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Incidente F-35, parla l’aeronautica giapponese

F-35A giapponese presso la base dell’USAF di Luke

Nella giornata odierna la forza di autodifesa aerea giapponese, la Kōkū Jieitai, ha rilasciato un primo bollettino in merito all’incidente avvenuto il 19 aprile 2019 ad un F-35A mentre si trovava in volo sopra l’oceano.

I fatti

L’F-35A decollava dalla base area di Misawa insieme ad altri tre velivoli alle 18:59 (locali) per effettuare una missione di addestramento al combattimento aereo. Alle 19:26 i controllori del traffico aereo informavano il pilota dell’F-35, Hosomi Akari, che era in arrivo un traffico aereo militare americano e se avesse potuto scendere di quota. Akari si trovava ad un livello di volo di 31.000 piedi ed iniziava quindi una procedura di discesa virando verso sinistra. Alle 16:23:30 il segnale radar era definitivamente perso.

Le Ipotesi

Ricostruzione effettuata grazie ai dati messi a disposizione dai radar e dagli altri F-35 in volo

La Kōkū Jieitai si sente di escludere un malfunzionamento del velivolo sia al propulsore che al sistema di erogazione dell’ossigeno. Il pilota non ha mai riportato alla base a terra o agli altri piloti alcun problema di sorta. In base ai dati ottenuti si può escludere anche una perdita di coscienza causata da manovre ad “elevati g”. Si tratterebbe invece, conclude il report, di un disorientamento spaziale del pilota, che forse confuso dai riflessi dell’oceano non si sia reso conto della sua reale altezza rispetto alla superficie marina.

Hosomi Akari aveva accumulato oltre 3,200 ore di volo in totale, di cui 60 sull’F-35. L’F-35, numero di matricola 79-8705, era il primo di quelli assemblati dalla Mitsubishi a Nagoya ed aveva all’attivo 280 ore di volo.

Nella prima immagine una visuale dall’alto del volo dell’F-35; si noti la virata a sinistra (freccia rossa) e la freccia arancione indicante il velivolo statunitense
Nella seconda immagine il profilo altimetrico dell’F-35; il pilota ha proseguito la discesa senza rendersi conto dell’imminente impatto
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