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Introspettiva a tutto campo sulle capacità delle forze dell’Esercito Italiano

Dottrina: E’ stata evidenziata una particolare carenza nel settore del combattimento in aree urbanizzate, anche in termini di TTPs (Procedure tecnico-Tattiche) e di normativa per l’utilizzo di particolari assetti in ambiente con presenza di civili e/o unità “amiche”. Un esempio, tra i tanti, è quello dell’impiego dell’artiglieria c/a MSAM (Medium Surface-to-Air Missile) che determina una serie di effetti collaterali discendenti dal solo lancio dell’intercettore teleguidato. Ma gli esempi si potrebbero estendere all’impiego delle armi ad energia diretta piuttosto che C/UAV e CRAM (Counter-Rocket, Artillery, and Mortar).

A livello sub-tattico, si evidenzia una carenza sull’impiego e l’addestramento degli sharpshooter, cioè non appare chiaro a tutti che tale assetto non è proprio solo delle unità di fanteria.

L’attuale dottrina non prevede, in ambito sanitario, la possibilità di generare/enucleare dei Forward Surgical Team (FST) come è contemplato e richiesto dalla dottrina NATO.

Organizzazione:

  • Intelligence livello Reggimento e Battaglione: essa non appare attagliata alla missione da assolvere ed alla mole di dati che i sensori e la digitalizzazione faranno confluire su tale area funzionale. In particolare, si nota la carenza di figure specialistiche, oltre le strutture organiche dedicate. Alcune di queste figure professionali potrebbero essere allocate in una unità dedicata ad alta specializzazione per esigenze di formazione continua e di addestramento, purché poi siano allocate con automatismo in caso di impiego operativo od in addestramento specifico.
  • INFOPS: è stata evidenziata una problematica analoga a quella dell’Intelligence tattica. Le figure professionali di più elevato valore dovrebbero essere tutte allocate presso l’attuale 28° Reggimento “Pavia”, mentre la capacità di basic humint dovrebbe essere propria di tutti i militari.
  • Advisors: si ravvisa l’esigenza in operazioni/esercitazioni di poter disporre di “consiglieri” a livello Reggimento nel settore della Gender, Legal e Key Leader Engagement al fine di sopperire alle mancanza delle strutture deputate al battlespace management.
  • Strutture organiche deputate al supporto al C2: sono considerate insufficienti per soddisfare le esigenze sia di guarnigione che operative. E’ auspicabile rivedere le posizioni organiche previste a livello Rgt. digitalizzato dove è impossibile far fronte a tutte le esigenze discendenti dalla presenza di piattaforme digitalizzate con un numero esiguo di persone specializzate.
  • RECOSUTAT e Rgt. Trasmissioni di proiezione: la visione del problema e delle possibili soluzioni è diametralmente opposta tra C.ti dei RECOSUTAT e dei Rgt. Trasmissioni di proiezione. I primi preferirebbero disporre di tutte le capacità per la gestione sia del posto comando digitalizzato sia delle reti, comprese quelle basate su assetti satellitari. Invece i c.ti dei Rgt. Trasmissioni di proiezione reputano che queste capacità siano gestibili in maniera più proficua se accentrate in unità specialistiche e decentrate alla bisogna. Non esiste, chiaramente, una soluzione perfetta. Sicuramente, però, le Brigate dovrebbero disporre degli assetti necessari alla gestione del posto comando digitalizzato sia in attività operative/addestrative sia in stasi, al fine di garantirne il perfetto funzionamento quando necessario.
  • Reggimenti di Cavalleria di linea, hanno tutte la stessa pianta organica e le stesse dotazioni, a prescindere dalla tipologia di Brigata in cui sono inquadrati. Si ha la sensazione che le T.O. siano state redatte dopo aver effettuato la verifica dei mezzi esistenti e non in funzione della missione da assolvere. E’ evidente che dovrà essere effettuata una profonda riflessione sull’organizzazione soprattutto della funzione RSTA alla luce della tipologia di Brigata di riferimento. Si ritiene auspicabile articolare le unità di Cavalleria di linea in funzione della missione prevalente della Grande Unità Elementare, così come desumibile dal quadro dottrinale e capacitivo NATO.
  • Reggimenti di Fanteria: sarebbe auspicabile l’unificazione degli organici delle squadre fucilieri, ma sarà comunque difficile mantenere l’identità e le peculiarità delle diverse unità di fanteria (leggere, medie e pesanti).
  • Reggimenti di Artiglieria di Brigata: la soppressione della Batteria Sorveglianza, Acquisizione Obiettivi -Visivi  SAO(V), e l’inquadramento dei suoi assetti nelle restanti Batterie, avrebbe dovuto portare alla naturale formazione di artillery task forces a livello Batteria. In realtà non si è riusciti a raggiungere questo risultato. Andrebbe effettuata una riflessione nel settore, anche alla luce del possibile sviluppo di sistemi in grado di garantire una forte riduzione delle tempistiche “sensor-to-shooter” ed una profonda revisione delle procedure esistenti. Pertanto, sarebbe opportuno verificare se la soluzione organica adottata e cioè la soppressione delle Batterie SAO(V) abbia effettivamente facilitato la flessibilità e l’aderenza operativa delle unità di artiglieria.

Addestramento del personale: devono essere chiare le caratteristiche dell’unità in cui si andrà ad operare. Una particolare attenzione dovrà essere rivolta a chi è designato sia per l’assolvimento di periodi di comando, sia in prima assegnazione presso una delle unità di impiego. Deve essere evitato che l’avvicendamento per esigenze di impiego/reimpiego del personale finisca per interferire con il delicato processo di trasformazione che tende a creare una “forma mentis” particolare (quella delle forze leggere, o medie o pesanti) non ottenibile solo attraverso corsi di specializzazione. La sede dell’unità non deve essere vista come l’obiettivo da raggiungere, ma come un dato amministrativo subordinato alla capacità di comandare e/o operare in una unità con caratteristiche leggere, medie o pesanti. Inoltre, dal esame delle caratteristiche degli scenari operativi futuri emerge come i Comandanti, a tutti i livelli, debbano sviluppare capacità di operare in ambienti decentrati e dispersi, anche di tipo urbanizzato, in contesti non solo spiccatamente interarma ma anche interforze. In tal senso, la filosofia del Mission Command dovrà essere assimilata dai quadri a tutti i livelli. In particolare per le FOP, mentre continua l’addestramento per la qualificazione anfibia di F.A., nel 2021 la M.M. (Brigata Marina San Marco) ha messo a disposizione e regolarmente svolto nell’ambito della Capacità di Proiezione dal Mare (CNPM) due Corsi di integrazione anfibia a favore dell’E.I., il 17° e 18° rispettivamente per 32 e 35 militari del E.I., per un totale di 67 frequentatori.

Materiali: nel settore dei materiali sono stati rilevati molteplici punti critici, pur se presumibilmente mediati da progetti di approvvigionamento futuri della F.A. che dovrebbero essere finanziati entro il prossimo decennio. In particolare:

  • Posti Comando: la preferenza è a favore del posto comando su shelter che sembra garantire tempi di schieramento ed attivazione ridotti. L’approvvigionamento di shelter deve prevedere anche i mezzi per il trasporto e la relativa movimentazione.
  • Sistemi di Comando e Controllo: come evidenziato anche nella sezione interoperabilità, i due problemi principali sembrano essere connessi con la scarsa integrazione nei sistemi joint ed alleati. Inoltre, il sistema attuale sembra scarsamente adatto a garantire il “blue force tracking” per buona parte degli assetti della Brigata. Serve acquisire una capacità di Intelligenza Artificiale per supportare l’analisi della grande mole di dati che confluiscono/confluiranno verso i posti comando.
  • Reggimenti unità pesanti: mentre per il carro armato Ariete è stato avviato un programma tampone di miglioramento per consentirne l’operatività sino al 2035, per il VCC Dardo è necessaria una rapida individuazione del sostituto che risponda alle caratteristiche dettate dai moderni contesti operativi. La futura piattaforma da combattimento per la fanteria dovrà consentire la “specializzazione” del mezzo come porta mortaio, controcarri, medevac, genio, etc, al fine di “meccanizzare” tutte le componenti attualmente montate su mezzi ruotati.
  • Reggimenti unità medie: auspicabile l’adozione di veicoli speciali, basati sullo stesso scafo, quali recupero, medevac, e genio.
  • Reggimenti unità leggere: unificazione della linea su VTLM Lince e VTTM Orso, per le Truppe Alpine la doppia linea con mezzi specialistici tipo BvS 10 di nuova acquisizione per la fanteria e reimpiegando i BV206 e BV206S per le altre unità; alcuni potrebbero essere riconvertiti in porta mortaio, ambulanza, recupero e cargo.
  • Componente Anfibia: il programma di acquisizione dei mezzi è “pilotato” dalla MM. L’esigenza totale della Forza di Proiezione dal Mare da suddividere a metà, riguarderebbe 146 veicoli, di cui 84 nella versione APC (Armoured Personnel Carrier), 40 in versione AIFV, 14 in versione Posto Comando e 8 Porta Mortaio, con pezzo rigato 2R2M da 120 mm. Dal elenco si nota la mancanza di un mezzo specifico per il recupero.
  • C2 Logistico: nel settore è evidenziata una sostanziale sconnessione del sistema C2 logistico da quello in uso per le altre funzioni operative. Inoltre, l’apposito applicativo NATO (LOGFAS) non è utilizzato quale sistema standard di F.A., provocando evidenti problemi di interoperabilità.
  • Apparati radio e per la navigazione: è stata evidenziata la necessità di garantire delle soluzioni che consentano le comunicazioni e la navigazione anche in ambiente sotterraneo. Il problema non è tecnicamente di facile soluzione, ma occorre investire nella ricerca delle possibili soluzioni.
  • Protezione e mobilità: è stato evidenziato a tutti i livelli come ad ogni componente delle differenti funzioni operative siano garantite piattaforme con la stessa mobilità e livello di protezione delle unità da supportare o con cui occorre integrarsi. E’ una problematica che riguarda la quasi totalità degli assetti di una Brigata poiché si estende alla Cavalleria, all’Artiglieria, al Genio ed alla Logistica, pur se con caratteristiche differenti.
  • Sorgenti di fuoco a tiro indiretto: l’attuale obice a traino meccanico in dotazione ai Rgt. di Artiglierie delle Brigate Medie e Leggere non è in grado di garantire un adeguato supporto di fuoco. A ciò si deve aggiungere che risultano inesistenti anche i mezzi per il trasporto munizioni, la capacità di rilevamento controfuoco e le piattaforme/sistemi destinati ai JFST.
  • Materiali del Genio: oltre le piattaforme destinate alle Compagnie Guastatori, risultano mancanti o obsoleti i materiali destinati al “bridging, breaching, demolizioni, piano di inganno e military search“.
  • Unità logistiche: anche per tali unità si pone il problema di garantire piattaforme che abbiano adeguata mobilità e protezione. Inoltre, è evidenziata sia la mancanza di officine campali che consentano adeguate capacità in operazioni, sia una generalizzata carenza di mezzi per il trasporto, la movimentazione carichi e lo stoccaggio campale che riducono in maniera più che significativa le capacità delle unità logistiche.
  • Sanità: Capacità Forward Surgical Team, oltre l’aspetto dottrinale e normativo occorrerà avviare anche dei programmi approvvigionativi nel settore per dotare/equipaggiare i team di neo costituzione.
  • Robot sherpa e esoscheletro: sia a livello tattico e logistico è conveniente sia l’adozione di robot sherpa, sia di esoscheletri, anche per lo svolgimento di compiti che richiedono il sollevamento di carichi particolarmente gravosi e che possono impattare negativamente sullo stato fisico del personale

Infrastrutture: non sono state prese in considerazione le sedi stanziali dei reparti, delle quali si conosce bene la situazione. Le principali carenze sono nel settore dell’addestramento al combattimento in ambiente urbanizzato e nelle infrastrutture per l’addestramento fisico.

Personale: oltre al già noto problema dello “svecchiamento”, per ciò che concerne il personale, si evidenzia la difficoltà a raggiungere standard di preparazione fisica adeguata. Ciò sarebbe imputabile ad una carenza di infrastrutture e ad una carenza di attrezzature e istruttori. Inoltre, il quadro normativo in vigore, non consente un adeguato bilanciamento tra premi e sanzioni amministrative/disciplinari. Gli attuali standard sembrano essere più rivolti più alla ricerca della prestazione atletica che a quella della prestazione legata al compito. E’ un dibattito che risulta in atto anche in altri Eserciti NATO e che deve essere affrontato anche in ambito nazionale.

Interoperabilità:  sono state evidenziate due problematiche:

  • Livello joint: si evidenzia la necessità di ricevere un quadro della situazione che possa tener conto anche delle informazioni provenienti dai sensori di altra F.A., oltre che interagire efficacemente con gli assetti joint e/o di altri services;
  • C2 NATO: scarso adeguamento ed integrazione nel sistema di C2 NATO. Ciò riguarda anche il settore logistico, dove il LOGFAS non è il sistema standard di F.A.

Foto Esercito Italiano

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