A sinistra la Haiyang Dizhi 8 mentre a destra la Haijing 3901 (China Daily e Handout)
Le tensioni tra il Vietnam e la Cina continuano a diventare sempre più pesanti con il passare del tempo a causa delle mire espansionistiche di entrambe le nazioni sia dal punto di vista territoriale che di controllo delle riserve di petrolio e gas.
I due paesi, a onor del vero, non hanno mai avuto rapporti idilliaci culminati nel 1979 con la Guerra Sino-Vietnamita e nell’azione del 14 marzo 1988 dove la marina cinese intercettò ed attaccò alcune unità vietnamite in procinto di trasferire uomini e materiali sull’atollo Johnson South Reef nel Mar Cinese nelle Isole Spratly nel Meridionale provocando oltre settanta morti.
Oggi, a distanza di oltre trenta anni, le Isole Spratly ritornano prepotentemente al centro delle dispute dei due paesi:
Nei giorni passati, la nave da ricerca cinese, Haiyang Dizhi 8, e la sua scorta hanno condotto attività di ricerca nella parte meridionale dell’Est Sea (nome con il quale i vietnamiti indicano il Mar Cinese Meridionale, nrd) violando la zona economica esclusiva vietnamita e la piattaforma continentale
Le Thi Thu Hang, Ministro degli Affati Esteri di Hanoi
Report negli ultimi giorni indicano che la nave da ricerca idrocarburi è scortata da due unità della Guardia Costiera cinese tra cui la Haijing 3901, una delle più grandi al mondo, con un dislocamento di quasi 12.000 tonnellate.
I Vietnamiti, di tutta risposta, hanno inviato quattro unità della propria Guardia Costiera.
Nelle concitate azioni di disturbo reciproco si è rischiata più volte la collisione.
La zona nella quale la Hayang Dizhi 8 avrebbe iniziato le ricerche non si troverebbe molto distante da dove nel maggio di questo anno la compagnia russa Rosneft ha iniziato le perforazioni.
Le dispute coinvolgono anche la Malesia e sicuramente, a meno che non si decida di sedersi ad un tavolo per discutere, la situazione potrà solo che peggiorare con il passare del tempo.