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Information superiority per le scelte decisionali militari strategiche e tattiche

Information superiority

per le scelte decisionali militari

strategiche e tattiche

L’informazione imprescindibile area interdisciplinare

a supporto delle azioni di comando e controllo

nelle esigenze operative

di Angelo TIBERI

Ufficiale (in cong.) del Corpo dei Granatieri

Cultore di Ordinamento dell’Esercito Italiano e delle Politiche di Difesa e Sicurezza

Da sempre, in qualunque parte del mondo e in ogni periodo storico, le organizzazioni militari e governative hanno riservato alle informazioni la massima importanza e attenzione, sia per quanto riguarda i diversi modi di acquisizione sia per quanto concerne i metodi di analisi, le forme di gestione e di archivio, i livelli di diramazione/fruizione dei dati.

In funzione di quanto ho appena asserito in apertura di questa trattazione, tengo a precisare che ogni tipo di informazione (concreta e attendibile) costituisce “elemento e dato” di peculiare priorità e preziosità per contribuire allo sviluppo della c.d. “superiorità informativa” considerabile certamente come fondamentale e imprescindibile “fattore di potenza” nel campo strategico-operativo.

Pertanto, da qualche decennio e maggiormente nei tempi attuali a seguito dei profondi mutamenti verificatisi in termini geopolitici e di globalizzazione, oltre che con l’evoluzione delle tecnologie di comunicazione, in particolare di Internet, si è determinato quel transito irreversibile dall’era industriale all’era dell’informazione, incidendo non soltanto sugli aspetti sociali, umani, ideologico-culturali, commerciali, produttivi ed economici, ma l’azione combinata di questi ha generato di riflesso effetti sostanziali anche nell’“ambito della sicurezza e della difesa” determinando una ulteriore “rivoluzione negli affari militari” (1), portando la strategia e la tattica a “rivedere” alcuni indirizzamenti di risposta. Infatti, si è passati da conflitti convenzionali (fatta eccezione per alcuni casi) a quelli prettamente asimmetrici o di tipologia “ibrida”, comprendenti eventi terroristici e cyberwar, caratterizzati da un alto grado di imprevedibilità, riconducendo queste diverse forme di natura destabilizzante a nuove emergenze operative, con la conseguente necessità di implementare e adeguare le “funzioni di comando, controllo e intelligence” (2) delle strutture militari alla poliedrica, continua ed accelerata trasformazione dell’immenso spazio informativo.

Per questo motivo la gestione delle informazioni rappresenta un settore strategico primario per amplificare il fattore di successo nelle operazioni militari, per cercare di intuire/prevenire (3) e, quindi, anticipare gli orientamenti, le intenzioni e le mosse tattiche dell’avversario o della possibile fonte di minaccia.

Il flusso dei dati nella “rete delle reti”

Da ciò deriva che l’elemento determinante, quale fattore di successo è il riuscire a raggiungere prima degli altri la c.d. “superiorità informativa” conosciuta come “Information superiority” (4), investendo su di essa adeguate risorse umane e finanziarie, facendola propria non solo come dimostrazione di conquista potenziale, ma cosa ancora più importante e fondamentale, riuscire a conservarla costantemente aggiornata attraverso i tre seguenti punti focali:

a) attuando percorsi di ricerca e sviluppo per la progettazione e la produzione di tecnologie sempre più avanzate (al passo con i tempi);

b) mantenerla gelosamente ancorata e calibrata alle proprie strutture operative come elemento preminente di supporto;

c) considerarla sempre più come una vera “dottrina d’impiego”.

Approfondendo tale frame abbiamo modo di capire o comprendere come la conflittuologia nell’era della comunicazione è dipendente da “sistemi e sottosistemi areali” interdipendenti, strutturati in tre specifici domini: dominio cognitivo; dominio dell’informazione; dominio fisico.

La combinazione di questi tre grandi domini intesi come aree spaziali di saperi interdisciplinari, nella loro interrelazione/interconnessione, generano articolate “settorialità relazionali” esprimenti “processi informativi d’interoperabilità” a favore dell’arte militare che, in ambito Network Centric Warfare (NCW), nella focalizzazione della manovra operativa e nella precisione di ingaggio trovano consistente scambio e armonizzazione mediante la shared awareness (5).

In questo concetto dottrinale aumentando ulteriormente lo spettro di osservazione e di studio si può affermare che i vantaggi ottenuti nelle operazioni militari sulle missioni di “manovra”, nel “contrasto anti interdizione”, “contrasto alle forze speciali”, “contrasto aereo”, “contrasto navale”, sono determinati dai seguenti fattori c.d. “abilitanti” consistenti in “tattiche, tecniche, procedure”, “shared awareness”, “sistemi informatici” e “forza in rete”; fattori questi che, a loro volta, devono essere spinti e sostenuti obbligatoriamente da tre tipologie di innovazione, marcianti insieme, quella “organizzativa”, quella dei “processi” (o dell’“architettura dei processi”) e quella “tecnologica” (o dei “sistemi tecnologici avanzati”).

Integrazione dei sistemi di informazione e comunicazione

negli impieghi operativi tra le componenti “terrestre”, “aerea” e “navale”

La bivalenza coesistente nell’information superiority, si concentra essenzialmente a costruire e disporre di una rete con un elevato grado di sicurezza idonea a garantire a tutte le componenti operative nazionali e alleate e all’interno di esse fino ai singoli elementi di manovra e di azione l’accesso e la fruibilità, in ogni circostanza, in modo illimitato, continuo e tempestivo a tutte le informazioni contestualizzate e dall’altro verso di precludere la stessa capacità alle forze avversarie, accrescendo in quest’ultime la difficoltà nel ricercarle, acquisirle ed esaminarle, aumentando così il loro grado di incertezza nelle scelte decisionali.

Il vero valore della superiorità informativa, in sostanza, è dimostrato dal poter soddisfare attraverso una sicura, immediata e aggiornata “rete delle reti” alimentate, in tempo reale, da tutte le fonti collegate (6) la messa a disposizione nel migliore dei modi di una qualitativa condivisione di conoscenza della situazione reale attraverso la continua disponibilità di dati sia “grezzi” sia “elaborati”, utilizzabili da tutte le unità dei reparti impegnati, ma ancor di più fruibili in riferimento alla necessità indipendentemente dalla dislocazione o posizione geografica operativa e con un elevato grado di protezione contro l’accesso o le eventuali azioni di disturbo da parte dell’avversario.

Ecco perché torno a ripetere che lo strumento militare deve poter disporre di una specifica dottrina d’impiego dedicata più incisivamente al piano “Informativo e d’Intelligence” e di un’organizzazione basata sia su un capitale umano sempre più qualitativo sia su una sicura e funzionale architettura net-centrica intesa come sincronica risultante di “sistema di sottosistemi”.

Concludendo, quindi, la superiorità informativa si traduce in successo ovvero in vantaggio decisionale nel momento in cui consente di ridurre i tempi dei processi decisionali (nella catena di comando), alterando “strategicamente” le condizioni iniziali con una serie di cambiamenti e un alto grado di rapidità e imprevedibilità al fine di impedire all’avversario di fargli avere la chiarezza sugli sviluppi operazionali, mettendolo in difficoltà nel poter pianificare in maniera tempestiva e coerente sino a bloccare in modo significativo la sua capacità di risposta all’evolvere della situazione.

In questo quadro, la “shared awareness” permette di adattare dinamicamente e celermente la forza ai cambiamenti che intervengono nello spazio della manovra del teatro operativo, aumentando il grado di iniziativa dei subordinati migliorandone la reattività e l’efficacia nella risposta e agevola l’attuazione delle intenzioni decisorie del Comandante, poiché queste sono prontamente e chiaramente condivise e, quindi, note a tutti gli elementi, intesi come “nodi”, della determinata forza d’impiego impegnata, sia essa “terrestre”, “aerea”, “navale” o “interforze”, sia essa di livello nazionale o a valenza multinazionale.

ANGELO TIBERI

“Nell’arte militare e, quindi, nella strategia e nella tattica

necessarie per la conduzione di tutte le operazioni, l’ottenimento

degli scopi desiderati o degli obiettivi prefissati è dato sempre

dalla regola: vince chi riesce a disporre di più informazioni”.

Tenente dei Granatieri Angelo Tiberi, anno 2023

NOTE AL TESTO

(1) Le origini della “rivoluzione negli affari militari” (RAM) si riallacciano agli anni ’70 del secolo scorso quando gli USA (United States of America/Stati Uniti d’America) svilupparono sistemi e armamenti per contrastare la superiorità militare dell’Unione Sovietica.

(2) A maggiore definizione queste specifiche “funzioni militari” sono indicabili mediante l’acronimo C4ISTAR che comprende Command/Comando, Control/Controllo, Communications/Comunicazioni, Computer (messa a fuoco tecnologica, informatizzata e digitalizzata), Intelligence-Informazioni/interoperabilità, Surveillance/Sorveglianza, Target Acquisition/acquisizione bersaglio, Reconnaissance/Ricognizione-riconoscimento.

(3) Nel mondo ci sono Centri militari di eccellenza di analisi informativa che sulla base delle informazioni operative raccolte continuamente (comparandole sotto un profilo storico-dinamico) da tempo stanno studiando sui “modelli” dei c.d. “piani intenzionali” attuabili da parte di possibili formazioni avversarie/ostili con azioni di minaccia “dirette e indirette” relazionandole alle varie tipologie di scenari e diversificate forme di rischio evolutivo.

In una visione più ampia, per i tempi recenti, può essere inserito come esempio cardine il Progetto strutturato di comunicazione “omnicomprensivo” denominato GIG Global Information Grid/Griglia Informativa Globale approntato dal DoD Department of Defense/Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

La GIG, incardinata in una struttura dedicata di Networked Operations (NetOps)/Operazioni in rete, riunisce tutte le c.d. “capacità informative” interconnesse, a livello globale, per acquisire, raccogliere, elaborare, archiviare, diffondere e gestire le informazioni fruibili su richiesta da organi militari, politici e altre organizzazioni governative.

(4) Questa definizione esprime quello stato o meglio capacità di controllo, valorizzata e supportata da una connaturazione di prevalenza e superiorità nello spazio dell’informazione idonea a consentire la condotta delle operazioni precludendo alle forze avversarie ogni movimento che possa risultare una efficace contromisura di resistenza o di contrasto.

Spiegando tale concetto in altri termini più diretti, la superiorità informativa è quel complesso processo fattoriale che ha la capacità di provocare profonde situazioni di disagio e squilibrio nel dominio dell’informazione a favore di una delle parti in causa. La nazione, il gruppo, la forza militare che dispone della superiorità informativa è nelle condizioni ottimali necessarie e ha il potere di acquisire, elaborare, studiare, osservare, archiviare, manipolare e trarre vantaggi da un inesauribile ed orientato flusso di dati, notizie e informazioni, a fronte di un’entità antagonista limitato o che ha impedimento nel poter disporre o avvalersi della stessa possibilità.

(5) La shared awareness deriva dalla c.d. situational awareness questa è intesa come la “conoscenza e consapevolezza della situazione” ed esprime il grado di precisione con cui la percezione di una situazione acquisita da parte di un “osservatore/ricognitore/acquisitore”, sistemi “satellitari”, “radar” o di altri mezzi “di scoperta” corrisponde alla realtà. Quando la conoscenza della situazione è patrimonio comune di un insieme di attori (nel nostro caso specifico, sensori, decisori e attuatori), si parla di conoscenza condivisa (shared) ovvero di condivisione della conoscenza.

Situational awareness e shared (awareness) danno origine alla shared situational awareness, alla “condivisione della conoscenza e della consapevolezza della situazione” esistente nel teatro operativo d’impiego.

I fattori che possono incidere nel ridurre la c.d. “consapevolezza della situazione” sono la fatica, la tensione, lo stress, il sovraccarico di lavoro, l’insufficienza della comunicazione, l’ostilità o la difficoltà dell’ambiente in cui ci si trova ad operare; fra quelli che al contrario contribuiscono a migliorarla vi è in primo luogo un efficiente “networking” della forza impiegata e/o impegnata che, oltre all’eccellente preparazione operativa, abilita la distribuzione “efficiente, sicura e capillare” di tutte le necessarie informazioni nella specifica trilogia “rapide (tempestive)”, “precise (affidabili)” e “aggiornate (in tempo reale)”.

Da tenere bene in considerazione che la celerità delle informazioni agevola la velocità degli ordini nella catena di comando e, quindi, aumenta esponenzialmente il perseguimento dei risultati della missione assegnata.

(6) Ciascuna messa nelle condizioni di operare, in una duplicità/dualità, in base alle situazioni o circostanze, sia come “utilizzatore” sia come “acquisitore e fornitore” di informazioni.

L’Immagine di copertina riporta una videata radaristica elaborata graficamente a mo’ di occhio operativo planetario nelle funzioni di “acquisizione dati, osservazione e controllo”.

Progetto grafico delle immagini di copertina e di testo ideato e realizzato dall’autore Tenente dei Granatieri (in cong.) Angelo TIBERI

Le didascalie riportate a corredo sotto le immagini di testo sono state redatte sempre dall’autore Tenente dei Granatieri (in cong.) Angelo TIBERI

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