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Intelligence UK, perdite russe mai così alte da inizio guerra

Secondo l’intelligence britannica le perdite registrate dalle truppe russe durante le scorse due settimane sono le più alte registrate dall’inizio della guerra.

Le stime occidentali sono arrivate ormai alla soglia dei 200.000 soldati russi che hanno perso la vita in Ucraina, un numero enorme se consideriamo che l’invasione è iniziata appena un anno orsono.

Le perdite russe nelle ultime due settimane hanno raggiunto un media di circa 824 soldati russi KIA (Killed in Action) o MIA (Missed in Action) al giorno.

Questo senza considerare quanti sono invece i feriti più o meno gravi.

Khe Sanh, South Vietnam, an isolated United States Marine Corps out post during the Vietnam War became too dangerous to land due to hostile ground fire and shelling. To accommodate, C-130s used the Low Altitude Extraction System and kept the Marines resupplied with rations, fuel, ammunition and medical supplies. (Courtesy photo)

Per fare un raffronto durante la Guerra del Vietnam, durata quasi 20 anni, gli Stati Uniti persero 58.281 soldati (combattimento e non) a fronte di quasi 454.000 soldati feriti.

Nel 1968, l’anno più duro del conflitto con la battaglia di Khe Sanh, Hue e l’offensiva del Tet, le forze statunitensi registrarono 16.899 caduti e 87.388 feriti.

Spetsnaz in Afghanistan nel 1986 (fonte). Il soldato a sinistra è equipaggiato con un RPO-A Shmel

Per rimanere a Mosca, l’intervento sovietico in Afghanistan durò circa 9 anni tra la fine del 1979 e l’inizio del 1989.

Durante questo aspro conflitto le forze dell’Unione Sovietica subirono circa 15.000 perdite (26.000 secondo altre fonti) a cui sommare 53.753 soldati feriti. Dei 620.000 militari sovietici mobilitati circa il 25% (160.000 soldati) provenivano dall’Ucraina.

Il crescente numero di mobilitati non può essere solamente la possibilità di mantenere inalterate la tattiche di impiego per mandare un numero maggiore di soldati contro il nemico in stile Seconda Guerra Mondiale.

La strategia di sfiancare il nemico contando sulle maggiori perdite, una specie di “body count” alla maniera russa, rischia di allungare oltremodo il conflitto con pesanti perdite che affossano il morale.

Oltre all’ingente numero di perdite bisogna infatti anche considerare il crescente numero di feriti soprattutto coloro i quali hanno subito ferite non recuperabili come amputazioni di arti, danni agli occhi, alle orecchie, etc.

Seppur i reduci possono essere utilizzati a scopo di propaganda è chiaro che avranno un impatto sul sistema sanitario e assistenziale russo nel medio-lungo periodo.

Se a questi reduci non verrà corrisposto l’aiuto statale di cui hanno bisogno potrebbe venirsi a creare una fonte di malcontento pericolosa perché è proprio della fiducia degli appartenenti alle FF.AA. il potere del governo russo.

La Guerra in Ucraina si configura quindi come il più sanguinoso conflitto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

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