La multinazionale statunitense Raytheon ha annunciato di aver completato il primo lancio della bomba guidata GBU-53/B StormBreaker da parte di un F/A-18 E/F Super Hornet dell’U.S. Navy.
Originariamente chiamata SDB II (Small Diameter Bomb II) la StormBreaker è in corso di sviluppo dal 2006 e consente, rispetto alla SDB I, di colpire bersagli in movimento in ogni condizione meteorologica.
Il Super Hornet è il secondo aereo ad integrare la bomba dopo l’F-15E Strike Eagle di Boeing.
La StormBreaker può planare per oltre 110 km contro bersagli fissi e 72 km contro bersagli in movimento.
E’ dotata di una vasta gamma di sistemi di guida a partire dal sistema GPS/INS e Link 16 per le correzioni di rotta mentre l’acquisizione finale del bersaglio può avvenire in tre differenti modalità: radar millimetrico, sensore infrarosso o guida laser semi-attiva. Ha un peso di 93 kg ed un costo, inclusi quelli di Ricerca e Sviluppo, di 227.146 dollari.
La produzione, iniziata nel 2014, è stata interrotta nel 2019 a causa di un problema tecnico al dispiegamento delle ali. La risoluzione del guasto ha comportato la modifica di oltre 600 bombe già consegnate all’USAF e all’U.S. Navy.
L’F-35 può trasportare un totale di 24 bombe ripartite in 8 interne e 16 esterne. Il primo impiego sugli F-35 è previsto per il 2024 circa.
Diversi altri paesi si sono già dimostrati interessati alla StormBreaker: la Repubblica di Corea per i propri F-15K e l’Australia che intende acquistarne 3.900 per gli F-35Q. Il Regno Unito aveva inizialmente considerato la bomba per Typhoon e F-35B salvo poi virare sullo sviluppo nazionale dello SPEAR 3.