In Germania monta la polemica sul fondo da 100 miliardi di euro che nelle intenzioni del Governo del Cancelliere Scholz dovrebbe garantire l’ammodernamento ed il potenziamento delle Forze Armate Tedesche.
Il fondo era stato varato dal Governo ed approvato dal Bundestag, il Parlamento federale, nei mesi immediatamente successivi all’inizio della cd. “Operazione Speciale” scatenata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina.
Nei giorni in cui fu presentato, il fondo appariva come una massiccia iniezione di fondi per finanziare programmi vitali per le Forze Armate, afflitte da gravi problemi di efficienza e di obsolescenza in diversi settori e nelle intenzioni del Governo Scholz sarebbe stata la leva necessaria a portare il bilancio della Difesa al 2% del PIL, la soglia da raggiungere decisa a livello NATO.
Pertanto, sembrava che la Germania, sulla spinta emotiva del conflitto in atto in Europa Orientale, avesse deciso di dare una vera svolta, cancellando per sempre l’ambiguità nella politica di Difesa che aveva caratterizzato sempre i Governi guidati dal precedente Cancelliere Merkel ,accettando di divenire il bastione della difesa NATO ed europea nel cuore del Vecchio Continente.
Peraltro, tale aspettativa tedesca oggi è fortemente messa in discussione dalle continue commesse polacche che stanno potenziando l’Esercito e l’Aeronautica di Varsavia in maniera esponenziale, anche perché la Polonia ha portato ad oltre il 2% del PIL le spese della Difesa e punta a salire al 3-3,5% nel breve e medio periodo.
Tornando al fondo, le premesse erano sicuramente positive perché questo bilancio speciale era pensato per beneficiare tutte le Forze Armate ed i servizi interforze; la Luftwaffe e la branca spaziale della Bundeswehr avrebbero goduto della fetta maggiore delle risorse con ben 40 miliardi di euro assegnati, principalmente per finanziare i programmi F-35A, altra clamorosa svolta del Governo Scholz per la sostituzione dei Tornado IDS impiegabili per gli strike nucleari, CH-47F Block II, la nuova tranche di Eurofighter per missioni EW ed i nuovi satelliti di osservazione e comunicazione.
La Marina otteneva una quota di 20 miliardi di euro che avrebbe permesso di acquistare altre nuove fregate, nuove corvette K130, altri sottomarini U212CD, nuove unità di supporto logistico e i velivoli da pattugliamento P-8A Poseidon ed uav.
Anche l’Esercito otteneva una quota dei fondi con 16,6 miliardi di euro per finanziare i programmi di rinnovamento delle linee di combattimento tra cui nuovi IFV Puma e nuovi sistemi di artiglieria, supporto e sostegno logistico, nonché le dotazioni individuali, il settore delle comunicazioni, la difesa antiaerea e nuovi droni.
Infine il fondo assegnava i “residui” 22 miliardi di euro per rinnovare ed ammodernare il sistema di comando e controllo, fermo da troppo tempo a tecnologie ormai superate ed obsolete, e per l’acquisto di nuovi materiali delle piccole dotazioni.
Ma il piano del Governo e del Bundestag, in assenza di correttivi, rischia, se non di naufragare, di uscire fortemente ridimensionato.
Infatti, la Corte dei Conti tedesca ha segnalato che vi sono grossi problemi a finanziare tutti i programmi previsti con i fondi stanziati nel fondo perché il tasso di inflazione, sempre più alto, ed il tasso di cambio euro-dollaro divenuto sfavorevole, complica pesantemente i piani, costringendo il Governo a dover fare delle dolorose scelte con la somma di 100 miliardi di dollari invariata.
Infatti, l’organo di controllo tecnico-contabile ha già segnalato che i costi dei programmi F-35 e CH-47F, rappresentanti il cuore di questo fondo, sono già più alti rispetto a quanto previsto, allorquando sono stati approvati.
A rischio vi sarebbero diversi programmi con la riduzione od addirittura la cancellazione delle nuove tranche di corvette K130 e fregate, IFV Puma ed artiglierie, gli Eurofighter EW ed altri programmi.
Nei “marosi” finirebbe anche il programmato acquisto del sistema di difesa antimissile israelo-statunitense Arrow 3, peraltro osteggiato da Washington, che Berlino ha riproposto come iniziativa NATO trovando concordi quattordici Paesi.
Già nella potente industria tedesca della Difesa serpeggia il sospetto che il fondo non sarà sufficiente a coprire tutte le esigenze e si sono levate voci autorevoli che ne hanno chiesto perfino il raddoppio o quantomeno lo stanziamento di somme aggiuntive atte a far fronte all’erosione inflattiva ed all’aumento dei prezzi legati alle materie prime ed energia sempre più costose.
Allo stato attuale, nonostante l’intervento della Corte dei Conti, il Governo Scholz non ha preso ufficialmente posizione sulla questione e, pertanto, bisognerà capire come vorrà agire nelle prossime settimane per risolvere od attenuare il problema.
Immagine Boeing