Il Marocco sarebbe interessato al acquisto di sistemi di difesa di punto Iron Dome di fabbricazione israeliana.
La notizia è stata rilanciata dai media marocchini ed israeliani; questi ultimi hanno specificato che da parte israeliana non vi sarebbe alcun rifiuto o diniego alla vendita.
Come è noto, Rabat e Tel Aviv hanno normalizzato i rapporti, riallacciando complete relazioni diplomatiche, economiche e militari.
Un primo tangibile esempio del nuovo corso dei rapporti militari è rappresentato dalle sofisticate suite elettroniche di fabbricazione israeliana installate su velivoli G550 impiegati per missioni di sorveglianza e guerra elettronica, nonché UAV e loiteing munitions.
I sistemi Iron Dome (C-RAM o Counter-Rocket, Artillery and Mortar) secondo quanto si apprende sarebbero schierati lungo i confini con il Sahara Occidentale attorno alle aree presidiate da fortificazioni e mura, a protezione degli attacchi portati dai guerriglieri del Fronte Polisario.
Peraltro, altre fonti suggeriscono che gli Iron Dome potrebbero essere disposti lungo le aree di confine con l’Algeria, Paese con il quale Rabat ha più di un contenzioso aperto.
Il livello di crisi tra Marocco ed Algeria ha raggiunto il livello di guardia pochi giorni fa a seguito di un attacco condotto da droni “sconosciuti” su un convoglio con autisti algerini in Mauritania. In tale attacco hanno perso la vita tre cittadini algerini ed Algeri ha immediatamente attribuito la responsabilità a Rabat e, nel corso di una riunione di emergenza, ha ordinato il dispiegamento di uomini e mezzi rinforzati da dispositivi di aerei ed elicotteri lungo il confine con il Marocco.
Ulteriore mossa che ha incancrenito i rapporti già non ottimali è stata la sospensione delle forniture di gas con la pipeline che porta il prezioso combustibile anche in Spagna; il motivo sarebbe riconducibile al mancato rinnovo degli accordi tra Rabat ed Algeri, con la prima che gode di un aggio sul passaggio nella tratta di pipeline sul suo territorio del gas diretto in Spagna. Per inciso le forniture per la Spagna ora viaggiano su un’unica pipeline che collega direttamente la costa algerina a quella meridionale iberica.
Marocco ed Algeria sono impegnati in una corsa al riarmo senza precedenti e hanno in corso importanti programmi di ammodernamento e potenziamento dei propri arsenali, con il primo che è sempre più dipendente da forniture statunitensi, francesi ed ora israeliani con Algeri, tradizionalmente legata alla Russia, che sta aprendo anche alla Cina per gli acquisti di sistemi d’arma tecnologicamente avanzati, oltre mantenere attivi altri canali di approvvigionamento in primis con Italia e Germania nel settore aeronavale.
In questo quadro, il Marocco ha deciso di aumentare il bilancio della difesa del 2022 di ulteriori 500 milioni di dollari portandolo a 4,8 miliardi di dollari, con un incremento di oltre l’11% rispetto il livello delle risorse stanziate quest’anno.
Per quanto riguarda l’Iron Dome, il sistema è stato acquistato in due batterie da parte del US Army che lo ha dichiarato operativo ed inviato in Polonia ed a Guam per esercitazione. Il piano di acquisizione del Iron Dome è stato rivisto e l’US Army ha optato per un similare sistema messo a punto dall’industria nazionale, per motivi di costo e di tecnologia già disponibile.
Altri Paesi che hanno sottoscritto accordi per l’acquisto di questi sistemi sono l’Azerbaijan, l’India e la Romania, mentre sarebbero in corso trattative avanzate con gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, questi due ultimi Paesi in relazione ai pessimi rapporti sussistenti con l’Iran.
Da notare che Israele ha costantemente migliorato il sistema Iron Dome che ha acquisito anche capacità anti UAS/Loitering Munitions (C-UAS), minacce sempre più diffuse e complesse da affrontare.