in grado di lanciare operazioni aeronavali ed anfibie di certo non limitate alla difesa del suolo, spazio aereo ed acque nazionali. Ovviamente, tutto questo è visto con crescente scetticismo (se non con timore) dagli altri “players” asiatici, tra cui in primis la Cina che accusa esplicitamente Tokyo di voler ripercorrere gli antichi fasti imperiali che provocarono immani lutti e distruzioni in tutta l’area.
A queste “accuse”, Tokyo risponde rigirando la questione, indicando nel crescente espansionismo militare cinese la causa del suo vistoso riarmo, con ampliamento delle capacità operative giapponesi.
Da ultimo, da Tokyo filtrano voci che vorrebbero allo studio un nuovo sistema missilistico per attacchi di precisione a medio/lungo raggio (categoria cruise) in grado di essere impiegato da piattaforme aeree, navali e terrestri.
La difesa antimissile e le sue strategiche capacità “secondarie”
A queste capacità, la JMSDF aggiunge capacità sempre crescenti nella difesa antimissile, operando a stretto contatto con l’US Navy; Tokyo è partner privilegiato nei programmi di sviluppo degli SM-3 e, soprattutto, degli SM-6, nonché è impegnata a costruire anche una rete di difesa antimissile AEGIS a terra.
Tutto questo irrita moltissimo Pechino, Pyongyang ma anche la stessa Seul che coltiva ambizioni di potenza regionale, perché nelle intenzioni di Tokyo (autorizzate evidentemente da Washington) i sistemi SM-6 basati a terra e sulle navi potranno essere impiegati come missili supersonici per impieghi multipli, non solo limitati alla difesa antimissile.
Tutto questo rientra nel concetto evolutivo di Difesa di cui alle premesse dell’articolo che prevede non più la difesa “statica” del Giappone ma una difesa”dinamica” che elimini i sistemi d’arma e le piattaforme “ostili” in grado di portare l’offesa al sacro suolo, aria e mare giapponese.
La JASDF si attrezza per operazioni a lungo raggio
La stessa JASDF (l’Aeronautica) ha in programma da un lato l’aumento esponenziale di piattaforme AEW&C tagliatissime per i compiti di difesa aerea dell’arcipelago, dall’altro sta acquisendo sistemi missilistici aviolanciabili a medio raggio in grado di colpire navi ed obbiettivi paganti nel raggio di 300 km.
Non solo; la JASDF vuole acquisire aerorifornitori per consentire una “maggiore permanenza” in aria dei caccia della difesa aerea (oggi gli F-15J) ma è evidente che avere a disposizione questi moltiplicatori di forza, con l’entrata in servizio del centinaio di F-35A aumenta moltissimo la capacità di Tokyo di portare attacchi a lungo raggio, sfruttando le capacità uniche stealth di questo aereo.
Lo stesso acquisto della versione aviolanciabile del missile supersonico antinave XASM-3 è un chiarissimo esempio della volontà di Tokyo di eliminare “alla radice” qualsivoglia minaccia ostile navale.
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