In Israele il Ministero della Difesa ha annunciato di aver completato una serie di prove volte a migliorare le capacità anti-drone per affrontare le crescenti minacce dei droni.

Tenutasi nel deserto del Negev, l’ultima serie di test ha coinvolto nove aziende israeliane, tra cui IAI, Elbit Systems e Rafael ADS, che hanno presentato venti tecnologie anti-drone avanzate, specificamente mirate al contrasto dei droni di taglia più piccola come i quadricotteri, quelli che destano le maggiori preoccupazioni per i pianificatori del Ministro della Difesa israeliano e non solo.
Alla luce delle evenienze del recente conflitto, la Difesa israeliana intende sviluppare e implementare rapidamente nuove tecnologie per salvaguardare civili e personale militare dalle incursioni ostili dei droni lanciati da Iran, Yemen e Libano.
Come indicato in precedenza, l’attenzione è indirizzata al contrasto dei droni di taglia più piccola, con lo sviluppo di adeguati sistemi per ingaggiare ed eliminare la minaccia (C-UAS).
Anche in questo settore la collaborazione tra Israele e gli Stati Uniti è massima per migliorare le le capacità dei sistemi aerei anti-unmanned (C-UAS) in particolare con l’US Department of Defense Irregular Warfare Technical Support Directorate (IWTSD); dei risultati di questa cooperazione beneficeranno le IDF e le FF.AA. statunitensi che potranno schierare in tempi rapidi adeguati sistemi di contromisure.
I risultati dei sistemi testati nel corso delle prove saranno ora studiati per consentire al Ministero della Difesa Israeliano (IMOD) di selezionare le tecnologie risultate più promettenti per uno sviluppo accelerato, puntando ad un’implementazione immediata di sistemi operativi.
L’IMOD si è concentrato essenzialmente su due tipi di C-UAS, sparanti proiettili ed intercettazione cinetica con droni che impattano o catturano loro simili.
In questa fase e per questo tipo di minaccia non è stata considerata la tecnologia laser per dar vita a sistemi C-UAS.
Fonte e foto @Ministero della Difesa Israeliano (IMOD)